I cinque Solidi Platonici

Significati e simboli di un’antica Tradizione

Solidi Platonici devono il loro nome all’ampia e particolare descrizione che nel suo dialogo “Timeo” ne fa Platone (vissuto tra il 428 e il 327 a.C.).

Fuoco, Aria, Acqua e Terra sono i primi Elementi che per gli antichi Greci costituivano l’essenza dell’Universo.

Il primo filosofo che descrisse in un trattato i Cinque Solidi Platonici fu Teeteto (417-369 a.C.), si afferma anche che egli fu il primo a costruire i cinque poliedri regolari.

Platone si ispirò alla teoria di Empedocle (vissuto tra il 490 e il 430 a.C.), secondo la quale la materia sarebbe composta da quattro elementi fondamentali, la Terra, l’Acqua, l’Aria e il Fuoco, e la integrò con la teoria degli atomi di Democrito (vissuto tra il 460 e il 370 a.C.), secondo cui le componenti del creato erano il vuoto e delle particelle non ulteriormente divisibili, gli “atomi”.

Alcuni sostengono che l’idea di studiare queste forme geometriche derivasse dalla capacità della Pirite di assumere varie strutture morfologiche: cubo, ottaedro e dodecaedro.

Tale caratteristica avrebbe potuto suggerire l’idea che il concetto di numero fosse da ritenersi oltre che un pensiero astratto anche una causa in grado di modellare la Natura stessa delle cose.

Le particelle atomiche della Pirite, descritte da Democrito, avrebbero potuto modellarsi in modo differente permettendo al “Numero” di agire sulla forma esteriore.


Dalla scuola pitagorica si diffuse anche il concetto di Tetractis, ovvero una sorta di triangolo equilatero che conteneva quattro livelli orizzontali: nel primo era presente un sassolino, nel secondo due, nel terzo tre e nel quarto quattro.



La forma ad “albero di Natale” presentava quattro livelli che contenevano 1 + 2 + 3 + 4 = 10 sassolini, o punti.

La relazione fra il 4 e il 10 troverà nell’esoterismo della Sacra Kabbalà la sua massima espressione.

Tornando ai nostri 4 Elementi potremmo dire che più che costituenti reali della materia ne siano i costituenti simbolici, dove le singole caratteristiche diventano peculiarità archetipiche della materia stessa.

L’Elemento Fuoco, per associazione, viene avvicinato all’azione, al maschile, alla volontà attiva, al Bastone dei Tarocchi.

L’Acqua al femminile, alla ricezione, alla passività e alle Coppe dei Tarocchi.

L’Aria è un Elemento che nasce dall’incontro tra Fuoco e Acqua, una causa di neutralizzazione, o meglio il Figlio di una coppia di opposti. Per analogia nel Tarocco l’Arie viene associata alla Spada, che la fende quando vibrata.

Infine la Terra rappresenta l’Elemento stabile, pesante e metallico. Possiede caratteristiche simili al Fuoco, dal quale si dissocia per differenza di sostanza, ma non di qualità.


Torniamo ai solidi platonici:

Il TETRAEDRO, o Piramide a base triangolare, formato da Quattro Triangoli Equilateri;

L’ESAEDRO, o Cubo, formato da Sei Quadrati;

L’OTTAEDRO, formato da Otto Triangoli Equilateri;

Il DODECAEDRO, formato da Dodici Pentagoni;

L’ICOSAEDRO, formato da Venti Triangoli Equilateri.

 

Il Fuoco viene associato al Tetraedro, forse più per la sua forma che può ricordare una fiamma che per altri motivi.

La Terra è associata al numero 4 e alla Pietra Cubica, quindi l’associazione platonica con il Cubo o Esaedro risulta corretta.

L’Acqua viene associata all’Icosaedro, che con le sue venti facce potrebbe avvicinarsi maggiormente alla forma sferica di una goccia di liquido.

L’Aria risulta associata all’Ottaedro, probabilmente per la sua capacità di salire e scendere, come i versi ascendente e discendente delle piramidi che formano l’Ottaedro.

Per quanto riguarda il Dodecaedro, Platone lo associa alla Quintessenza, allo Spirito, al trascendente. Le dodici facce del solido sembrano intimamente legate ai 12 segni dello Zodiaco e al mondo delle Stelle.

Sebbene i principi di analogia che dovrebbero essere sempre alla base di ogni espressione simbolica, non paiono così evidenti nello studio dei cinque solidi platonici.

A titolo di curiosità Odifreddi (2004) ci fa notare che: addirittura, Platone esemplifica la cosa scomponendo i venti triangoli che compongono i due ottaedri e un tetraedro, e ricomponendoli in un icosaedro. Ovvero ritiene che l’acqua si possa considerare come composta da due parti di aria e una di fuoco: il che anticipa in maniera sorprendente, benché per un puro colpo di fortuna, la formula dell’acqua (H2O))».

 

Prossimamente torneremo sui Solidi Archimedei, veicoli di altrettante curiose analogie simboliche.

 


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Articolo pubblicato il 28/02/2017