America First. Oggi il potere passa da Washington ai cittadini

Da poche ore è iniziata l’era Trump. Il primo discorso del Presidente

Ieri intorno alle 18 ora italiana, Donald Trump ha giurato: è il 45° presidente degli Stati Uniti.

Dopo la sua elezione a novembre, anche in seguito alle numerose prese di posizioni e dichiarazioni che aveva rilasciato, appariva evidente il distacco epocale, del suo programma, nei confronti della vecchia politica e le consuetudini ormai stantie, consumate sino ad oggi, in modo pressoché scontato e lontane dal vivere reale di milioni di persone non solo negli Stati Uniti.

Abbiamo preferito non abbandonarci alle analisi logorroiche ed un po’ fumose che stanno imperversando in queste ore sul Web.

Per il momento ci limitiamo a riportare i tratti salienti del suo discorso pronunciato dopo il giuramento.

Dedicheremo l’editoriale di domenica per presentare ai lettori un’analisi maggiormente ponderata, non dimenticando che noi non siamo cittadini americani, ma viviamo in questa seppur ingrata repubblica e innanzitutto dovremo osservare un’attenzione precipua ai riscontri che si potranno verificare nei nostri rapporti politici e commerciali con gli Stati Uniti e con l’ Unione Europea.

 

“Noi cittadini degli Stati Uniti siamo uniti in un grande sforzo nazionale per ricostruire il nostro paese. Insieme determineremo il corso dell’America e del mondo per molti anni. Affronteremo sfide, ci confronteremo, ma porteremo a casa il risultato”. Sono le prime parole pronunciate da presidente di Donald Trump, prima di ringraziare Barack e Michelle Obama, che sono stati “magnifici”.

“Ogni quattro anni ci troviamo qui per esercitare il tradizionale e pacifico trasferimento dei poteri. Ma la cerimonia di oggi ha un significato speciale perché non stiamo solo trasferendo il potere da un’amministrazione a un’altra o da un partito a un altro, ma stiamo ridando il potere da Washington a voi, il popolo”, ha dichiarato Trump nel suo discorso inaugurale. Oggi “è il giorno in cui il popolo torna a comandare”.

Per troppo tempo, ha continuato Trump, per troppi anni “l’establishment ha protetto se stesso, ma non i cittadini. Le loro vittorie non sono state le vostre vittorie. E mentre nella capitale festeggiavano, per le famiglie del nostro paese c’era poco da festeggiare”, ha subito attaccato il nuovo presidente. “Tutto questo cambia qui, a partire da ora. Questo è il vostro giorno, la vostra festa, il vostro momento. Questo, gli Stati Uniti d’America, è il vostro paese”.

“Il 20 gennaio 2017 sarà ricordato come il giorno in cui il popolo è tornato a governare il paese. Le persone dimenticate non saranno più dimenticate”, ha promesso Trump.

Al centro della novità annunciata da Trump “c’è la cruciale convinzione che un paese esiste per servire i suoi cittadini. Ma per molti cittadini la realtà è diversa”. Famiglie in difficoltà, industrie abbandonate, scuole senza soldi, criminalità e bande: “Questa carneficina finisce qui e ora”.

“Per molti anni abbiamo arricchito l’industria straniera a scapito di quella statunitense, abbiamo difeso i confini di altre nazioni e non i nostri. Da oggi ci sarà una nuova visione: l’America viene prima. Ogni decisione sul commercio, sulle tasse, in materia di immigrazione, sugli esteri sarà presa a beneficio dei lavoratori americani e delle famiglie americane. Dobbiamo proteggere i nostri confini dalle devastazioni di altri paesi che distruggono i nostri prodotti, rubano le nostre aziende e distruggono il nostro lavoro.

L’America tornerà a vincere, come mai prima. Ci riprenderemo i nostri posti di lavoro. Ci riprenderemo i nostri confini. Ci riprenderemo la nostra ricchezza. E ci riprenderemo i nostri sogni. Ricostruiremo il nostro paese con mani americane e lavoro americano. Seguiremo due semplici regole: compra americano e assumi americano”.

“Cercheremo l’amicizia con le nazioni del mondo, ma con la consapevolezza che è diritto di ogni nazione mettere i propri interessi davanti a tutto. Rinforzeremo le vecchie alleanze e ne formeremo di nuove per unire il mondo civilizzato contro il terrorismo degli estremisti islamici, che cancelleremo dalla faccia della Terra”.

“Il tempo delle chiacchiere vuote è finito. È arrivato il tempo dell’azione: ce la faremo, il nostro paese prospererà e sarà di novo ricco (…) Insieme renderemo di nuovo l’America forte. Renderemo l’America di nuovo ricca, renderemo l’America di nuovo orgogliosa, renderemo l’America di nuovo grande”.

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Articolo pubblicato il 21/01/2017