Liliana Carbone per Civico20News
“Il bene non ha colori, non ha bandiere, non fa distinzione tra chi è nero o bianco, giallo o mulatto, ma ha il volto della solidarietà. Il bene è per tutti e per chi ha più bisogno”.
Francesco, 67 anni, ne è convinto ed è uno dei tanti volti che dona quel bene disinteressato, come fanno Patrizia, 60 anni, Silvana, 82, Renzo, 69, Pina, 52, Gianfranco, 53, Anna, Giuseppe, Luela, Diana, Elmar, e loro sono solo alcuni dei 200 volontari degli Asili Notturni Umberto I di Torino di via Ormea, a due passi dal centro.
Ogni giorno questi uomini e queste donne, che sono pensionati, studenti universitari e ex ospiti, che hanno sposato la causa del volontariato, vedono i “nuovi poveri” di Torino bussare alle porte di questa grande famiglia: persone sole ma anche intere famiglie, per metà italiane, tagliate fuori dalla società perché hanno perso un lavoro e quindi la “dignità”.
Cresce il bisogno di cure mediche tra i “nuovi poveri”
Sono alla ricerca di cibo, vestiti e farmaci, ma sono sempre di più coloro che chiedono consulti al medico di base in sede, cure per i denti, il cuore, gli occhi, per i piedi, consumati come le scarpe, e cure otorinolaringoiatriche. E i numeri parlano chiaro ogni anno: vengono erogate circa 4.600 prestazioni sanitarie, di cui 4mila dentistiche e 600 oculistiche, e oltre 100 sono i bimbi che ricevono cure odontoiatriche. E tutto questo viene garantito a titolo gratuito dagli “Asili” grazie al volontariato dei migliori medici di ospedali pubblici e strutture private. Senza contare poi gli oltre 40mila pasti da asporto, gli oltre 60mila pasti caldi l’anno e 20 posti letto per dormire alla sera.
“I nuovi poveri – spiega Sergio Rosso, presidente degli Asili notturni - sono le famiglie che se una volta riuscivano a vivere decorosamente, oggi vivono sulla soglia della povertà perché hanno perso il lavoro e sono disperate”. “Per cure mediche, in questi anni abbiamo fatto risparmiare molto alla sanità pubblica” dice orgoglioso Gianfranco.
Per loro borse della spesa, un piatto caldo e un letto per dormire
Sono una sessantina le famiglie che beneficiano di cibo, medicine, cure
e vestiti. “Con un reddito di 8mila euro scarsi l’anno o senza neanche quello – spiega Pina – passano a pr
endere il sacchetto della spesa che contiene latte, pasta, pane, ma anche pannolini, omogeneizzati e biscotti per
i piccini, poi fuggono via dalla vergogna, e sono soprattutto le famiglie italiane, le stesse che fanno fatica a chiedere aiuto ai servizi sociali perché non l’hanno mai fatto prima e hanno una tremenda paura di perdere i bambini”.
E poi ci sono i più sfortunati che una casa non ce l’hanno ma agli “Asili” una coperta la trovano e pure un pasto caldo. Alla mensa, 110 posti a sedere, ieri sera sono stati preparati e serviti dai volontari malloreddus al pomodoro, gateau di patate con formaggio e tacchino, pane e frutta fresca, un altro modo di fare del bene a chi ha più bisogno.
Liliana Carbone
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Articolo pubblicato il 31/01/2017