Regione Piemonte. Chiamparino non lotta contro la povertà e dimentica le famiglie italiane

Le proposte del Movimento Nazionale per la Sovranità nell’assestamento del bilancio di previsione finanziario 2016 – 2018

Tanto si parla di attenzione della Regione alle categorie disagiate, ma nei fatti il Piemonte si sta distinguendo tra le Regioni d’Italia per l’assenza e il nulla di fatto per contrastare la povertà e sostenere le famiglie indigenti. Lo sostiene Gianluca Vignale, capogruppo del Movimento Nazionale per la sovranità al consiglio regionale.

“Gli ultimi dati a disposizione sul livello di povertà nella nostra regione non lasciano spazi a dubbi: Il numero di famiglie povere è andato crescendo costantemente nel tempo raggiungendo il tasso del 6,6 %. La percentuale degli individui invece a rischio povertà ed esclusione sociale nel 2015 sale al 18%. Questo significa, ci precisa Vignale, che ad oggi nella nostra regione sono oltre 350 mila poveri , corrispondenti a più di 110 mila nuclei famigliari. Dato che rischia di aumentare di anno in anno se non si interviene con misure straordinarie”.

L’unico intervento contro la povertà è rappresentato dall’introduzione, sull’intero territorio regionale del Sia (Sistema per l'inclusione attiva), misura di contrasto alla povertà emanata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero dell’Economia e delle finanze, che prevede l'erogazione di un sussidio economico alle famiglie in condizioni economiche disagiate con reddito ISEE inferiore o uguale ad € 3.000,00 nelle quali sia presente almeno un componente minorenne oppure un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza accertata.

I criteri – e le pochissime risorse stanziate– di questo strumento sono stati tali da trasformare quella che sarebbe potuta essere una misura utile in un vero e proprio flop regionale.

I dati parlano chiaro: solo poco più del 2,2 % della popolazione indigente regionale ha presentato domanda e solo lo 0,69% della popolazione in stato di povertà ha ottenuto il SiA. In numeri: 2.433 domande accolte su oltre 350 mila persone povere in Piemonte.

A questo si aggiunge una sproporzione tra i beneficiari: in una Regione che conta meno del 10% di popolazione residente straniera, oltre il 50% dei beneficiari del contributo sono immigrati.

“E’ evidente, sostiene il capogruppo del Movimento Nazionale per la Sovranità, che nel contrasto alla povertà e nella tutela delle persone indigenti serva un cambio passo  e anche rapido.

i contributi nazionali, come il Sia o il reddito di inclusione, recentemente approvato dal Senato, sono, infatti, del tutto insufficienti e, secondo le stime attuali, potranno essere di aiuto solo ad un povero su tre (che molto probabilmente sarà straniero).”

Per questo motivo il Movimento per la Sovranità Nazionale formalizzerà alcune proposte in Regione Piemonte finalizzate innanzitutto ad integrare il Piano nazionale per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale  con risorse regionali e con fondi europei ( esattamente come hanno fatto molte altre regioni italiane, come Lombardia, l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia, la Puglia). Se il Sia nazionale o il Reddito di inclusione non potranno garantire sostegni adeguati, la Regione ha le risorse per rinforzare queste misure, allargando i criteri e la platea dei beneficiari.

“E’ al voto nelle prossime settimane il ddl n. 237 “Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2016 - 2018 e disposizioni finanziarie”, il Movimento per la Sovranità Nazionale proporrà un emendamento che, utilizzando i fondi regionali destinati ad immigrati e le entrate provenienti dalla vendita delle partecipate, o i fondi europei, destini almeno 10 milioni di euro, per gli italiani che in stato di difficoltà residenti da almeno 5 anni  in Piemonte.

Inoltre, conclude Vignale, chiederemo che le risorse vengano stanziate in modo più equo ed equilibrato tra popolazione straniera e italiana, secondo un criterio che tenga della distribuzione numerica sul territorio regionale”.

Nell’affrontare questo fenomeno si dà la priorità agli stranieri si rischia la disuguaglianza sociale al contrario e lo scontro sociale.  Bisogna sostenere prioritariamente le famiglie italiane che non riescono a volte neppure a sopravvivere non avendo risorse necessarie per pagare le spese di casa, della spesa mensile, delle spese per i loro figli e troppo speso dovendo rinunciare a medicinali e cure.

A loro, oggi, il Piemonte e il governo italiano non garantiscono i corretti sussidi.


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Articolo pubblicato il 25/03/2017