Olanda, prime previsioni dopo la chiusura dei seggi elettorali.

I Liberali di destra del premier Rutte sono in testa.

 

E’ da poco terminata la lunga giornata elettorale in Olanda. 12,8 milioni di elettori hanno votato per rinnovare i 150 seggi della camera bassa del Parlamento. Queste elezioni sono considerate un test della febbre populista e xenofoba in Europa, prima del voto presidenziale in Francia e delle legislative in Germania.

Sono stai diffuse poco fa le prime proiezioni. I liberali de premier Mark Rutte sono in testa con 31 seggi su 150 del Parlamento, 10 in meno delle ultime consultazioni.

La destra sovranista di Geert Wilders, raccoglierebbe 19 seggi, 4 in più rispetto alle precedenti elezioni.

Diciannove seggi per i cristiano – democratici di CDA e per i liberali di sinistra di D66.

Tra le altre tre formazioni è un testa a testa. I risultati conclusivi potrebbero ribaltare qualche previsione.

L’affluenza, davvero considerevole, è stata dell’81%.

Nelle ultime settimane sono scesi i consensi per il Partito per la libertà (Pvv). Secondo i precedenti sondaggi Geert Wilders sarebbe arrivato solo in quinta posizione con il 10,2%.

Rutte, in corsa per un terzo mandato, era accreditato in testa con 27 seggi sui 150 della Camera bassa del Parlamento.

La linea dura che ha tenuto nella crisi diplomatica con la Turchia avrebbe consolidato il Partito liberale.

“Il fatto è che i politici stanno ingrandendo i problemi invece di risolverli. L’errore del populismo risiede nel non affrontare i problemi reali della gente, li rendono più grandi, invece di risolverli”, ha dichiarato Rutte fuori dalle urne.

Sono 28 in totale i partiti che si sono presentati. Il nuovo Parlamento si insedierà il 23 marzo.

A prescindere dal risultato definitivo, c’é una situazione molto delicata, con ripercussioni non solo in Olanda, sulla quale il nuovo governo dovrà intervenire: la questione turca.

La tensione tra Ankara e l’Olanda non si placa. ll presidente turco Erdogan è tornato ad attaccare i Paesi Bassi questa volta per il coinvolgimento nel genocidio di Srebrenica nel 1995. Il riferimento è ad una sentenza del tribunale dell’Aja che ha ritenuto i caschi blu olandesi responsabili per non aver impedito la morte di centinaia di bosniaci di fede musulmana.

“Miei cari amici conosciamo l’Olanda e gli olandesi dal massacro di Srebrenica”, ha detto il presidente Erdogan, “sappiamo che carattere marcio hanno dal loro massacro di 8.000 bosniaci. Lo sappiamo molto bene”.

Dopo la sospensione delle relazioni diplomatiche con l’Olanda e la chiusura dello spazio aereo turco ai diplomatici olandesi, il presidente turco infila un’ennesima stoccata senza risparmiare Angela Merkel, criticata per comportarsi non diversamente dai Paesi Bassi.

In seguito all’aggravarsi della crisi tra i due paesi ad Ankara e Istanbul sono state chiuse le sedi diplomatiche olandesi per motivi di sicurezza. Il ministero degli Esteri turco ha anche chiesto all’ambasciatore olandese che non si trova nel paese, di non rientrare per un certo periodo.

Dopo l’espulsione del ministro turco della Famiglia, Fatma Betul Sayan Kaya, fermata mentre si recava a Rotterdam, la Turchia ha fatto sapere di voler denunciare il governo olandese presso le Nazioni Unite, l’Osce e il Consiglio d’Europa con l’accusa di aver violato la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche.

Ci soffermeremo, non appena saremo a conoscenza dei risultati ufficiali, sull’esito del voto e l’individuazione del nuovo primo ministro.

 

 

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Articolo pubblicato il 15/03/2017