Rubiana (TO) Il territorio come “campo di gioco in cui si realizza la sfida creativa”

Non un “oggetto”, ma parte vitale del rapporto con le sue imprese

Che le imprese non si allontanino dal proprio territorio! L’appello che spesso lanciamo con il nostro operato come DAI Impresa e nella nostra comunicazione, come 2006PIU’ Magazine.

Più abbiamo evidenziato questa necessità, senza confinarci nel solo ambito della teoria. Ma, anzi, passando anche alla prassi. Si può citare in merito il primo incontro nel marzo scorso a Rubiana, organizzato come gruppo di imprenditori a tema alternanza scuola-lavoro con imprese, istituti e istituzioni della Valle di Susa e Sangone.

Il rapporto tra le aziende e il territorio costituisce per le prime addirittura un inatteso vantaggio competitivo, secondo l’economista Marco Magnani, scrittore e docente di Scienze Politiche. Infatti, esse devono portare nella relazione con il luogo nel quale sorgono e operano una dote fondamentale: la lungimiranza.

Ossia, la capacità di traguardare l’interesse immediato, ponendosi il problema di adottare le scelte migliori in un’ottica prospettica, dal momento che il territorio è un fenomeno complesso.

Esso si estende oltre i confini geografici del luogo d’origine dell’impresa o di quelli fisici in cui è attiva. Nei suoi ambiti comprende anche scuola e ricerca, ambiente e cultura, filiera e dipendenti, giovani e sport. Bisogna, dunque, non considerarlo, secondo l’avviso dei docenti di Scienze Economiche Claudio Baccarani Gaetano M. Golinelli “come un puro e semplice ‘oggetto’, un terreno di conquista, una risorsa da sfruttare”.

L’approccio che si dovrebbe avere verso di esso va mediato “attraverso atti di scambio commerciali ed emozionali per ciò che la relazione con quello spazio rifletteva per i contraenti”.

Pertanto, la necessaria premessa è che il territorio sia in grado di costruire davvero una rete con le aziende che lo animano, cercando al tempo stesso di essere il più attrattivo possibile per le eccellenze. Deve, inoltre, stimolare la collaborazione, valorizzare tradizioni ma anche recepire nuove tecnologie. Essere, insomma, quel “campo di gioco in cui si realizza la sfida creativa” come ancora Baccarani e Golinelli.

Insomma, come scriveva il Direttore di 2006PIU’ Magazine Marco Margrita in un passato e beneaugurante editoriale, “forse è tempo che per i nostri territori, sapendo investire su una sinergia capace di sguardo globale, si metta in campo un “modello Langhe”: costruendo un brand comune, capace di determinare una riconoscibilità complessiva di questo ampio scrigno di tesori d’arte, cultura e tipicità.

Un lavoro in cui le aziende del territorio possono giocare un ruolo importante”.

Luca V. Calcagno

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Articolo pubblicato il 29/03/2017