Torino. “Miracolo a Venaria”

Il Centro Pannunzio consegna il Premio "Francesco De Sanctis - Una Vita per la Cultura" al medico Gianfranco Falzoni, dopo sessant’anni di “servizio per la Reggia ed alla Reggia”

Il professor Pier Franco Quaglieni, Direttore del Centro Pannunzio, autore del recente saggio “Figure dell’Italia Civile”, non dimentica d’inserire, tra le attività del Centro Pannunzio il ricordo delle “Figure” che nel passato hanno donato al Piemonte ed all’Italia l’esempio e il lustro del Pensiero e delle loro Opere.

Non si tratta di celebrazioni retoriche e avulse dalla realtà, perché sovente sono associate alla presenza o al ricordo di coloro che in anni recentissimi ne hanno seguito le orme.

Così, nel pomeriggio di mercoledì 19 aprile, il Centro Pannunzio ha ricordato il  bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis, purtroppo oggi dimenticato da un’Italia immemore e ingrata, nonché dalle Università e dalle accademie culturali.

De Sanctis fu il massimo studioso di Storia della Letteratura Italiana e promosse la Critica letteraria.  Esule e professore a Torino, su proposta di Cavour divenne il prima ministro dell’istruzione dopo l’Unità d’Italia.

Lo si ricorda per la sua fama di studioso e per l’intransigenza morale, nel difender la concezione dello Stato scevra da compromessi o principi al ribasso.

Nel contempo il Professor Quaglieni, a nome del Centro  Pannunzio ha conferito il “Premio Francesco De Sanctis – una vita per la Cultura”  al dottor Gianfranco Falzoni, un medico che avendo percorso tutti i gradini di una carriera  professionale specchiata e di alto livello, per la sua abnegazione e il costante impegno dimostrato è stato il principale protagonista del “Miracolo a Venaria.”

Gianfranco Falzoni è attualmente il Presidente dell'“Associazione Venariese Tutela Ambiente A.V.T.A.” che si propone di tutelare e valorizzare il Complesso di Venaria Reale, complesso costituito da Borgo - Reggia - Giardini e Parco.


Alla fine degli anni’50 del 900, alla testa di un pugno di volontari, di fatto salvò la Reggia da un progetto di riqualificazione urbana, che ne prevedeva l’abbattimento per far posto a un quartiere residenziale.

Il piano di abbattimento fu pertanto ribaltato nel “Recupero della Reggia a favore della valorizzazione della città di Venaria Reale”.

E’ sintomatico che dopo questa presa di posizione dell’A.V.T.A. a favore delle conservazione della reggia, e la conseguente sensibilizzazione dell’opinione pubblica, si sia dato inizio al primo, seppur parziale restauro della Reggia realizzato nel 1961 a cura dell’allora Soprintendente ai Monumenti del Piemonte, in occasione delle celebrazioni del primo centenario dell’Unità d’Italia.

Di lì si consolidò il coinvolgimento della popolazione e la sensibilizzazione dei politici e  responsabili del Beni Venariesi che ancora  non si arresta.


Tuttavia, nel 1990, la Reggia era un rudere in completo abbandono, senza un solo vetro intatto: le grandi sale erano diventate grotte per pipistrelli mentre dei meravigliosi giardini non rimaneva che un groviglio di rovi.

Se oggi possiamo vederla nel massimo dello splendore, è grazie a un raro esempio di volontà politica bipartisan, ma anche alla caparbietà ed all’impegno di alcuni privati cittadini. Uno su tutti è Gianfranco Falzoni.

Tutto ha inizio nel 1958 per opporsi ad ogni ipotesi di destinazione d’uso non conservativo della Reggia.

Divenne così il padre fondatore dell’AVTA-Associazione Amici Reggia di Venaria Reale (Torino/Italy)  che impedì l’abbattimento della Reggia di Venaria. Abbattimento peraltro ipotizzato, in quanto la Reggia Venariese era in rovina.

Alcuni personaggi locali costituirono l’A,V.T.A. e diedero incarico a Falzoni di ricoprire l’incarico di segretario/coordinatore per aiutare il presidente Gino Vanzi, eletto in anni successivi, vice sindaco di Venaria Reale, al fine di salvaguardare, recuperare e tutelare la Reggia della ridente cittadina.

Ascoltiamo le tappe salienti del percorso dalla voce del dottor Falzoni.

“All’epoca, ci dichiara il dottor Falzoni, non si parlava ancora di Reggia, ma soltanto del cosi detto “Castello” che essendo stato dimesso dall’Autorità Militare, era ormai privo di manutenzione e minacciava di andare in rovina.

In quegli anni, precisa Falzoni, i tetti della Galleria Grande iniziavano, qua e là, a crollare, così come anche varie capriate delle scuderie, cosa per cui il Complesso Aulico poco a poco si era trasformato in un vero e proprio rudere disabitato, soggetto ad intrusioni, danneggiamenti e ruberie.”

Così nessuno se ne stava occupando?

“Era forse quasi consequenziale che, all’epoca, avesse preso forma e concretezza un’ipotesi di abbattimento della Reggia, che minacciava rovina, per recuperare almeno lo spazio al fine di utilizzarlo per un’espansione edilizia della Città di Venaria Reale verso ponente.

