Design Economy: L’Italia resta ai primi posti

Un settore che guarda alla formazione pratica.

Il design non è soltanto il motore del Salone del Mobile, ma è anche un settore economico in cui l’Italia mostra al mondo il meglio di sé.

La kermesse milanese, chiusasi recentemente, come ogni anno ha attirato professionisti, turisti o semplici curiosi da tutto il mondo. Sono 343 mila i visitatori giunti da 165 Paesi e oltre 2 mila gli espositori, di cui un terzo dall’estero.

La design economy si dimostra sempre più solida. Poiché, secondo l’ultimo rapporto, realizzato da Fondazione Symbola, il nostro Paese è il secondo in Europa nel settore, sia per numero di imprese attive (29mila, dietro alla Francia) sia per per fatturato (4,4 miliardi, subito dopo la Germania).

 Nello specifico del Belpaese, il fatturato del design incide per lo 0,17 per cento sul totale dell’economia: quasi il doppio della media europea (pari allo 0,09 per cento). 

Nel Vecchio Continente si contano 175 mila imprese nel settore design, che nel 2015 hanno prodotto una ricchezza pari a circa 26 miliardi di Euro, spiega il direttore di Fondazione Symbola Domenico Sturabotti.

Un balzo in avanti di quasi il 50 per cento, rispetto a cinque anni prima. Inoltre, in Europa ogni cinque persone che lavorano nel design una è italiana: sono infatti 47.274 su un totale europeo di 272.268. 

Il rapporto Symbola, che si riferiscono esclusivamente alle imprese che operano nei servizi di progettazione, intende con il termine “design” diversi settori produttivi, legati alla creatività e alle eccellenze internazionali del made in Italy: oltre all’arredamento, anche la moda, il food e l’automotive. 

Molto importante è il legno arredo, dove a livello commerciale l’Italia è superata soltanto dalla Cina. L’industria tricolore del settore nel 2014 ha generato un valore aggiunto di 5,2 miliardi di Euro, superiore a quello Paesi con maggiori disponibilità di materie prime, come la Francia, che si ferma a 2,1 miliardi e la Spagna a 1,5 miliardi.

Chi opera in questo settore investe costantemente nell’innovazione e nella ricerca, raggiungendo ottime performance in termini di sostenibilità ambientale. Le nostre industrie del legno, infatti, consumano meno petrolio ed emettono meno C02 rispetto agli altri produttori d’Europa. 

Infine, un dato degno d’interesse sulla formazione. Come fa notare Sturabotti, il sistema delle scuole e degli istituti di design è fortemente legato alla presenza della manifattura, con Lombardia e Piemonte in testa.

In tutto il Paese si contano 89 istituti di formazione specifica, da cui ogni anno escono 8 mila giovani designer o architetti, pronti a entrare nel sistema produttivo.

Tra questi gli istituti torinesi tra cui lo IAD, lo IEED e lo stesso Politecnico, che offrono diversi percorsi di formazione nel settore. Esempi calzanti di passaggio dallo studio teorico all’applicazione pratica e conseguente verifica in campo di quanto appreso. 

Giada Speziale

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Articolo pubblicato il 21/04/2017