Il passaggio generazionale in azienda.

Un convegno a Rivarolo (TO) pone l’accento su una questo momento delicato.

Un errore in cui si rischia di incorrere, nel momento in cui si racconta il mondo del lavoro e dell’imprenditoria, è concentrarsi in maniera esclusiva sul fatturato, sulle più o meno felici vicende aziendali.

Resta in secondo piano un aspetto, dal non marginale carattere esistenziale: il passaggio di consegne attraverso le generazioni all’interno di un’impresa.

Tutt’altro che secondario, perché richiede uno sguardo ai fenomeni in corso e al tempo stesso il pensiero all’immediato futuro, la trasmissione di un’impresa è un affascinante fenomeno, che merita di essere studiato in maniera approfondita.

Esso non è soltanto una questione burocratica, ma viene a essere caratterizzato dall’attaccamento emotivo tanto verso l’azienda quanto tra i membri della stessa famiglia.

A dedicare un convegno in materia, recentemente è stato lo Studio Chiono & Associati, facente parte del network Bni, in un incontro a Rivarolo, presso l’omonimo hotel, lo scorso 2 marzo.

Al tavolo dei relatori un numero cospicuo di esperti, tra avvocati, uno studio che si occupa di sicurezza sul lavoro, un altro che si occupa dei compensi e delle risorse umane, un promotore finanziario ed esperti di marketing.

Sono almeno due gli aspetti da tenere in considerazione nel momento in cui si affronta la questione del passaggio aziendale. Da un lato un quesito: come essere certi della calibrazione delle competenze correlate a uno specifico ruolo, quando si tratta di affidare quel compito a un membro della famiglia?

Si è sicuri che sia la persona migliore per sostenere quell’onere? La risposta, più volte rimarcata nell’appuntamento canavesano, è stata affiancare alla famiglia, nelle fase delicata di divisione di compiti e responsabilità, un esperto di gestione delle risorse umane.

L’oggettività garantita dalle competenze di una persona specializzata permette di eseguire una valutazione sgravandosi del fattore parentale.

Altro interrogativo, di importanza capitale, è nuovamente la ricerca di un equilibrio fra nuova gestione, apporto di novità che quest’ultima reca con sé e quel che l’impresa è stata fino a quel momento.

È chiaro, per esempio, che le generazioni che s’approssimano al nuovo millennio abbiano un altro rapporto con la Rete. Ma discostarsi tanto nel modo di comunicare e di autoconcepirsi di un’azienda è una paga che ripaga?

Oppure rischia di generare confusioni negli affezionati, clienti e fornitori, del marchio?

Come gruppo che si occupa di impresa non possiamo non apprezzare l’iniziativa dello Studio Chiono & Associati. L’imprenditore ha un ruolo sociale, perché quanto più è grande l’azienda più è ampio il segmento di società che muove (si pensi alle famiglie dei dipendenti).

Pertanto, e a maggior ragione, non si può prescindere dal tener conto del domani. Prestare attenzione al passaggio di consegne, da un padre a un figlio nella guida di un’azienda, non significa soltanto assicurare la maggior sicurezza possibile in una fase delicata di cambiamento, ma anche preoccuparsi di mantenere il più in salute possibile un angolo di società.

Luca V. Calcagno

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Articolo pubblicato il 15/03/2017