L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS Francesco Rossa: Il peggior Grillo al Parlamento europeo

Quando c’è di mezzo il vil denaro!

Si è scritto ormai di tutto sulla figuraccia di Beppe Grillo al Parlamento Europeo. Cercando di non essere ripetitivi, vorremo formulare ancora qualche non piacevole considerazione che si aggiunge allo sconforto per lo squallore che contraddistingue i nostri politicanti, senza eccezione alcuna.

Quando ci si improvvisa strateghi senza possedere la stoffa, si rischia di retrocedere nel limbo delle meschinità e perdere la faccia. Così Beppe Grillo la scorsa settimana, si è avocato il ruolo di abile negoziatore, senza averne i presupposti. Ma torniamo ai fatti.

L’Alleanza dei liberali e dei democratici per l’Europa (Alde) - partito politico europeo che riunisce 61 partiti di Stati dell’Ue – ha chiuso la porta in faccia al Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, creando all’interno del partito un caos senza precedenti.

Gran parte degli eurodeputati del M5S, pena scomunica aveva aderito al diktat  del Beppe per il passaggio innaturale, all’eurogruppo di Alde in Europa accettando di cambiare schieramento dentro il Parlamento europeo e di passare dagli euroscettici di Efdd – appunto – all’Alde, gruppo a vocazione fortemente europeista e di centro.

Di diverso parere si è però dichiarato il capogruppo dell’Alde, Guy Verhofstadt, che ha annunciato la rinuncia all’alleanza con il M5S: «Sono arrivato alla conclusione – ha spiegato in una nota ufficiale - che non ci sono sufficienti garanzie di portare avanti un’agenda comune per riformare l’Europa. Con il Movimento rimangono differenze fondamentali sulle questioni europee chiave».

I grillini che già pregustavano d’incamerare i pingui fondi europei, si sono schiantati contro la dura realtà. Prevedibilmente, la reazione di Grillo non è stata delle più razionali: “Tutte le forze possibili si sono mosse contro di noi – ha tuonato l’ex comico dal suo blog - Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima”. Invece di vergognarsi per aver tradito la mission del movimento, ha scelto, come miglior difesa, l’attacco. 

Così con la sua nota faccia di t….,  Grillo si è visto costretto a tornare sui suoi passi, bussando nuovamente alla porta dal leder dell’Ukip di Nigel Farage perché gli consentisse di rimanere nel gruppo Efdd, in modo da non perdere le sue ultime risorse finanziarie e, soprattutto, la faccia. 

Così, anche il  Grillo, sempre rigido nei confronti dei suoi, dovrà espiare tutte le sue colpe. Obbedendo a ogni ordine di Farage, stretto in una morsa che ha il sapore del ricatto. Se infatti l’Ukip confinasse i Cinque Stelle nel limbo dei “non iscritti”, i grillini sarebbero condannati all’irrilevanza a Bruxelles e con effetti collaterali gravissimi: i “fondi 400” – che oggi ammontano a 680 mila euro annui - sarebbero ridotti, gli spazi per gli uffici ridimensionati e oltre una ventina di persone dello staff di Grillo dovrebbe essere licenziate.

A prescindere da tatticismi più o meno fortunati e riusciti, quel che emerge è il comportamento innaturale, o forse prevedibilissimo. Il M5S ha, sempre a parole, inteso distinguersi dagli “altri”, contaminati da compromessi, pratiche clientelari, gestioni disinvolte del potere, ecc.

Contestualmente il M5S, per decisione del leader maximo, zelante interprete dell’etica contrattualista,  abbandonati anatemi e pregiudizi, cerca di accasarsi, per vil denaro, con la forza politica che idealmente si pone agli antipodi della concezione grillina dell’Europa come Istituzione.

Alla faccia del popolo del web che si è illuso di votare il diverso e l’antagonista.

Per il Movimento 5 Stelle questa è stata una débâcle senza precedenti, che si aggiunge alla tolleranza e copertura  manifestata per le amicizie scomode della sindaca di Roma, che com’è noto agisce al comando di quelle forze identificabili nei sottofondi della politica affaristica romana d’infimo livello che le detta praticamente l’agenda e le fornisce gli uomini giusti per ogni bisogna.

Il M5S, è la conclusione che apparirà scomoda per qualcuno, ha sino ad ora dimostrato di non  saper garantire un’azione di Governo.

Ciò mina la sua compattezza e la sua credibilità. Mai come adesso, infatti, i pentastellati sono divisi al loro interno. Fra di loro, innanzitutto, ci sono gli “ortodossi”, quelli che non hanno apprezzato la scelta di voler aderire al gruppo più europeista che ci sia in Ue.

Poi ci sono quelli che  dopo le bizzarre giustificazioni di Grillo al voltafaccia dell’Alde – hanno pubblicamente e platealmente contestato il loro leader. Ed è la prima volta che succede. 

Il disegno di Grillo, seppur gestito in modo rozzo si è ispirato ai precedenti. Anche Forza Italia, infatti, a suo tempo, cercò di accreditarsi in Ue con l’adesione al Partito popolare europeo, per consolidare la sua influenza e per costruirsi un’immagine che travalicasse i confini nazionali.

All’epoca un ruolo decisivo lo ebbero Gianni Letta e Claudio Scajola, che lavorarono di fino affinché gli azzurri fossero accolti nel migliore dei modi nella più nobile delle famiglie politico-culturali europee.

Tornando alla vicenda Cinque Stelle, emerge un perché, non trascurabile. Il 2017 sarà l’anno del mercato unico digitale, e l’Unione Europea si occuperà dei finanziamenti all’editoria digitale. Per il Movimento 5 Stelle questo avrebbe potuto rappresentare l’anno della svolta, anche in vista della possibile assunzione di ruoli di governo in caso di trionfo elettorale.

Invece, la “cacciata” dall’Europa o comunque la marginalizzazione della presenza grillina a Bruxelles potrebbero significare automaticamente l’esclusione da ogni forma di finanziamento europeo per la Casaleggio Associati Srl.

E c’è da scommettere che fra i grillini ancor ingenui c’è chi pensa non si tratti di una coincidenza. 

Quale giudizio ne trae l’elettore medio?

Il detestato Berlusconi o la peggiore continuità con l’Italia dorotea, almeno figuracce così non le facevano.

“C’è modo e modo di stare a tavola”, oppure  se preferiamo esprimerci in modo aulico “Pecunia non olet”.

Non dimentichiamolo mai!
 

Francesco Rossa
Direttore Editoriale
Civico20News.it

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Articolo pubblicato il 15/01/2017