Torino. Sindaca Appendino rinsavisci!

L’accorato appello di Roberto Rosso per il recupero di tre miliardi, risparmiati dalla TAV, a vantaggio della città.

E’ ormai noto l’impasse insormontabile sul percorso della sindaca Appendino.

Le casse del comune sono vuote, anche per le distrazione dai bilanci del Comune e GTT effettuati negli anni scorsi ed oggetto d’indagine da parte della Magistratura.

Nonostante le promesse ostentate nel corso della campagna elettorale, Chiara Appendino si sta arrampicando sui vetri.

A Natale ha scatenato i vigili urbani ad elevare multe agli automobilisti nel centro storico, tanto per agevolare il piccolo commercio, nel periodo che un tempo rappresentava per i commercianti, occasione d’incassi certi.

Poi con invidiabile disinvoltura sta concedendo licenze edilizie a 15 nuove città commerciali che sorgeranno in ogni circoscrizione, per introitare circa 45 milioni teorici di oneri di urbanizzazione. Impegnando poi, contro ogni prassi, i proventi ottenuti nella spesa corrente.

E’ stato inoltre prospettato un congruo aumento dell’importo di accesso e parcheggio auto nella ZTL per i residenti.

La bravura della nostra sindaca ha inoltre ipotizzato che il Governo sia debitore della città per 62 milioni. Importo, per la cui entità, è già contestato non solo a Roma, ma anche da calcoli, pare attendibili prospettati da esponenti politici di rilievo.

La fortuna potrebbe ancora assistere la nostra first lady, ma c’è un ma ideologico che oggi parrebbe insormontabile.

Le fornisce il supporto per un onorevole rentrée, il capogruppo di Direzione Italia in consiglio comunale Roberto Rosso.

Rosso ha presentato una mozione al consiglio comunale in seguito alla notizia del risparmio di ben 3 miliardi per la realizzazione della TAV (da 4,9 preventivati a 1,9 effettivi). Secondo la prassi i risparmi d’asta, come nel caso delle Olimpiadi, sono sempre stati utilizzati per le necessità del territorio.

Oltre agli enunciati della Sindaca per altri progetti della cui scarsa utilità ci siamo già ampiamente  intrattenuti, potremo ricordarle, come già ha fatto il capogruppo di Direzione Italia, che il Comune di Torino, ad oggi, non riesce a completare la linea 1 della metro fino alla stazione di Moncalieri ed al castello di Rivoli e men che meno è in grado di progettare e realizzare le linee 2 e 3 necessarie alla nostra Città.

Purtroppo, la decisione di Chiara Appendino di uscire dall’Osservatorio Tav che è l’organismo creato per dare la possibilità ai comuni interessati a discutere e fornire indicazioni per la realizzazione di opere pubbliche, rende difficile l’iter, in quanto il Comune di Torino si trova nella condizione di non poter interloquire con il Governo per il riutilizzo dei fondi risparmiati. 

Sarebbe oltremodo difficile ed imbarazzante, dover spiegare ai cittadini che una bizza ideologica priva la città di un’opera fondamentale per lo sviluppo, la creazione di posti di lavoro e la riduzione dell’inquinamento. 

Chiara Appendino, come le suggerisce Roberto Rosso potrebbe o voler riconsiderare la decisione di non voler partecipare al tavolo dell'Osservatorio, oppure indicare quantomeno il metodo e la strada attraverso i quali, in alternativa all’operatività dell'Osservatorio, poter costruire un dialogo con il governo idoneo a far assegnare a Torino, nel settore del trasporto su terra, i soldi risparmiati nella tratta italiana dell’alta velocità.  

L’applicazione pratica del principio del “Bene Comune”, potrebbe significare qualcosa?

 

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Articolo pubblicato il 12/04/2017