Il settore cartario è un colosso della nostra economia: occupa 20mila addetti e fattura 7 miliardi di euro.

Un comparto molto attento alla sostenibilità e all’utilizzo dei materiali riciclati.

Un’economia di carta. Detto così, sembrerebbe un segnale di debolezza. Invece è tutt’altro: tra tissue, packaging e carte grafiche, l’industria cartaria italiana è un comparto di assoluta eccellenza, che ha raggiunto circa 7 miliardi di euro di fatturato nel 2015, dando lavoro a 19.500 addetti. Ed è parte di una filiera (comprendente ad esempio i comparti delle macchine per carta, dell’editoria, della grafica e della stampa) che, solo nel nostro Paese, “vale” 31 miliardi di euro, con 200mila addetti e 680mila nell’indotto.

E i dati continuano a essere positivi: nei primi sette mesi del 2016 il settore ha aumentato la sua produzione dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati diffusi da Assocarta, l’associazione di categoria, in occasione del MIAC, la mostra internazionale dell’industria cartaria che ha avuto luogo a Lucca a ottobre.

Con 3,9 milioni di tonnellate, secondo Assocarta, l’export è ancora il fattore di traino di questo comparto, che ha chiuso il primo semestre 2016 con una crescita dello 0,6% rispetto all’anno precedente, malgrado le carte per usi grafici presentino delle compressioni (-4,1%). Anche l’export di carte per usi igienico-sanitari è in lieve riduzione, mentre sono positive le dinamiche per le vendite all’estero di carte e cartoni per packaging (+7%).

Il regno della carta è in Toscana

Il cuore del distretto cartario non solo d’Italia, ma d’Europa, è proprio quello di Lucca, con 4,3 miliardi di fatturato nel 2015, di cui un miliardo proveniente dall’export: specializzato nella carta per uso igienico e domestico, è in grado di riciclare 1,2 milioni di tonnellate di carta all’anno.

E proprio a Lucca si svolge anche il Festival internazionale della carta, Cartasia, una mostra interamente dedicata al design e all’architettura che fanno della carta il loro materiale principale. 

Anche gli Usa vogliono la carta italiana

Non è un caso, quindi, che proprio in provincia di Lucca, a Porcari, abbia sede il gruppo Sofidel, leader mondiale nella produzione di carta tissue per uso igienico e domestico (la Carta Regina, per intenderci) con 1,8 miliardi di ricavi, 27 stabilimenti in 13 Paesi, 5.500 dipendenti, 1 milione 58mila tonnellate di capacità produttiva e crescita del 5% annuo.

Il gruppo, che sta adottando una politica di espansione negli Stati Uniti, ha ricevuto a giugno 2016 i complimenti dell’ex Presidente Barack Obama per le opportunità di lavoro che sta creando nel Midwest con l’apertura di uno stabilimento greenfield (ovvero partendo da zero in un’area non precedentemente utilizzata) a Circleville, nello stato dell’Ohio.

Dalle banconote alla carta da pane

Tra le grandi aziende del settore, anche se non attive nella produzione di carta per uso igienico e domestico, vanno segnalati anche il Gruppo Cordenons (con oltre 80 milioni di fatturato) e Fedrigoni, che con più di 600 milioni di euro di ricavi è l'unica realtà italiana di carta per banconote accreditata dalla Banca centrale europea per la produzione della carta filigranata dell'euro.

Un occhio puntato al green è invece quello di Cartiere Saci (53 milioni di euro), fiore all’occhiello del manifatturiero veronese, specializzata nella produzione di carta da imballo a partire dal 100% di materia prima riciclata.

Tutti i tipi di carta, rigorosamente frutto di riciclo, sono prodotti a Cadidavid, in provincia di Verona. Il core business? La carta di bassa grammatura e quella da pane, in grado di conservare gli alimenti. 

Il futuro è circolare

Nonostante i risultati positivi, però, nel settore non mancano le difficoltà, che l’industria sta però cercando di superare grazie all’economia circolare.

Ogni anno, infatti, il settore ricicla 4,8 milioni di tonnellate di carta proveniente dalle raccolte differenziate per farne imballaggi e tovaglioli. La carta – il prodotto più riciclato in Europa – in Italia è il primo materiale per quantità differenziata (oltre 3 milioni di tonnellate nel 2015 su un totale di 6,3 milioni di tonnellate di carta raccolta) con un tasso di riciclo dell’80% nel settore dell’imballaggio.
Insomma, non solo numeri, ma anche sostenibilità. Per il presente e, sempre più, per il futuro.

borsaitaliana.it

 

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Articolo pubblicato il 17/03/2017