1947, Un anno cruciale della Storia, settant’anni dopo

Lo storico Pier Franco Quaglieni, venerdì 3 febbraio terrà una conferenza al Centro Pannunzio di Torino

L’anno è da poco iniziato e, senza troppa enfasi stanno affacciandosi gli appuntamenti con la storia del dopoguerra.

La ricorrenza che sino ad oggi, anche per gli intrecci strettissimi con i Paesi europei convolti,  ha trovato ospitalità sui media, ci fa ritornare al 1957, sessantesimo anniversario del trattato di Roma.

Ma c’è un ricordo cronologicamente precedente, ancor più di rilievo per il ritmo incalzante del succedersi di vicende politiche fondamentali.

Quello del 1947, 70 anni or sono. Anno decisivo del dopoguerra per la configurazione dell’assetto istituzionale e la ricostruzione di un Paese lacerato e distrutto non solo materialmente. L’iniziativa primaria in ordine temporale e contestualmente autorevole ci proviene dal centro Pannunzio di Torino.

Venerdì 3 febbraio alle ore 18 nella sede del Centro, Sala “Sergio Pininfarina” (via Maria Vittoria 35 H, Torino), Pier Franco Quaglieni terrà una conferenza sul tema: ” 1947, UN ANNO CRUCIALE DELLA STORIA D’ITALIA, SETTANT’ANNI DOPO”.

Un anno veramente che si presta ancor oggi a divisioni ed interpretazioni contrastanti. Per elencare , pur senza approfondire gli eventi, potremo convenire che il '47 è stato l'anno in cui l'Italia ha scelto la conservazione piuttosto che le riforme, secondo altri, è l'anno in cui Alcide De Gasperi, Luigi Einaudi e Giuseppe Saragat hanno salvato l'Italia da una dittatura comunista incombente, facendo fare al Paese una scelta di campo inequivocabilmente occidentale.

Si è trattato di un periodo tormentato, animato da forti passioni e scosso da profonde, laceranti conflittualità che hanno pesato nella storia successiva. Fu l'anno della Costituzione, del Trattato di Pace, del passaggio di Istria e Dalmazia alla Jugoslavia, della scissione di Palazzo Barberini, della strage di Portella della Ginestra, della morte di Vittorio Emanuele III. I 70 anni trascorsi offrono l'opportunità di enucleare i temi più importanti per una ricostruzione storica mettendo a confronto tante opinioni discordanti per offrire a chi ascolta la possibilità di trarre le conclusioni che ritiene.

Pier Franco Quaglieni, l’insigne storico che avendo vissuto da protagonista  gli ultimi cinquant’anni, come studioso dall’incomparabile osservatorio  del Centro Pannunzio, saprà indubbiamente, non solo presentarci una versione distaccata degli avvenimenti, ma donarci qualche anticipazione conseguente all’apertura degli archivi che rendono giustizia sui messaggi fuorvianti che non pochi divulgatori travestiti da storici ci hanno propinato in questi lunghi anni..

L’auspicio è duplice. Una maggior documentata conoscenza di situazione ed episodi oggi ancora avvolti nel dubbio o peggio nella menzogna, unitamente alla facoltà di comprendere  meglio le premesse di un altro anno che si preannuncia ugualmente problematico, il 2017.

Anno cruciale per la vita dell’Unione europea così lontana nel quotidiano, dalle premesse e dall’impegno dei padri fondatori. L’altro aspetto ancor più sconcertante potremo individuarlo nel progressivo abbandono del senso della Stato, che univa uomini  di fedi e provenienza diversa  che avendo pagato di persona l’avversione al totalitarismo, seppero dare un’impronta a volte intransigente alla ricostruzione morale e materiale dell’Italia.

I confronti con l’oggi sono ancor più stridenti, ma qui le conclusioni, più che lo storico, dovrebbe trarle il politologo.

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Articolo pubblicato il 01/02/2017