Orchestra Polledro: Mecenatismo a servizio della musica colta

Una realtà artistica dalla logica imprenditoriale

Iniziative statali quali l’Art Bonus dimostrano come la Mano pubblica stia prendendo coscienza della necessità, in tempi di crisi economica, di appoggiarsi all’abilità imprenditoriale e alla possibilità di investimento dell’intraprendenza privata. Il rievocato mecenatismo – si spera non meramente nominalistico – dovrebbe essere destinato a oltrepassare i rigidi schematismi, per esempio quelli imposti dal succitato Art Bonus, legato a ristrutturazioni di architettura di pregio, al fine di diventare sempre più “appoggio” del Pubblico nella promozione culturale.

Talvolta questa tendenza prende corso e conduce alla nascita di soggetti nuovi e autentici. Un caso torinese: l’Associazione Orchestra da Camera “Giovanni Battista Polledro”, un gruppo di appassionati di musica colta che ha scelto, alla maniera di Mecenate, di investire nell’arte, senza rinunciare a un’attenzione di stampo imprenditoriale.

“Questo connubio – spiega il Direttore artistico dell’Orchestra Federico Bisio – è senza dubbio innovativo: sotto tale aspetto siamo un’azienda, o ne teniamo presenti le esigenze e i criteri d’analisi nella valutazione del nostro operato. Pertanto abbiamo davanti la sfida del mercato. Di conseguenza non possiamo adagiarci sugli allori, come si dice, bensì innovare continuamente l’offerta artistica e le partnership con altri soggetti sia privati che pubblici”.

Nata nel 2012, l’Orchestra si intitola a Polledro, uno dei rappresentati di punta della scuola violinistica torinese. La compagine orchestrale è giunta attualmente alla quinta stagione, che riprenderà dopo la pausa festiva il prossimo 16 febbraio alle 21 al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino. “Il programma della serata si ispira alla musica del Novecento e si presenta come una proposta stimolante” spiega il Maestro Bisio. Saranno proposti la “Sinfonietta in re minore per archi op. 52” e “Le Marchand de sable qui passe op.13” di Albert Rousell; Igor Stravinskij con “Apollon Musagète, balletto in due quadri op. 57” e “Le tombeau de Couperin” di Maurice Ravel.

L’Orchestra, nel corso dell’anno appena concluso, ha deciso di collocare la sede dei propri uffici, nonché delle prove, nella periferia torinese: nell’H.U.B. multiculturale “Cecchi Point” di via Antonio Cecchi. “Le periferie  – commenta Bisio – corrono il pericoloso rischio sociale di essere dimenticate, di assumere lo statuto non soltanto di luoghi decentrati, ma di collocare a un margine esistenziale anche le vita di chi le abita”.

Pertanto “proprio in quest’ottica abbiamo deciso di portare al Cecchi Point anche le collaborazioni di alto livello con cui abbiamo lavorato – continua Bisio – Penso alle prove con i Maestri Antonio Ballista, Bruno Canino e Roberto Issoglio nell’ottobre scorso, in vista del concerto in cui abbiamo celebrato i Sessant’anni del duo pianistico. O, ancora prima a Eva Alkula, la musicista finlandese del tradizionale strumento chiamato kantele, in settembre. Prove propedeutiche al concerto nell’ambito del Sibelius Festival di Santa Margherita Ligure. E poi un tocco internazionale a novembre con la visita del Maestro dell’Orchestra Sinfonica del Chiapas, uno stato del Messico, Roberto Peña Quesada”.

Le visite di eccellenza non mancheranno nel prossimo futuro. “A maggio avremo due concerti, con le relative prove al Cecchi, con l’attore Ugo Pagliai che il 13 reciterà in un melologo impostato sul Werther di Pugnani. Mentre il 27 con il famoso violinista Shlomo Mintz che suonerà da solista con la Polledro. A proposito di solisti, nel nostro concerto di marzo un giovane talento della Polledro, Tommaso Belli, avrà la possibilità di esibirsi come solista”.

Questo aspetto che vuole abbattere barriere e luoghi comuni musicali, portando in periferia vertici della musica e dell’arte, unisce “alla dimensione imprenditoriale un profilo sociale – illustra il Maestro – Fin dalla fondazione è stato chiaro l’obiettivo ultimo: far sì che la più ampia e interessata platea possibile si appassioni alla musica”.

L’H.U.B. nel tempo è diventato un importante polo culturale che anima il quartiere, le cui proposte si andranno ampliando con la collaborazione della Polledro: “stiamo sviluppando una progettualità per portare la musica nel quartiere, con la prospettiva di arricchire ulteriormente l’offerta culturale del Cecchi Point. Tra le nostre intenzioni anche far partecipare il quartiere a prove generali programmate in maniera totalmente gratuita”.

Come più volte sostenuto da queste colonne digitali, la sinergia tra Pubblico e Privato sta man mano assumendo i caratteri di una prassi operativa. Quello della Polledro è un interessante esempio e insolito, rispetto al panorama torinese, segno di una razionalità imprenditoriale sempre più tratto distintivo in via di adozione da soggetti solitamente alieni a tale mentalità.

Marco Paganelli

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Articolo pubblicato il 11/01/2017