Sanremo 2017: TOMMASO PINI vince il Premio Sala Stampa "Lucio Dalla"

Tommaso Pini interprete di “Cose che danno ansia”, brano vincitore del premio della Sala Stampa “Lucio Dalla”, quale miglior canzone della sezione nuove proposte al #Festival2017, è esattamente come lo vedete sul palco: schietto, sincero, simpatico, con quel tocco di eccentricità,

molto “swinging London”, che lo rende un personaggio irresistibile.

Ho avuto modo di conoscerlo fuori dal Teatro Ariston, martedì sera, poco prima dell’esibizione e mi ha colpito per la sua umiltà ma anche per la determinazione.

Poi le cose sono andate come sappiamo, eliminazione al primo turno, ma come spesso avviene, l’esclusione è coincisa con una esplosione di popolarità, che si va allargando a macchia d’olio: il suo brano è uno dei più trasmessi dalle radio, e l’ormai mio amico Tommy è conteso da tutti gli addetti ai lavori, radio, televisione o giornale che sia.

Evidentemente, l’originalità della sua canzone, non è stata riconosciuta da una parte degli addetti ai lavori, ma apprezzata dal pubblico e dai colleghi della Sala Stampa “Lucio Dalla”, che ha tributato al ragazzo fiorentino, il giusto e meritato riconoscimento.

Ora lascio la parola a Tommaso.

Tommaso, la prima cosa che mi viene in mente di dirti è: a Sanremo non c’è spazio per l’originalità.

Partiamo col botto (sorride,ndr)! Mah, hai ragione, credo che bisognerebbe cominciare ad osare un po’ di più. Forse è lo spazio, la cultura sanremese, che comunque ti porta ad avere un pochino di timore, a non rischiare troppo. Ma io, essendo un emergente,  non potevo permettermi di scrivere una canzone “per” Sanremo, perché io devo farmi conoscere per quello che sono e per il mio progetto, quindi per tre anni ho provato portando la mia musica, senza limitare le idee al Festival. Per due anni è andata male, poi finalmente quest’anno con “Cose che danno ansia”, che probabilmente col Festival si inquadra molto poco, è andata bene e nonostante non sia andato in finale, la canzone è stata premiata dalla Sala Stampa ”Lucio Dalla”, un riconoscimento incredibile, per me insperato. Sono contentissimo.

La sala stampa ha premiato la tua originalità. Dimmi, come ti è venuta l’ispirazione per questo brano che parla dell’ansia, argomento che, ti posso dire, mi riguarda da vicino?

Nasce dal fatto che io sono un tipo molto ansioso. Praticamente otto mesi fa mi sono trasferito a Londra, e un giorno mi sono perso nella metropolitana, mi è preso un attacco d’ansia, sono riuscito per fortuna a calmarmi e dentro di me è nata quest’idea, si è accesa la lampadina. Mi sono detto…Tommaso…scrivi una canzone  su quello che vivi…sei un cantante…scriviamoci un cavolo di pezzo su quest’ansia maledetta. Così è nata “Cose che danno ansia”, che è la versione ironica del rapporto che ho con l’ansia, nella mia vita quotidiana.  

Sei riuscito a rendere molto bene l’idea. Complimenti! Raccontaci quali sono le tue radici musicali, come hai scoperto la passione per il canto.

Guarda, grazie ai miei genitori che sono figli degli anni ’80, sono cresciuto ascoltando i Depeche Mode, Michael Jackson, Prince, quindi una cultura notevole. Il canto in realtà, nasce per caso,  a diciannove anni, quando decisi di buttarmi in un karaoke, dove feci proprio schifo e venni pure fischiato (ride, ndr). Però capii che cantare mi faceva stare bene e mi liberava, mi dava veramente la possibilità di esprimermi. Da li non mi sono più fermato, ho cominciato con i primi progetti, le prime band, ho fatto dal funky all’hard rock, di tutto, musica elettronica, e nel 2014 è nata questa possibilità di fare “The voice of Italy”. Ho conosciuto Raffaella Carrà, il mio produttore Sergio Dall’Ora e finito il programma ho iniziato questo percorso disscografico con lui che mi ha portato  fin qui a Sanremo.

Dicevo ieri in sala stampa a Nesli, di non preoccuparsi troppo dell’esclusione. Ci sono cantanti che riempiono gli stadi…facciamo due nomi? Zucchero e Vasco, che furono clamorosamente bocciati da Sanremo. Quindi cosa ti aspetti, cosa farai da domani, finito il Festival?

Innanzitutto avendo ricevuto il premio della stampa, mi aspetto che le radio mi sostengano…(sorride, ndr)…

è già così, te lo posso garantire…

…l’ho notato…stiamo partendo…poi sicuramente la promozione dell’album che è appena uscito e si intitola #cosechedannoansia e sicuramente tanta attività live, perché in fin dei conti la musica è dal vivo. Io sento questa esigenza di esprimermi dal vivo e di conoscere le persone che mi hanno sostenuto e mi sostengono e mi sosterranno in futuro.

Se dovessi descrivere questa esperienza sanremese con un aggettivo, quale useresti?

Io sono un mante del cinema e quindi mi viene in mente una frase di “The mask”, quindi…”spppumeggiante!”

Un’ultima cosa, visto che sono un tipo molto “estremo”, visto che amo Tina Turner e Prince…la scelta di cantare in falsetto, come ti è venuta?

Più che una scelta è una cosa naturale, nel senso che crescendo con la musica di Prince, cercavo di imtarli e alla fine ho scoperto di avere quella tendenza, quella particolarità vocale che ho sfruttato, lavorandoci sopra. Io però ho anche i bassi…è assurdo che col mio vocione…

Più che assurdo direi molto originale, per tornare all’inizio dell’intervista. Allora, allacciandomi a quello che hai appena detto.ti auguro di diventare il nuovo Prince…italiano…!!!

(ride, ndr) grazieee! Però devo studiare la chitarra perché Prince era anche un grande chitarrista, però, dai vocalmente ci lavorerò…

In bocca al lupo, ti auguro tanta tanta musica. Grazie per la disponibilità e la simpatia.mente ci lavorerò...nza, quee mi sostengono.

Viva il lupo. Grazie a te!

Stay always tuned !!!  

 

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Articolo pubblicato il 11/02/2017