UMBERTO TOZZI: sold-out la tappa torinese del "40 anni che TI AMO" live tour

Estate 1977: i juke-box di tutta Italia, in particolar modo nei luoghi di villeggiatura, sparano a manetta “Ti amo” di Umberto Tozzi e dappertutto il risultato è sempre il medesimo: le pivelle, al primo “…ti amo…”, cominciano a piangere come fontanepensando all’amore della vita rimasto in città, o in vacanza con i genitori (sembrerà strano alle nuove generazioni, ma allora funzionava così). 

Quarant’anni dopo, le stesse pivelle, leggermente invecchiate, ma sempre sul pezzo, tirate a lucido per le grandi occasioni, come le due sedute di fianco a me, sempre al primo “…ti amo…” piangono imperterrite, ripensando probabilmente all’amore della vita, finito chissà dove.

Forse non si sono mai rese conto, le mie due vicine e tutte le altre che affollano il teatro, che la canzone parla di un uomo fedifrago, il “guerriero di carta igienica”, che dopo essere stato con l’amante, “se viene testa vuol dire che basta, lasciamoci”, torna dalla moglie, la celebre “donna che stira cantando”, e si pente, ti amo, e chiedo perdono”. 

Ma questo evidentemente, è un dettaglio di poca importanza per le ragazzine di allora e di adesso: tradimenti a parte, le due parole più belle che si possano dire ad un’altra persona, “ti amo”, hanno colpito da quarant’anni la fantasia del pubblico, ed è giusto così. 

Un “tormentone”, si potrebbe affermare superficialmente, invece no: Umberto Tozzi, da quarant’anni, rappresenta con le sue canzoni, la colonna sonora della vita di tanti fans, compreso chi scrive, e per festeggiare questo anniversario, l’artista torinese, sottolineato, propone un tour che fin dalle primissime date, è sold-out ovunque e che si preannuncia di enorme successo.

Sold-out e successo annunciato, confermati in pieno nel concerto al Teatro Colosseo: l’unico che forse non si è reso conto di tutto questo è stato proprio il protagonista, assai poco loquace e un tantino distante dal pubblico, che per altro gli ha riservato autentiche ovazioni ad ogni brano.

Un peccato, veniale, forse, ma che non ha creato quel pathos, quel feeling tra artista e pubblico, che ha caratterizzato le performance passate di Umberto nella nostra città.

Nostra città che non si è meritata neanche un piccolo saluto.

Peccato due volte. 

Il concerto è stato comunque grandioso, complice una scaletta davvero ben studiata, sicuramente con qualche grande assente che molti di noi avremmo gradito ascoltare per ripercorrere a ritroso questi quarant’anni, ma va bene lo stesso.

Arrangiamenti molto, ma molto rocchettari, una band semplicemente strepitosa ed un suono pressoché perfetto, eseguito con passione e alta professionalità.

Tu per sempre tu” e “Ma che spettacolo”, inediti compresi nell’ultimo album “Quarant’anni che ti amo”, hanno aperto lo show, seguiti a ruota da una delle tante stilettate rock che ci riserverà la serata: “Notte rosa”, ritmo e rullate allo stato puro, e subito dopo la celeberrima hit che festeggia le nozze di smeraldo con la musica. 

Roma nord” infiamma definitivamente il pubblico, brano che a mio avviso è una delle punte di diamante della carriera festeggiata stasera, prima parte di un medley che comprende “Se non avessi te” e “Innamorati”, il tutto accompagnato da un light set davvero spettacolare. Da brividi la versione unplugged per chitarra e voce di “Donna amante mia”, cassa in quattro e basso martellante per “Dimmi di no”, ancora brividi, molto personali, per “Immensamente”, e un finale in crescendo che parte con “Muoio di te” per finire naturalmente in “Gloria”.

Un concerto senza un attimo di respiro, dove anche le ballate più soft sono state riarrangiate in chiave roccheggiante, e performate da una band da paura: Raffaele Chiatto (lead guitar) e Gianni D’Addese (keyboards), due direttori d’orchestra, padroni assoluti dello strumento, Gianni "Mr. Yanez" Vancini (sax) che ha regalato assoli a gò-gò, facendo piangere e urlare un sax che sembrava essere stregato, e che ha incantato ogni singola persona presente, Elisa (cori ed un interessante lavoro al violino elettrico) e una sezione ritmica stratosferica, Giambattista Giorgi (bass) e Ricky Roma (drums) che hanno messo a dura prova il sistema anti-sismico del teatro.

Interessante e molto godibile l’intermezzo strumentale, composto da Raffaele Chiatto: un brano “fusion” in perfetto stile Weather Report, che ha permesso a ciascuno dei musicisti di dimostrare il proprio virtuosismo.

Applausi a scena aperta.

Nota di merito ai tecnici audio, sia di sala che di palco, che hanno ottenuto suoni puliti e limpidi, come ho sentito poche volte, in giro per il mondo. Bravi davvero.

Lo show si chiude con i protagonisti a bordo palco, a raccogliere la meritata standing-ovation”, con in sottofondo il nuovo video di “Ti amo”, l’ormai già virale duetto tra Umberto e Anastacia.

Non poteva esserci finale migliore. 

Un caloroso ringraziamento a Tina Rossi Photographer, per i bellissimi click: senza le sue foto, “Le parole sono niente”.

Stay Always tuned !!!

 

 

 

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Articolo pubblicato il 24/04/2017