Regione Piemonte - Piano regionale per la qualità dell’aria
Foto di repertorio

Il rinnovo delle flotte del trasporto pubblico deve essere priorità nelle città piemontesi

  Secondo i dati raccolti da Legambiente con la campagna “PM10 ti tengo d'occhio”, nel 2016 un capoluogo italiano su tre ha oltrepassato il limite di 35 giorni con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo prevista dalla legge. Il triste primato spetta a Torino, con la centralina Grassi, che ha raggiunto 89 superamenti (due volte e mezza il limite), ma anche Asti e Alessandria sono fra i primi dieci capoluoghi. Il rapporto Mal’aria di Legambiente del 2017 riporta che le centraline che hanno superato i 35 giorni sono 63 in 33 città diverse e anche in questo caso Torino primeggia con 5 centraline (Grassi, Consolata, Rebaudengo, Rubino e Lingotto). Ma vi è una doppia centralina oltre la soglia anche ad Alessandria e Asti. 

 A livello regionale, le regioni a cavallo della pianura padana hanno registrato le maggiori criticità: in Piemonte solo Biella (2 centraline), Cuneo (2 centraline) e Verbania (1 centralina) non hanno registrato superamenti con le 5 centraline presenti. Le restanti 5 città hanno fatto l'en plein dei superamenti con le loro 13 centraline.  

Il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi ha quindi chiesto le comunicazioni alla Giunta regionale, visto anche lo sviluppo del piano della qualità dell’aria che dovrebbe essere approvato nei prossimi mesi dal Consiglio Regionale. 

 In particolare, come già chiedeva l’ordine del giorno 566 approvato in Consiglio Regionale nel dicembre 2015, sono state ribadite alcune delle richieste che erano già emerse in quella occasione: limitare la circolazione dei veicoli a maggior impatto ambientale ed estendere le zone a traffico limitato (ZTL), efficientare i mezzi di trasporto pubblico locale e, in caso di nuove acquisizioni, privilegiare ove possibile l'acquisto di flotte su rotaia; promuovere la diffusione capillare di zone 30 nelle aree residenziali e la moderazione del traffico come strumento di lotta all'inquinamento.  

 “Il rinnovo delle flotte su ferro”ha dichiarato Grimaldi“con almeno 10 linee forti come in tutte le città moderne, costerebbe 200 milioni di euro (un decimo rispetto alla seconda linea di metro, che rimane necessaria e non alternativa). È un investimento che va fatto e che deve essere centrale nella contrattazione col Governo, perché solo a fronte di un’alternativa vera i cittadini saranno disposti a operare quel cambiamento culturale e civile necessario per una riduzione radicale del traffico e dell’inquinamento". 

Torino, in effetti, non può più aspettare: con  le ZTL più piccole d’italia, ci sono pochissime zone 30 e i mezzi turistici non pagano alcuna tassa ambientale. Il piano sulla qualità dell’aria dovrà contenere risposte a tutto ciò, a partire dalla limitazione dei diesel più inquinanti.

Ma ciò su cui insistiamo criticamente è la mancanza di una decisa determinazione scevra da clientelismi di sorta.

A conti fatti, con questa situazione ed i palliativi adottati non si fa altro che penalizzare, come spesso accade, le fasce più deboli e ci riferiamo a chi usa il mezzo per lavoro e non ha la possibilità di cambiarlo per ottemperare alle limitazioni anti inquinamento.

Sono anni che si parla di "seguire" con maggiore attenzione gli impianti di riscaldamento, pubblici e privati, come pure il rinnovo dei mezzi pubblici ed il loro potenziamento per ciò che riguarda la frequenza: solo così si possono chiedere "sacrifici" ai cittadini e salvaguardare il commercio e le consegne delle merci nei termini utili per non penalizzare alcuna categoria di lavoratori.

Un altro neo sono i cantieri, alcuni dalla durata biblica, e le mancate relative strategie da applicare alla circolazione: evitare le lunghe code servirebbe sicuramente al miglioramento dell'aria che si respira, specie di chi abita nelle zone interessate.

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Articolo pubblicato il 04/03/2017