Moda italiana e numeri: dal 2014 ad oggi.

Settore in crescita, anche se modesta

L’industria italiana del tessile-moda è un comparto produttivo di enorme importanza per l’economia del nostro Paese. Le cifre di cui si parla raggiungono i 52,4 miliardi di produzione nel 2015, di 402.700 occupati e di un saldo della bilancia commerciale di più di 8,5 miliardi. Il sistema deve la sua competitività a livello internazionale agli investimenti in innovazione, alla tradizione del gusto produttivo e al know how.  

L’offerta italiana si colloca sulla fascia alta di prodotto e si rivolge sia ai tradizionali mercati di sbocco di Europa, Russia, Stati Uniti e Giappone, sia a nuove realtà emergenti occupate principalmente dai mercati asiatici, in particolare la Cina.

Purtroppo la crisi ha portato a una diminuzione di aziende e occupati importante. Infatti il 2015, dai dati di Smi (Sistema Moda Italia) presenta un fatturato moderatamente in crescita (+0,6%) rispetto al 2014. Sono circa 330 milioni in più suddivisi tra il tessile (in crescita dello 0,4%) e abbigliamento-moda (che aumenta dello 0,8%). 

Nello stesso anno l’export, cresciuto del +2,1% passa a 29.056 milioni di euro, assicurando così un’incidenza del 55,5% sul fatturato totale. L’Italia è il terzo esportatore mondiale nel settore tessile-abbigliamento dopo Cina e Germania. Il commercio in ambito comunitario ha evidenziato un aumento pari al +2,5%, mentre quello extra UE è cresciuto mediamente del +1,6%. L’import si conferma in crescita del +5,4%.

Nel periodo che va da gennaio a marzo 2016, l’export è segnato da una bassa crescita, circa +0,8%, mentre l’import segna una battuta d’arresto, pari allo -0,7%. Relativamente alle vendite all’estero, i due macro comparti della filiera, ovvero il tessile e l’abbigliamento-moda, segnano rispettivamente un aumento del +3,5% e una frenata al -0,5%. Dall’altro lato, l’import di semilavorati tessili cresce del 3% mentre quello di capi finiti cede il 2,5%.

Analizzando i risultati dei “top brands”, 35 aziende quotate della moda e del lusso, si evidenzia che il fatturato dei principali player italiani abbia messo a segno un +11,5%, superando i 21,8 miliardi di euro, mentre quelli europei hanno registrato un incremento del 15,3% a 122,8 miliardi.

Una crescita lieve, eppure sempre una crescita che deve far ben sperare per uno dei settori di punta dell’economia italiana, ma al tempo stesso un “taglio” immediato nel momento in cui la situazione economica si aggrava.

Giada Speziale

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 17/02/2017