Più shopping per tutti

Non basta più lavorare a Pasquetta nei centri commerciali: ora si tenta di replicare anche a Pasqua

Il paradigma degli ultimi anni è lavorare meno per lavorare tutti.
Peccato che, a vedere sempre più spesso supermercati, centri commerciali e outlet aperti anche durante le festività, il motto sembrerebbe essere diventato più che altro lavorare di più per scontentare tutti.

Dato per assodato che a Pasquetta molti grandi centri resteranno aperti, è notizia degli ultimi giorni che anche a Pasqua alcuni siti per lo shopping compulsivo come l’outlet village a Settimo Torinese, Mondovicino a Mondovì e parecchi Carrefour del capoluogo piemontese vorrebbero tenere aperte le serrande.

L’iniziativa dei sindacati è stata quella di indire uno sciopero proprio per il giorno di Pasqua (e se si inizia a scioperare anche nei festivi vuol dire proprio che questa società è arrivata al punto più basso in quanto a qualità della vita) dando così una sorta di “copertura” a coloro che vorrebbero stare con la propria famiglia in un giorno di festa anche se dovrebbero andare a lavorare.

A Serravalle Scrivia, invece, si parla di un vero e proprio picchetto, per denunciare anche orari massacranti, contratti modesti, contratti di lavoro precari.

La nostra società, dopo lotte sindacali e riforme politiche che nei decenni avevano prodotto un sistema lavorativo all’interno del quale gli individui potessero godere del proprio tempo libero, delle festività, di contratti di lavoro più tutelati, si trova oggi a involvere verso un futuro nel quale al grido di “ancor grazie che si ha un lavoro”, ognuno debba vedersi sottrarre sempre più tempo alla propria vita per lavorare a qualsiasi condizione.

Per quel che riguarda i grandi centri commerciali e gli outlet è anche un po’ colpa nostra se la competizione tra colossi della vendita al dettaglio si danno battaglia all’ultimo sangue per tenere aperto anche nei festivi, per non parlare poi di quei supermercati che da qualche tempo rimangono aperti anche durante la notte.

Normalmente, fatta la spesa settimanale al sabato, o per chi può durante la settimana visto che molti supermercati chiudono alle nove di sera, i giorni festivi potrebbero essere utilizzati per una scampagnata, per fare dello sport, una camminata in montagna, la visita a un museo o a una mostra, godersi un film al cinema o semplicemente rilassarsi a casa con un bel libro o facendo qualsiasi altra cosa coi propri famigliari, fosse anche un passeggiata.

Eppure, se a Pasquetta i centri commerciali aperti risulteranno, come è assai probabile, pieni di consumatori è perché la pochezza delle idee per sfruttare al meglio il proprio tempo libero unita all’abitudine compulsiva e consumistica di fare shopping delle persone, porta alcuni, anzi molti, di noi a sprecare tempo all’interno dei centri commerciali anche alla domenica, per non dire di coloro che fanno chilometri spendendo in carburante e pedaggio autostradale quello che vanno a risparmiare per acquistare un capo firmato scontato in qualche outlet a un centinaio di chilometri di distanza.

L’odierna amministrazione comunale di Torino non è che aiuti, visto che ha tagliato del 30% i finanziamenti alla cultura ma ha dato la concessione per costruire sul territorio una decina di nuovi centri commerciali.

La partita che si gioca nel nostro tempo libero torinese sembra dunque per il momento vedere shopping 1 – cultura 0, nonostante negli anni addietro si fosse fatto molto per dare più opportunità di svago ai Torinesi, che, però, vedono al momento ridursi le possibilità di eventi che raccolgano cittadini e turisti nel centro città, invece che vederli ammassarsi in avveniristici centri commerciali nei quali lo sconto, l’offerta della grande marca low cost e l’orario continuato sino a tarda sera ci appaiono come conquiste sociali, quando, invece, rappresentano troppo spesso solamente la nostra incapacità di dare il giusto valore al tempo libero a disposizione.



Marco Pinzuti


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Articolo pubblicato il 16/04/2017