La scomparsa dell’ispettore di Polizia Giacomo Di Stella

Valido collaboratore del commissario Giuseppe Montesano e di altri abili investigatori della Questura torinese, dove era noto come “il maresciallo dei marescialli”. Al suo funerale è stato unanime il riconoscimento della sua grande professionalità

A Torino, sabato 28 gennaio, sono state celebrate, presso la chiesa Santo Natale del Signore, le esequie di Giacomo Di Stella, uno dei più validi collaboratore del commissario Giuseppe Montesano.


Mi sono occupato dell’allora maresciallo Di Stella mentre scrivevo, con la collaborazione di Andrea Biscàro e di Adriana Di Lullo, la biografia del commissario Montesano («Strada Facendo… Ricordando il Commissario Montesano», Daniela Piazza Editore, 2016). Per un insieme di circostanze, noi autori non abbiamo potuto incontrare il maresciallo Di Stella del quale abbiamo raccolto notizie grazie a documenti ufficiali e ritagli di giornale.


Giacomo Di Stella è nato a Colle d’Anchise (Campobasso) il 23 luglio 1924.


Entrato in Polizia, ha compiuto la sua carriera prevalentemente a Torino, coronata dal grado di maresciallo. Oltre che con Montesano, ha lavorato con molti abili investigatori della Questura torinese come i dottori Sgarra, Maugeri, Fersini, Sassi, Faraoni…


Ricordava quei tempi parlando con il giornalista Ezio Mascarino che scriveva: «Il maresciallo Giacomo Di Stella è in pensione dopo 41 anni di servizio, 31 dei quali trascorsi alla Mobile. Ha sempre indagato sulla grande criminalità e sui sequestri di persona: “Quattro soldi, spesso 15 ore di lavoro; ma quello era il nostro dovere”. Ricorda che ogni mattina il capo chiamava tutti: “E tu che cosa stai facendo?”. Un discorso corale, che coinvolgeva ogni uomo» (I bei tempi di Montesano, «La Stampa», 20 ottobre 1993).


Il 30 ottobre 1980, al comando del dottor Piero Sassi, allora Vice-capo della Squadra Mobile, il maresciallo Di Stella è intervenuto in un condominio di via Chevalley, a Mirafiori Nord, dove uno squilibrato, armato di pistola, si è barricato in casa col figlioletto di soli tre anni. Per il maldestro intervento di un parente, lo squilibrato si è messo a sparare all’impazzata ed ha ferito gravemente il brigadiere Camillo Flora (che morì il 15 novembre), Di Stella di striscio ad una mano, la sorella alle gambe e, ad una gamba, il commissario capo Aldo Faraoni, divenuto nel 2008 questore di Torino.


Con la riforma della Polizia del 1981, Giacomo Di Stella è diventato ispettore. Ha comandato la squadra di Polizia giudiziaria della Squadra Mobile di Torino.


È stato nominato Ispettore capo dal 25 giugno del 1982 ed è andato in congedo per limiti di età dal 1° agosto del 1984.


Al funerale hanno partecipato molti appartenenti alla Polizia, in servizio e in quiescenza. È stato unanime il riconoscimento della grande professionalità di Di Stella, che per l’anzianità di servizio era noto nell’ambiente come “il maresciallo dei marescialli”.


“Di Stella mi ha insegnato il lavoro in Polizia” ha più volte affermato, commosso, il dottor Antonio Baranello, già collaboratore di Montesano alla Squadra Mobile che a Torino ha ricoperto prestigiosi incarichi alla DIGOS, alla Criminalpol e di Vice-questore Vicario.


A differenza del più noto collega Gerardo Rizzo, che per la sua totale dedizione al servizio non si è sposato, Di Stella ha avuto una bella famiglia che gli ha testimoniato il suo affetto ai funerali. Un suo nipote, oggi ispettore di Polizia a Torino, ha ricordato la soddisfazione dello zio che vedeva uno dei suoi familiari continuare il lavoro che lui tanto amava e che aveva svolto con tanta competenza e bravura, rigore morale e passione. 

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Articolo pubblicato il 04/02/2017