Torino - Il “tesoretto olimpico”, l’altra faccia del rapporto centro – periferia

Chi prevarrà?

La vicenda del “Tesoretto Olimpico” di Torino 2006 sta assumendo i contorni di una dialettica centro - periferia. La dinamica si ripercuote anche all’interno delle stesse forze politiche: emblematico il caso del Movimento Cinque Stelle, che mostra una divergenza nelle intenzioni tra la Consigliere regionale Francesca Frediani e la Sindaco di Torino e della Città Metropolitana Chiara Appendino, proprio sulla destinazione d’uso dei fondi post-olimpici.

Infatti, la Pentastellata regionale ricorda, in una nota: “avevamo impegnato la Giunta, attraverso una mozione approvata dal Consiglio regionale, di distribuire i fondi del tesoretto con uniformità su tutto il territorio interessato”. Mentre la Sindaco intende spendere 3 milioni di Euro, sui 42 totali, per ripristinare le arcate dell’ex Moi nel Comune di Torino.

La querelle è arrivata anche nel Consiglio della Città Metropolitana, con una mozione a firma Monica Calalis e Mauro Carena, entrambi Pd, per cui “i fondi post-olimpici devono essere destinati ai territori di montagna” con il primario obiettivo di potenziare il turismo nei territori alpini e favorire la riqualificazione e lo sviluppo dei siti montani che nel 2006 ospitarono i giochi invernali, in particolare a Cesana e Pragelato, sede dei trampolini e della pista da bob.

“A distanza di cinque mesi dal nostro insediamento, siamo riusciti a portare al centro dell’attenzione i bisogni dei territori di montagna e le politiche che la Città Metropolitana intende attuare a loro favore” le prerogative dei due Consiglieri, da Cumiana e da Villardora.

Nell’ultima seduta, però, data l’assenza della Sindaco per impegni istituzionali, i due Consiglieri PD hanno scelto di sospendere la mozione, in attesa di un Consiglio presieduto da Appendino.

Nella vicenda del “Tesoretto Olimpico” emerge con chiarezza un’irrisolta contraddizione tra la vocazione area dell’ente e la sua natura strettamente cittadina, a partire dagli elettori che ne stabiliscono il Sindaco.

Non appare, allora, inconsueto che tale nodo irrisolto si palesi a proposito della vicenda “Tesoretto Olimpico”. Esso altro non è che un altro capitolo in quella storia che si potrebbe intitolare Torino2006 sogni e prospettive, dove ai primi non c’è limite, se non il duro scontro con la realtà che le seconde impongono. Se quelle erano “le montagne di Torino”, ci auguriamo che il Capoluogo se le prenda a cuore.

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Articolo pubblicato il 24/03/2017