Piemonte - Sanità Regionale, la pressione sui pronto soccorso non arretra, ma Saitta confida….

Seduta interamente dedicata alla Sanità in Consiglio Regionale

Ieri si è riunito il consiglio regionale del Piemonte. Da circa un mese prosegue la situazione irreale che si era creata negli ospedali della regione, per il picco dei malesseri di stagione che ha colpito in modo particolare bambini ed anziani.

In questo periodo è stato dato ampio risalto alle numerose proteste dei cittadini anche da parte di giornali che come il nostro avevano posto l’attenzione sulle lunghe ore di attesa e le disfunzioni conseguenti.

Alla presidenza dell’assemblea era pervenuta, nei giorni scorsi anche una richiesta di convocazione di consiglio regionale aperto sul tema, presentata dal consigliere Davide Bono del M5S e vice presidente della Commissione Sanità, per ottenere dall’assessore Saitta “ risposte chiare e soluzioni concrete a questi problemi che affliggono la sanità piemontese. Inoltre auspichiamo, proseguiva il consigliere, una sua informativa in merito al progetto per abbattere le liste d'attesa in tutte le aziende sanitarie piemontesi ed un chiarimento sull'ipotesi di utilizzare giovani medici specializzati pagati a gettone”.

La seduta, accantonati mozione e odg. su altri argomenti, veniva interamente dedicata alle problematiche sanitarie. L’assessore Saitta ha annunciato che, dopo l’approvazione da parte del Governo dei nuovi LEA ( livelli essenziali di assistenza), la Regione stava mettendo a punto procedure ed iter per il riconoscimento dei diritti ai cittadini che sono portatori delle patologie indicate nel decreto.  Entro un mese il riconoscimento, secondo quanto asserisce Saitta, dovrebbe essere operativo in Piemonte.

L’assessore sorvolava invece sugli oneri a carico della regione per gli ulteriori adempimenti, compreso il costo del piano capillare di vaccinazioni per le categorie a rischio e gli ultra 64enni.

Saitta, nonostante le puntuali domande della consigliera Stefania Batzella del M5S, ammetteva  finalmente che la coperta é corta, in quanto il ministero destina solamente 800 milioni alle regioni.

Misura già ritenuta insufficiente dal coordinamento degli assessori regionali alla Salute, di cui Saitta è presidente.

Ma l’argomento spinoso riguarda le potenzialità dei pronto soccorso. Realtà non da cestinare nei ricordi di un picco, perché ancora ieri gli ospedali non accoglievano  ulteriori accessi e stanno ritardando gli interventi chirurgici in programma.

Secondo il fatalista Saitta “Quest’anno il virus dell’influenza si è presentato in forma piuttosto virulenta rispetto agli ultimi anni - ha spiegato - e soprattutto rispetto al passato ha fatto registrare un inizio precoce, causando un picco anticipato durante le feste natalizie". In Italia l’incidenza media nella prima settimana dell’anno è stata di 9 casi per 1.000 assistiti, in Piemonte è stata più alta, di 13 casi per 1.000 assistiti, praticamente il doppio rispetto alla media del periodo negli ultimi cinque inverni. E dall’inizio del periodo influenzale si sono ammalate in Piemonte circa 300.000 persone, più della metà nelle tre settimane del periodo festivo”.

 “ La fascia più colpita, prosegue Saitta, è stata quella dagli 0 ai 14 anni. Questo è avvenuto durante la pausa festiva degli studi dei medici di famiglia e nel periodo di diffusione della psicosi collegata all'allarme meningite. Si è dunque verificato in alcune strutture un numero elevato di accessi ai pronto soccorso. Ci sono state criticità, ma il sistema ha tenuto, conclude, e per questo ringrazio tutto il personale che ha permesso la continuità delle cure con abnegazione e sacrifici".

Il fideismo dell’assessore, non soddisfa le opposizioni.

“Le risposte di Saitta alle domande poste dal Movimento 5 Stelle, incalzano Davide Bono e Stefania Batzella, significano due cose: o l'assessore alla Sanità non conosce le condizioni in cui versano gli ospedali del Piemonte oppure, più probabilmente, risponde agli interessi del Governo e del Pd, non certo a quelli del Piemonte.

Infatti, proseguono i consiglieri solo dopo ripetuti solleciti del Movimento 5 Stelle, ha ammesso che i fondi stanziati dal Governo per i nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) non sono sufficienti, ma le Regioni partiranno lo stesso e poi si vedrà!. Viene inoltre ravvisata l’incongruità della vaccinazione standardizzata”. “ E mentre, prosegue Davide Bono, mancano soldi per i non autosufficienti e personale medico, le Regioni li dovranno trovare per la vaccinazione antinfluenzale gratuita degli over 64.

” Riteniamo che questo tipo di provvedimento sia sproporzionato, conclude Bono; andrebbe infatti limitato a fasce di età più alte impiegando queste risorse nelle vere emergenze: ospedali intasati, liste d'attesa infinite (che avrebbero voluto ridurre con i medici a gettone) ed anziani al domicilio senza cure”

Gianluca Vignale di FI, ribadisce il prevedibile flop del pronto soccorso per la drastica riduzione di personale e di posti letto. Il personale medico e infermieristico ha lavorato in modo incessante, nonostante l’incongruente  organizzazione Sanitaria che ha tagliato 2230 posti letto e ridotto oltre 3000 addetti.

Il consigliere ha poi sottolineato che “il tema centrale della discussione sui Lea non potrà non essere quello dei finanziamenti. La ministra Lorenzin ha definito il decreto una vittoria storica e si tratta, certamente, di un provvedimento che si attendeva da anni, ma bisognerà analizzare, accanto ai servizi che sono stati aggiunti, quali sono stati depennati. Possiamo anche scontrarci sui modelli di sanità e di organizzazione sanitaria, ma la scarsità di finanziamenti è una realtà sotto gli occhi di tutti”.

Intanto Gian Luca Vignale, presidente del Comitato Salviamo gli Ospedali e la Sanità Piemontese, domani presenterà all’opinione pubblica la richiesta sottoscritta da migliaia di cittadini piemontesi per chiedere l’autorizzazione per l’indizione di un referendum regionale contro la revisione della rete ospedaliera regionale, depositando le firme all’ufficio di presidenza del consiglio regionale.

Chiude il dibattito Gianna Gancia, capogruppo della Lega Nord per denunciare come l’eccessiva presenza dei codici bianchi nei pronto soccorso sia il risultato non solamente della mancata organizzazione del servizio dei medici di famiglia e delle strutture dedicate alle piccole emergenze, ma dell’assenza di un tutoraggio da parte della Giunta. “ sarà impossibile avere un buon livello di assistenza fino a quando le persone sceglieranno la ‘scappatoia’ del pronto soccorso invece di recarsi dal medico di base. È anche compito della Regione, conclude la capogruppo Gancia, educare la popolazione al senso civico”.

Temi che unitamente all’altra piaga emersa nei giorni scorsi, causata della code rilevanti di utenti nelle sedi delle ASL, per il cambio del medico di famiglia o del pediatra , a causa del mancato funzionamento delle procedure informatiche, bocciano clamorosamente anche la struttura burocratica della sanità.

Assistiamo a un sistema sanitario ormai fuori controllo, non certo per la professionalità di clinici eccellenti, ma per una politica gestita da incompetenti e improvvisatori.

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Articolo pubblicato il 18/01/2017