La Commissione Antimafia ordina il sequestro degli elenchi degli affiliati alla Massoneria

La risposta del Prof Antonio Binni, Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia

Pubblichiamo il Comunicato ufficiale emesso dall'Ufficio Stampa della Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, relativo all'ordine di consegna degli elenchi degli Affiliati delle Regioni Sicilia e Calabria, da parte degli Uffici della Comissione Antimafia.


 

Comunicato stampa

SEQUESTRO ELENCHI ISCRITTI CALABRIA E SICILIA:

IL GM ANTONIO BINNI: “RISPETTARE UN ORDINE NON SIGNIFICA CONDIVIDERLO”


“Ci sono momenti per manifestare la propria correttezza e la propria lealtà verso lo Stato e momenti per riflettere ed esprimere le valutazioni necessarie per tutelare i propri diritti. La Gran Loggia d’Italia degli ALAM ha ottemperato gli obblighi che le derivano dall’ordine di consegna degli elenchi dei propri iscritti calabri e siciliani emesso dalla Commissione Antimafia con grande correttezza, nel rispetto delle leggi dello Stato che la Massoneria pone fra i suoi valori fondanti e fondativi”. Lo dichiara Antonio Binni, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia a seguito del sequestro degli elenchi avvenuto il 1 marzo scorso, che sottolinea: “Rispettare l’ordine non significa però condividerlo, visto che per la Gran Loggia d’Italia, sono ancora oggi irrinunciabili, tanto il diritto di associazione, sancito dall’art. 18 della Costituzione, quanto il diritto alla riservatezza dei suoi associati. In forza di queste legittime convinzioni, la Gran Loggia d’Italia si è opposta alla consegna, in forma spontanea, degli elenchi richiesti. Non tanto perché si avesse qualcosa da nascondere (considerato che si era consapevoli che un provvedimento in tal senso poteva essere emanato in qualsiasi momento) – tiene a ribadire il Gran Maestro - ma per il fermo convincimento che questi diritti dovessero essere difesi per la Massoneria, per i suoi associati, per la collettività tutta, avuto riguardo alla natura indivisibile della libertà”.

“Se “sono emersi preoccupanti elementi sul rischio di infiltrazione da parte di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta di settori della Massoneria” come dice la Commissione Antimafia, sarebbe stato più proficuo rivolgere lo sguardo altrove. Ci riferiamo a quei gruppuscoli sedicenti massonici definiti nel tempo dalla stessa Magistratura come “massoneria deviata” e che niente hanno a che fare con una istituzione meritevole di considerazione e rispetto come la Gran Loggia d’Italia degli ALAM. La richiesta indiscriminata degli elenchi dei nostri iscritti è il segno evidente della vaghezza degli “elementi” di cui dispone la Commissione. Di una cosa siamo comunque certi: i controlli che vengono, nella nostra associazione, effettuati per potersi iscrivere sono tassativi e prevedono, fra l’altro, la presentazione del certificato del casellario giudiziale e dei carichi pendenti; controlli ben più stringenti rispetto al rilascio della tessera per quelle associazioni dove l’infiltrazione mafiosa, secondo la cronaca, sembra conclamata, e alle quali non sono mai stati richiesti elenchi.

Riteniamo che il provvedimento della Commissione Antimafia – dice Antonio Binni - sia, nella sua consistenza, ingiustificato e vessatorio e che vada ad alimentare il clima persecutorio che sta nuovamente montando nei confronti della Massoneria. In passato, quando ciò è avvenuto, si sono vissuti momenti cupi per il Paese. Vogliamo vivamente sperare che non si debba ripetere alcuna deriva autoritaria. Siamo certi, che ancora una volta, la Gran Loggia d’Italia risulterà estranea ad ogni forma di coinvolgimento con qualsiasi organizzazione criminale – conclude il Gran Maestro - sperando che il prezzo che stiamo pagando circa la limitazione dei nostri diritti possa, una volta per tutte, fare la necessaria chiarezza. Le dichiarazioni di alcuni politici in questi giorni non ci fanno però ben sperare. Fermo il punto che faremo tutto quanto in nostro potere per garantire diritti, rispetto e onorabilità alla Gran Loggia d’Italia degli ALAM e dei suoi associati”.

Roma, 6 marzo 2017 Comunicazione a cura dell’Ufficio Stampa della Gran Loggia d’Italia Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi

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Articolo pubblicato il 09/03/2017