Regione Piemonte. ll fallimento delle politiche dell’immigrazione. La presa di posizione di Alessandro Benvenuto

La Regione Piemonte presenta il Piano Regionale dell’immigrazione che di fatto favorisce maggiori afflussi

Nei giorni scorsi, proprio in Piemonte abbiamo avuto le prove di come la politica dell’immigrazione e dell’inserimento non solo sia fallita, ma si è trasformata nel terreno favorevole per facilitare esplicitamente lo sfruttamento delle donne e l’incremento dell’attività criminosa in quel sottobosco che cura gli sbarchi in Italia ed avvia poi alla prostituzione gran parte delle vittime della tratta, senza dover neppure mantenere le vittime, in quanto ci pensa la generosità della regione Piemonte, come nel caso in esame.

Le forze dell’ordine, dopo gli opportuni accertamenti, hanno appurato che molte donne nigeriane ospitate in un centro della Val Pellice, e a totale carico dello Stato, venivano periodicamente prelevate da connazionali e trasferite in località piemontesi e lombarde, per essere avviate alla prostituzione mordi e fuggi, per poi tornare nella residenza riservata dalla regione e continuare a rifocillarsi prima di tornare nuovamente sul marciapiede.

Purtroppo non si tratta di un caso isolato. Si dice ci siano ben altre situazioni.

Un capolavoro la regia e la tenuta dell’affaire migranti!

Intanto la pacchia continua ed i numeri ingrossano. Lo ammetta candidamente l’assessore Monica Cerutti che dichiara che, invece dei fogli di via e dei rimpatri, necessita il maggior coinvolgimento dei comuni, poiché il fenomeno migratorio da straordinario è ormai divenuto strutturale.

Il Piemonte è soffocato d’immigrati, che superano l’8% anche per sopperire alle carenze delle regioni terrremotate.

La cifra ufficiale fornita dall’assessore attesta 14080 presenze in Piemonte, con oltre 4000 arrivi di gennaio in Italia che inevitabilmente incrementeranno i numeri già elevati nei nostri comuni.

Queste previsioni non turbano Chiamparino e la sua giunta e si stanziano 207000 euro per finanziare un protocollo di collaborazione con 5 associazioni di volontariato, che prevede la formazione di 600 operatori, per meglio comprendere la natura dei nuovi venuti.

Nel Piano presentato si prevedono misure finalizzate all’approfondimento della conoscenza del livello di partecipazione attiva alla vita sociale e civile degli stranieri, per attivare processi di inclusione attraverso lo svolgimento di attività di volontariato che consentano allo straniero di acquisire e svolgere un ruolo attivo e partecipe.

Migliorare i servizi pubblici che si relazionano con cittadini/edi paesi terzi

Prevenire e contrastare le discriminazioni nei confronti dei cittadini e delle cittadine di Paesi terzi.

Istituzione di corsi di lingua italiana di diversi livelli e corsi di educazione civica

A questa visione buonista e miope rispetto alle carenze di ogni tipo per lo sviluppo e la difesa delle nostre popolazioni, Alessandro Benvenuto, consigliere regionale della Lega Nord contrappone la necessità d’investire risorse per sicurezza e lavoro.

“Non esistono paure da disinnescare, come sostiene l’assessore Cerutti, ma necessità da soddisfare sia in termini di sicurezza e controllo del territorio, sia dal punto di vista degli investimenti, sostiene il consigliere della Lega Nord”.

“Il Piemonte, come tutti sappiano, prosegue Benvenuto, ha di per sé ben poche risorse che andrebbero utilizzate per creare lavoro e risolvere i problemi che attanagliano i piemontesi, prima di essere adoperate per fare un salto di qualità nell’accoglienza.”

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Articolo pubblicato il 11/02/2017