Smog in Piemonte: oltre il doppio delle soglie consentite.

‘Allarme grave, come per terremoti e alluvioni’ - ha detto testualmente la Sindaca Appendino.

 

L’Italia rischia oltre un milione di euro per la violazione delle norme sull’inquinamento. 

La Commissione  UE,   garante   del rispetto delle norme antinquinamento, sta per procedere. E’ atteso a febbraio, il parere motivato (secondo stadio della procedura avviata nel 2015)   che inviterà  Roma a risolvere lo sforamento dei limiti minimi di biossido di azoto e, per marzo, un   secondo parere per la pericolosissima quantità di pm10, le polveri sottili, veleni invisibili che in Italia provocano la morte più che in altri Paesi dell’UE.  

A Torino, ci dice la RAI, in   un   programma di approfondimento,   c’è uno strato di   inversione  termica, aria fredda, umidità elevata e alte concentrazioni di gas inquinanti che portano un mix terribile di inquinamento.

Un drone inquadra la pianura. Si intravede   la punta del   grattacelo   della Regione.  La città di  Torino, sulla pianura piemontese, è racchiusa dalle Alpi che vanno dal Monviso al Monte Rosa ma il drone, riesce a filmare solo le punte dei grattacieli degli Uffici più alti, tutto il resto è coperto dalla nebbia e da un infittirsi di nubi grigie.  

Dal colle della Maddalena, lo sguardo sulla valle del Po, ci dice il cronista della RAI, mette paura. Non ci sono piogge e il cocktail di veleni si infittisce. Ci sono le polveri sottili pm10, pm2,5, il   biossido  d’azoto,  gli idrocarburi aromatici, il benzopirene, solo    per citare  quelli più preoccupanti. In  particolare, quantitativi di pm10,  continuano  negli  anni  a superare il limite giornaliero. In alcuni giorni è piuttosto elevato. La legge ci da una tolleranza di   35 giorni  annui   di superamento, mentre a Torino arriviamo a 80, 90 superamenti annui, negli ultimi anni. 

Tradotto in malattie   tutto  questo, ci dicono  gli   esperti intervistati,   consiste   in una   maggiore  ospedalizzazione, soprattutto   per  i   pazienti   affetti  da   patologie   respiratorie   croniche che subiscono   un ricovero indotto, legato all’inquinamento per una riacutizzazione in atto, una maggiore infiammazione. Sono facilitate   le polmoniti,  veicolate da virus e germi. Siamo di fronte ad un’aria malata, che accorcia di 14 mesi, la vita media in tutta la pianura padana. In Italia, mediamente, tutti gli anni, di inquinamento atmosferico muoiono circa 32.000- 33.000 persone.  

La Francia, che ha circa la   stessa   nostra densità di popolazione, ha un impatto che è della metà, 17.500, perché  le concentrazioni d’inquinamento in Italia, mediamente, sono del doppio. Le ricerche dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) non lasciano  dubbi:  l’inquinamento  atmosferico  uccide e  ci  costa   anche molto caro  10.000 decessi, significano 30.  miliardi.  di euro   all’anno di spese  sanitarie che si potrebbero risparmiare se i livelli di inquinamento scendessero un poco. Il costo economico che noi   paghiamo   di spese sanitarie  per assistere tutte le persone malate colpite dall’ inquinamento è 10 volte tanto il costo degli investimenti che   si potrebbero fare in campo ambientale per ridurre l’inquinamento. Per ogni euro d’investimento per ridurre l’inquinamento, ne guadagneremo 10, in minori spese sanitarie e, nel  corso   di 3, 4 anni,   la   mortalità  si ridurrebbe di 200 decessi.  all’anno, di cui 27,  per  tumore  del polmone.  

Da settembre, la Regione   Piemonte   ha predisposto   un semaforo informatico   per indurre i Comuni   ad agire e, in questo periodo, il semaforo è fermo sul giallo in quasi tutto il Piemonte. Si è.  superato.  il limite di  legge che  è di 50 microgrammi al metro cubo di polveri sottili di pm10, addirittura, per un giorno, abbiamo superato il doppio del limite di legge. Questo superamento, per sette giorni, fa  accendere il  semaforo  di   questo   cruscotto regionale di giallo e, quindi, abbiamo, in quasi tutto il Piemonte, una situazione di pericolo livello 1.  

Tra i 1207 Comuni piemontesi, il primo a recepire in tempo reale il segnale di semaforo giallo è stato quello di Rivalta di Torino che ha bloccato subito la circolazione delle auto più inquinanti. Rivalta  aveva  inviato una  lettera aperta agli assessori regionali all’ambiente e ai trasporti che avevano promesso una linea di  metropolitana   leggera ma,  fin ora, non è arrivato nulla. Rischiamo di risarcire 440.000 euro al giorno di fondi comunitari. ‘E’ un allarme grave,  come per i terremoti e le alluvioni’ -  ha detto testualmente la Sindaca Appendino, di recente.  

‘Come se ne può venir fuori da questo problema?’-  Chiede il cronista ad un tecnico   intervistato –   ‘Con una politica coraggiosa, ormai poco realistica, di riduzione del traffico privato e di cambiamento dei motori a scoppio,  viaggiando con motori elettrici. Le istituzioni sono troppo lente sulle urgenze, anche solo per istituire un biglietto unico dei mezzi pubblici nell’area metropolitana, durante  l ‘emergenza.  

Ci sono, per fortuna, iniziative antismog che vengono dal basso.

La Green Office è una struttura nuova, nata pochi mesi fa, che vuole controllare, limitare e, se possibile,  trasformare una realtà sostenibile da tutti i punti di vista, razionalizzando la mobilità. ‘Noi ci muoviamo facendo  più   di   100 mila km al giorno per andare e tornare a casa dall’ Università’ ci dice un portavoce dell’associazione – ‘non   cambieremo il mondo, però a Torino, in una città con un milione di abitanti, noi siamo una città  della   città:   siamo   70.000   e con noi  c’ è anche il Politecnico di Torino, quindi siamo sulle 100.000 persone in tutto, che fanno parte di una community universitaria, il 10%  di Torino, con piani di mobilità scolastica che cercano di razionalizzarla e organizzarla al meglio, a partire da quella dei bambini, delle loro famiglie e, in alcuni casi, degli insegnanti. Questo ha portato ottimi risultati. 

Il numero delle auto, davanti alle scuole, si è ridotto e si sono migliorate le loro aree. Collaborare con le scuole e dare l’esempio, è importante, perché il cambiamento culturale e più facile che avvenga dai bambini piccoli.

Intanto il programma televisivo volge al termine, mentre il drone filma ancora Torino dall’alto. La nebbia si dirada e si vedono più chiaramente i veleni. Rimane lo strato di inquinante dei gas che sovrasta tutta la pianura Padana. Si spera sempre nella pioggia che ripulisca l‘aria e porti respiro.’ Cosa possiamo fare? –   Si chiede   l’ultima  intervistata e poi, dopo pochi istanti di esitazione risponde: ‘Le macchine si usano, il riscaldamento si usa. Ci sopportiamo quello  che ci facciamo.

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Articolo pubblicato il 06/02/2017