Torino. La Giunta Regionale del Piemonte vuole bloccare i Piani Regolatori dei comuni, con danni e disagi conseguenti ai cittadini e agli enti locali

Sono in allarme sindaci e associazioni. Presa di posizione dei consiglieri di Forza Italia

Abbiamo concluso la settimana con l’ennesima prepotenza della giunta Chiamparino nei riguardi dei malati psichici e dei loro famigliari, nonostante il blocco di una delibera controversa, decretato dal TAR del Piemonte, ed un altro fronte rischia di aprirsi.

L’assessore Valmaggia, senza attendere la normativa europea e i decreti del governo italiano, intende bloccare i PRGC proponendo una legge sul consumo del suolo “che creerà grandi disagi, economici e sociali e la paralisi urbanistica sull’intero Piemonte”.

Lo dichiarano Gilberto Pichetto, Franco Graglia, Massimo Berutti, Claudia Porchietto, Daniela Ruffino, Diego Sozzani e Gian Luca Vignale, componenti del gruppo consigliare regionale di Forza Italia, nel corso di una conferenza stampa finalizzata a sensibilizzare, e a bloccare, l’iter di un testo di legge, che se approvato causerà grandi difficoltà per i Comuni e i piemontesi.

I consiglieri fanno riferimento ad un testo di legge, già sottoposto alla Commissione Tecnica Urbanistica lo scorso 22 dicembre, e che in questi giorni si prepara a compiere il suo iter attuativo.

Il disegno di legge proposto dalla giunta entra a gamba tesa nella pianificazione e nell’autonomia dei singoli comuni e modifica il sistema di pianificazione piemontese, oggi basato essenzialmente sui Piani Regolatori, dividendo il territorio regionale in ambiti e sub ambiti - definiti dalla giunta - ed introducendo una pianificazione cosiddetta “a due piani”, uno di tipo strutturale e l’altro operativo.

Il primo dovrà essere predisposto a livello sovracomunale nel rispetto dei sub-ambiti definiti dalla Regione.

I Comuni  in alternativa potranno sottoscrivere un accordo di pianificazione con chi deciderà la Regione. Inoltre vi sarà un piano operativo che individua e programma le azioni a livello locale da porre in essere in un tempo medio-breve. L’alternativa è l’approvazione di un accordo di pianificazione a livello intercomunale, da attuarsi mediante varianti di adeguamento ai piani regolatori vigenti.

“Questo significa che, ove il testo dovesse essere approvato, tutti i Comuni piemontesi non solo dovranno rifare il piano regolatore, come sottolinea Diego Sozzani,   anche se appena approvato, ma dovranno farlo suddividendolo in un piano strutturale, che dovrà pianificare l’adeguamento al PPR e l’applicazione dei nuovi limiti al consumo del suolo, e uno operativo, che disciplina l’attuazione del precedente”.

I Comuni hanno due anni di tempo per aggregarsi sulla base della ripartizione nei sub-ambiti definiti dal Piano territoriale regionale. Se ciò non avviene: decade ogni  previsione di trasformazione di suolo libero.

I consiglieri azzurri sottolineano come l’ipotesi di rifare tutti i Piani regolatori in soli due anni - e per giunta operando in una scala sovracomunale per aggregazioni sempre decise dalla Regione - sia del tutto impraticabile quando si consideri che ci sono voluti quasi 40 anni affinché tutti i Comuni si dotassero del PRGC in base alla legge Astengo.

Ogni piano regolatore – spiegano – è il frutto di anni di decisioni, confronti con il territorio, scelte della collettività e lavoro degli uffici comunali. Questa giunta di fatto con questo testo cancellerà anni di lavoro di condivisione e concertazione, stravolgerà tutte le scelte  fino ad oggi assunte per la gestione associata delle loro funzioni fondamentali per costringere i Comuni  a sottoscrivere accordi coatti secondo indicazioni imposte. Il tutto a spese dei Comuni e senza determinare benefici concreti per il territorio”.

Questa operazione  - spiegano - secondo le prime stime avrebbe una ricaduta in termini di costi vivi di  circa 250 milioni di euro, ovviamente a carico dei già risicati bilanci comunali. Proprio perché nella maggioranza dei casi non vi sono i tempi tecnici nè le disponibilità di bilancio per provvedere all’adeguamento, allo scadere del biennio saranno definitivamente perse le entrate dovute in forza dell’IMU sulle aree edificabili di cui si dispone la decadenza. In gioco nella sola provincia di Torino vi sono ben 4.800 ettari!

Stiamo parlando per il Piemonte di parecchie decine di milioni di euro di minori entrate in parte corrente per il sistema dei Comuni”.

La scelta di sostituire tutti i piani regolatori esistenti con i cosiddetti piani a due livelli -  sottolineano i componenti del gruppo di Forza Italia – è per giunta datata ed inefficiente: la stessa Regione Emilia Romagna ne ha appena proposto l’eliminazione.

Senza voler entrare nel merito di ulteriori ricadute – si pensi per esempio alla paralisi che comporterà in tutto il comparto dell' edilizia”. In proposito Daniela Ruffino porta la sua esperienza di sindaco di Giaveno e di amministratrice comunale. Esprime il profondo disagio dei sindaci ed il pericolo insito nel blocco della pianificazione urbanistica nei singoli comuni. La consigliera s’impegna inoltre a chiedere l’intervento dell’ANCI a tutela dell’autonomia dei sindaci. Chi pagherà i costi delle nuove elaborazioni urbanistiche e l mancati incassi degli oneri di urbanizzazione, si chiede Gian Luca Vignale?

Siamo consapevoli - concludono – che il suolo non sia una risorsa infinita, tuttavia siamo convinti che le politiche di pianificazione e programmazione debbano rappresentare strumenti utili per una gestione sostenibile, e non certo penalizzante, per il territorio.

Per questo motivo ci opporremo con ogni mezzo alla proposta della giunta regionale: da domani programmeremo incontri in tutte le Provincie per affrontare la questione e avvisare sindaci e amministratori locali sugli effetti devastanti di questa legge”.

Si attendono, recisa Claudia Porchietto, le prese di posizione dei sindaci e di quei privati che avendo acquistato terreni edificabili saranno doppiamente penalizzati e si chiederanno il perché la Regione si accanisce in termini così brutali contro chi s’impegna ad intraprendere a magari creare posti di lavoro.

L’assessore Valmaggia, almeno sino ad oggi, non sente ragione.

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Articolo pubblicato il 28/01/2017