AL JARREAU, R.I.P. "My old friend"

"It is with the deepest of sadness that we inform you Al Jarreau passed away this morning, at about 6:00am LA time"....

Voglio ricordarlo così: felice e sorridente.

Due estati fa, al #gruvillage, poche ore prima del concerto.

Lui è nella postazione radio del centro commerciale e lo speaker lo sta intervistando.

Mi fiondo davanti alla vetrata dello studio mobile e quando alza gli occhi gli faccio vedere il disco che ho portato con me, nella speranza di un autografo: “Breakin’ away”, il suo capolavoro.

Lui mi vede, mi sorride, alza il pollice in segno di gradimento e mi fa segno che finita l’intervista metterà la sua firma sulla copertina.

Per un attimo vedo il pavimento diventare soffitto e viceversa, ma è un attimo.

Partono le note di "We're in this love together", il suo più grande hit-single, e comincio a cantarla sottovoce, alzo nuovamente gli occhi e vedo lui che fa altrettanto, con una intensità tale che sembra lo faccia per la prima volta.

Gli sguardi si incrociano nuovamente, una scarica da migliaia di wolts, e come se ci fossimo accordati, al momento del solo di tastiera, la mano destra di entrambi comincia a suonare.

Non so suonare il piano, sono un batterista, ma in quel momento mi sento uno della sua band, e continuo insieme a lui.

Finisce la canzone e prima di ricominciare a parlare, mi guarda nuovamente e mi applaude.

Sto per svenire.

L’intervista continua e lui risponde sempre col sorriso sulla bocca, anche alle domande più banali, sempre gentile, mentre le persone che affollano il centro commerciale si fermano davanti allo stand della radio per qualche secondo e tirano dritto per la loro strada, senza sapere che, al di là del vetro, è seduto l’uomo che con la sua voce strumento, ha rivoluzionato il mondo della musica.

L’unico artista che ha vinto tre Grammy in tre categorie diverse: pop, soul e r’n’b.

Finisce l’intervista e mi piazzo davanti allo stand, lui mi indica al suo assistente e i body-guards mi lasciano passare.

Mi stringe forte le mani e mi ringrazia, “lui” che ringrazia me, e mentre firma la copertina, riesco a chiedergli, con un filo di voce, quale sia il segreto della sua voce.

Mi sorride, mi stringe le mani ancora più forte, e mi risponde: “La mia voce è un dono di Dio, tutto quello che abbiamo è un dono di Dio e per questo dobbiamo ringraziarlo ogni giorno.

Mi sorride ancora una volta e si allontana..

Addio Al, la tua voce adesso farà la felicità degli angeli, lassù dove ti trovi.

“Heaven and Earth” ti hanno incoronato il più grande di tutti.

Ci mancherai, ma la tua voce, continuerà a farci compagnia, a farci emozionare, a farci sognare.

Voglio ricordarlo così: felice e sorridente, e voglio anche io contribuire a diffondere il suo ultimo messaggio:

" no flowers or gifts are sent. Instead, please consider a contribution to the Wisconsin Foundation for School Music, a wonderful organization which supports music opportunities, teachers, and scholarships for students in Milwaukee and throughout Wisconsin. A donation page is here: http://foundation4schoolmusic.org/lifetime-achievement-a…/…/ Even if you do not plan to contribute, please visit that page and give yourself a few minutes to watch a beautiful tribute video that Wisconsin Public Television produced to honor Al when he received his lifetime achievement award from the Foundation in October".

 Quindi, niente fiori o regali ma solo donazioni alla fondazione che supporta studenti e insegnanti di una suola musicale in Milwaukee e chi non può donare almeno visiti la pagina:   http://foundation4schoolmusic.org/lifetime-achievement-award/al-jarreau/

R.I.P. “My old friend”.

 

 

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Articolo pubblicato il 13/02/2017