Quando sono a rischio i campanili.

Il consumo nei non-luoghi contro il lavoro nelle comunità.

Le ultime indagini statistiche riportano che un italiano su tre compie acquisti online. A fianco di questo dato si può collocare la querelle sul lavoro domenicale, di cui anche recentemente se ne è sentito discutere. A nostro avviso, questi due fenomeni producono due effetti: sbilanciare ancora di più la società dal lavoro al consumo; spostare quest’ultimo in un non-luogo, sia il sito di e-commerce che porta a casa il prodotto immediatamente, oppure il centro commerciale, in cui mangiare, divertirsi, guardare un film e acquistare.

Ma è di questi giorni la notizia del bando proposto dal Ministero per gli Affari Regionali per combattere la desertificazione commerciale nei comuni montani. In Piemonte le realtà di montagna prive di esercizi commerciali sono 91. Come si può leggere sul sito dell’Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani sono “300 quelli dove il rischio di non avere più un bar o un negozio è forte. Almeno 600 i Comuni senza esercizi commerciali in Italia”.

In questo contesto tutelare il commercio, che è anche salvaguardare la sussistenza per le fasce più anziane della popolazione, significa difendere il lavoro, permettendo così di mantenere in vita quei territori periferici che altrimenti sarebbero destinati all’abbandono o a ridursi a dormitori.

Il caso particolare del bando è senz’altro lodevole, ma la scomparsa della montagna è uno degli effetti negativi di una globalizzazione che elimina le differenze, anziché armonizzarle insieme. Scrivevamo di tutelare la produzione all’ombra dei campanili, ma come ci si può riuscire quando sono a rischio gli stessi campanili?

L.V.C.

 

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Articolo pubblicato il 26/04/2017