La nostra associazione, con i suoi volontari, contribuì a creare un movimento d’opinione favorevole in ambito cittadino, con considerazione e riconoscimento del valore intrinseco della Reggia, anche se degradata.”

Così il piano di abbattimento si riconvertì presto in “Recupero della Reggia a favore della Valorizzazione della Città di Venaria Reale”

Dottor Falzoni, nel corso degli anni, prima che la Reggia divenisse quel gioiello architettonico che il Mondo c’invidia, quali son stati i supporti determinanti da lei ricevuti?

“Negli anni ricordo  l’impegno di Umberto Clerici Soprintendente ai Monumenti del Piemonte che riuscì ad ottenere nell’anno 1975 dall’allora Ministro per i Beni Culturali Giovanni Spadolini ( giunto per l’occasione in visita a Torino) un primo stanziamento congruo di tre miliardi di lire dando un avvio concreto al Restauro della Reggia.

Il primo passo che contribuì a dotare dignità giuridica all’A.V.T.A. fu dovuto al determinante intervento del ministro dei Beni Culturali Giovanni Spadolini. Con un Motu Proprio del Ministro, la nostra associazione fu trasformata in un’Associazione Protetta a Tutela Ministeriale, in modo da consentirle d’interagire con tutte le istituzioni Pubblico /Privato, locali e nazionali.”

E per arrivare ai grandi interventi?

“Nell’Aprile del 1996, prosegue il presidente Falzoni, l’On Walter Veltroni quando ebbe occasione di visitare il primo cantiere della ricostruzione, su invito del deputato Piero Fassino, ne rimase affascinato.

Il mese successivo Veltroni fu nominato Ministro per i Beni Culturali e mantenne l’impegno e l’attenzione nei confronti del risanamento della Reggia.

Il 5 dicembre 1996 emanò il decreto di istituzione del Comitato per la Reggia di Venaria Reale da lui presieduto e composto dal Presidente della Regione Piemonte, il Presidente della Provincia e dai sindaci di Torino e di Venaria, oltre ad una fattiva segreteria tecnico organizzativa.

Così pure l’allora Presidente della Giunta Regionale Enzo Ghigo ottenne corposi finanziamenti a favore di Venaria Reale, da parte dell’unione Europea.

“Un altro grande amico dell’A.V.T.A. e della Venaria Reale, prosegue il dottor Falzoni, fu, all’inizio degli anni ’90 l’allora direttore del Cantiere Reggia della Venaria Reale, ing. Francesco Pernice, poi Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggio del Piemonte .

Egli diede un impulso fondamentale alla  rivitalizzazione della Reggia realizzando, appena insediato, il recupero integrale della Galleria Grande, nonché il restauro della Manica Nord della Torre dell’Orologio, quale biglietteria/bookshop”.

Le tappe gloriose dell’Utopia Reggia di Venaria sono dovute in particolare alla costanza e caparbietà di Gianfranco Falzoni e si snodano dal 1993, sino all’inaugurazione  ufficiale del 2007, ma L’A.V.T.A. è ormai da 60 anni al servizio della Reggia!

Nel 1997 l’Unesco ha dichiarato la Reggia di Venaria Patrimonio dell’Umanità.

L’attività culturale del dottor Falzoni e il suo interesse per la storia sabauda, non si è esaurito in questa titanica impresa. Ha potuto confrontarsi, sulle vicende storiche del Piemonte e dei Savoia, con personaggi della statura di Mario Soldati e Piero Angela che ha avuto il merito di citarlo pubblicamente come l’artefice del salvataggio della Reggia.

Tra le curiosità riportiamo in quali e quante imprese il dottor Falzoni si è cimentato.

Nel 1986 ha realizzato la

                                                                                                                   “Prima Sagra del Grissino”  in quel di Lanzo Torinese  istituendo, contestualmente, il “Premio Grissino d’Oro”  a valere per il “Personaggio” che più ha illustrato Torino ed il Piemonte nel Mondo.

Il primo insignito è stato Marino Scarlino, docente nella Scuola Torinese di  Arte Bianca con pubblicazioni approfondite sull’origine del grissino, seguito, tra gli altri, da donna Allegra Agnelli per l’intuizione e lo sviluppo del Centro Tumori di Candiolo.

Nel 1989 il dottor Falzoni ha costituito, quale allievo, la “Prima Scuola Europea di Sci Estremo”  al Passo dello Stelvio (Sondrio)  presso la Scuola di Sci Sertorelli assieme al Maestro di Sci-Guida Alpina Luciano De Crignis Curatore dell’ “Evento”.

 Dal 1990 al 1993 ha retto il Circolo degli Artisti di Torino quale Presidente.

La Promozione del Grissino di Torino-Italy  (più precisamente l’Arte del Grissiniere), non è certo diventato solamente un passatempo per Falzoni. Convinto delle sue ragioni, ambisce ora al suo inserimento nella Lista del Patrimonio dell’Umanità-Unesco  

Dopo circa 60 anni di “servizio” per la Reggia ed alla Reggia, potremo definire il dottor Falzoni un grande Piemontese affiancato dalla moglie, altrettanto coinvolta, che sin dall’inizio ha seguito la sua opera ed ancor oggi tutti i giorni è presente alla Reggia, nell’accoglienza di turisti e visitatori.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 24/04/2017