Ricordo del commissario Vincenzo Rosano, Medaglia d’Oro al Valor Civile

Gli è stato intitolato il Laboratorio di Genetica e Chimica Forense del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica “Piemonte e Valle d’Aosta”, di Torino

A Torino, lunedì 6 marzo, alle ore 12:30, alla presenza del Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli, si è svolta la cerimonia di intitolazione al Commissario di Pubblica Sicurezza dottor Vincenzo Rosano, Medaglia d’Oro al Valor Civile, del Laboratorio di Genetica e Chimica Forense del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica “Piemonte e Valle d’Aosta”, sito in via Veglia n. 44.


Il dottor Vincenzo Rosano è deceduto a Torino, il 9 febbraio 1977, a seguito delle gravi ferite riportate dopo un conflitto a fuoco con alcuni malviventi.


Alla cerimonia, che coincide con la ricorrenza dei quarant’anni dalla sua scomparsa, ha partecipato la sorella, signora Eleonora, che ha eseguito lo scoprimento della targa commemorativa.


La morte del commissario Vincenzo Rosano, avvenuta negli “anni di piombo”, costituisce un doloroso capitolo della “Torino noir”.


Il 2 febbraio 1977, Rosano, da alcuni mesi alla Squadra Mobile di Torino, è fuori servizio e, insieme ad un collega (il commissario Fabrizio Gallotti), poco dopo le ore 21:00, si è recato a cena nella pizzeria “Marechiaro” in via San Francesco d’Assisi angolo via Pietro Micca.


Ad un tavolo del locale stanno cenando cinque uomini, fra questi Rosano riconosce due pericolosi criminali, uno appena evaso dal carcere. Rosano e Gallotti si avvicinano per arrestarli, i cinque reagiscono in modo aggressivo, due riescono a uscire in strada, gli altri tre sparano per primi per aprirsi la via di uscita, prima che i due funzionari possano attuare qualche reazione. Il commissario Rosano è colpito nella regione cardiaca e al femore; il secondo funzionario è ferito in modo meno grave al braccio sinistro e alla mano destra. È leggermente colpito anche un cliente della pizzeria.


Iniziano le ricerche dei fuggitivi.


Rosano, trasportato all’ospedale delle Molinette, è in condizioni molto gravi, sono anche interessati i polmoni e gli organi addominali. Una complicazione insorta in seguito è l’infezione al pancreas. Rosano è assistito in carcere dalla madre, ancora vivente, dalla sorella e dalla fidanzata. Resta in vita per una settimana, il giornale “La Stampa” fornisce notizie di un decorso molto difficile ma con qualche breve momento di ripresa.


Vincenzo Rosano è nato a Larino (Campobasso) nel mese di aprile del 1944, ha 32 anni, è orfano di guerra. La madre, quando nel 1944 era incinta di Vincenzo, lavorava col marito in un aeroporto civile dove, durante un bombardamento, il marito era morto.


Vincenzo Rosano muore mercoledì 9 febbraio 1977. Dopo l’autopsia, la camera ardente è allestita in questura il giorno 10, il funerale si svolge venerdì 11 febbraio, alle ore 15:00, con partenza dalla questura, la cerimonia funebre è tenuta nella chiesa di Santa Barbara in via Assarotti. Viene sepolto a Larino - dove in tempi recenti viene più volte ricordato con cerimonie organizzate dalla Questura di Campobasso - ed è insignito, il 16 febbraio 1979, della Medaglia d’oro al Valor Civile.


Per concludere, ricordiamo che gli uccisori di Rosano – come scrive il sito “cadutipolizia.it” - appartengono ad un gruppo criminale chiamato “banda dei suicidi” per la noncuranza dimostrata nei confronti della loro stessa vita.


Si danno alla fuga e, il 2 maggio, con altri complici, a Moncalieri (Torino), uccidono in un conflitto a fuoco i Carabinieri Giuseppe Terminiello e Tonino Gubbioni e, il 17 dello stesso mese, a Porto San Giorgio (oggi in provincia di Fermo), in una nuova sparatoria, ammazzano l’appuntato dei Carabinieri Alfredo Beni e feriscono un ufficiale dell’Arma. Il giorno successivo a Civitanova Marche (Macerata), in una nuova sparatoria con i Carabinieri, uccidono il maresciallo capo Sergio Piermanni. In questi ultimi due scontri a fuoco con i Carabinieri, quattro banditi restano uccisi ed altri tre sono feriti, arrestati e processati.

 

Ringrazio per la collaborazione il sito: www.cadutipolizia.it 

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Articolo pubblicato il 07/03/2017