I Sioux scaricati anche da Salvini

Termina la resistenza dei Sioux che si opponevano al progetto di un oleodotto proprio sulle loro terre, progetto benedetto da Trump e osteggiato da Obama

Molti si ricorderanno di questo poster utilizzato in diverse campagne elettorali della Lega Nord. Era presente in ogni sezione della Lega ed era il simbolo di come un popolo possa essere espropriato della propria terra, delle proprie tradizioni, delle proprie usanze. Un messaggio forte e nello stesso semplice, arrivava direttamente al cuore e specie dopo il film "Balla coi lupi" ci si poneva dalla parte dei più deboli in quel meccanismo mentale che ci fa spesso parteggiare per i più deboli, a tifare per Davide che si oppone a Golia.

Ma i tempi cambiano, cambiano gli interessi ed i modelli, ed oggi che il modello che va di più nella Lega è il modello Putin o Trump, i nativi americani sono tornati ad essere solo un problema di cui disfarsene in fretta.

Gli indiani Sioux di Standing Rock che si opponevano al passaggio di un oleodotto sul territorio della loro riserva, nel North Dakota, hanno perso la loro battaglia. Lo sgombero definitivo dell’accampamento allestito da quasi un anno dagli indigeni, insieme a molti ecologisti, sarà avviato e completato da parte delle autorità statunitensi. 

A fine 2016 Barack Obama aveva deciso di non concedere all’azienda costruttrice il permesso di realizzare l’opera, per la quale era stato studiato un percorso alternativo. Ma già allora Donald Trump aveva avvertito: “Deciderò io”. Così ha fatto: lo scorso 7 febbraio ha annunciato di essere pronto a consentire la costruzione dell’oleodotto attraverso il fiume Missouri e il lago Oahe nel North Dakota. Il 24 gennaio il presidente ha firmato due ordini esecutivi per rilanciare il Dakota Access e l’altro oleodotto contestato, il Keystone XL, a sua volta bloccato da Obama per timori di danni ambientali.

I poster dei Sioux nelle sedi della Lega lasciano il posto al faccione arancione di Trump, tanto fatto trenta si può fare trentuno. Dopo aver abiurato l'indipendenza della Padania, il federalismo, Gianfranco Miglio, Umberto Bossi, si può tranquillamente fare a meno dei Sioux. Sono lontani i tempi in cui Bossi arringava il suo popolo insultando la signora Maria a Venezia invitandola a pulirsi il culo con la bandiera italiana, ora la parola d'ordine è "Fratelli d'Italia", il Va Pensiero sostituito dall'inno di Mameli e gli Indiani sostituiti dai petrodollari di Trump.

La "coerenza" politica evidentemente "paga" bene.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 25/02/2017