Verso la linea 2 della Metropolitana

Al via la progettazione della seconda linea della metropolitana di Torino

Quest’estate mi è capitato di girare buona parte del Portogallo, un paese all’apparenza più povero del nostro; eppure Lisbona (metà degli abitanti di Torino) presenta una rete di quattro linee della metropolitana e Porto, con poco più di duecentomila abitanti, ha sei linee pur con diversi tratti in superficie.

Torino, che ha visto nella presenza per tutto il Novecento della FIAT vantaggi e svantaggi (tanto lavoro ma la spinta ad acquistare sin troppe automobili), ha dovuto attendere il crepuscolo della città industriale, per ritrovarsi, in epoca post-industriale, ad avere un sistema di trasporto pubblico capace di dotarsi della prima linea di metropolitana sotterranea grazie al volano delle Olimpiadi Invernali del 2006.

Per una città che è la quarta italiana per numero di abitanti e che di cittadini ne ha quasi un milione, avere un buon sistema di linee metropolitane è quanto meno d’obbligo, ed ecco affiancarsi alla linea 1, che per altro non ha neanche una fermata nel centro città, la linea 2 che dovrebbe collegare Piazza Rebaudengo al cimitero di Regio Parco attraverso 27 fermate lungo un percorso di 14 chilometri.

Proprio in questi giorni, è avvenuta l’apertura delle buste dei 12 progetti di altrettanti raggruppamenti di impresa che si contenderanno la progettazione della nuova tratta, rallentata, tra l’altro, da questi anni di crisi e quindi dalla mancanza di finanziamenti.

Con queste due linee, che praticamente definiscono una X sulla città di Torino, verrebbe a delinearsi un sistema metropolitano sotterraneo quantomeno adeguato e all’altezza di un capoluogo come quello Piemontese che punta a essere sempre più votato al turismo.

Rimanendo sempre in tema di trasporto pubblico, è di qualche giorno fa la notizia che, a partire da maggio, GTT con l’avvallo della giunta comunale sarebbe dell’idea di rendere obbligatorio per i possessori di abbonamento timbrare la tessera ogni qualvolta si salga su un mezzo.

Se l’obiettivo è quello di raccogliere dati statistici per migliorare la frequenza dei mezzi in funzione dell’utenza su certe linee e in certe fasce orarie, l’idea potrebbe essere strategica; se, invece, è quella di far sì che i Torinesi si controllino a vicenda, il tutto rischia di creare solo malumore e perdita di tempo per chi vede nell’abbonamento non solo un modo per risparmiare denaro ma anche tempo, senza dover ritimbrare inutilmente la tessera BIP ad ogni salita su un mezzo pubblico.



Marco Pinzuti

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Articolo pubblicato il 22/02/2017