Torino. ASL: La prevalenza del cretino

Le indecenti incongruità di un sistema burocratico decerebrato affliggono i cittadini

Abbiamo avuto modo di segnalare le vistose crepe del sistema sanitario regionale che può sintetizzarsi in un principio. Tagli certi ed immediati con riorganizzazioni ampollosamente promesse dall’assessore Saitta, ma ancora al di là da venire.

Ovviamente è ininfluente che in mezzo alle danze dei burocrati in turnover, ai lunghi ripensamenti dei mediocri e degli incapaci ci sia il cittadino, perlopiù il più debole ed indifeso con le sue legittime esigenze, brutalmente ignorate.

In questi giorni e non è destinato a ridursi, si propaga Il calvario che tantissimi utenti hanno dovuto subire, con gli ospedali inaccessibili e i malati sistemati in barella per giorni, in attesa di ricovero.

Ma la situazione che ancor più offende si è registrata sempre nei giorni scorsi a causa dell’inadeguatezza delle procedure messe a disposizione degli utenti per la scelta del pediatra ed il cambio del medico di famiglia.

Una delle situazioni più evidenti e sconcertanti si è registrata in borgata Parella. Se ne fa portavoce Federica Fulco, la battagliera presidente del Comitato “TorinoinMovimento”.

“Caos medici di base al quartiere Parella. Se ne sono ritirati cinque nel giro di poco tempo. E molti utenti hanno saputo solo all'ultimo momento che il loro medico se ne sarebbe andato in pensione, con una lettera recapitata a casa.
Intanto, prosegue la presidente Fulco il servizio online per il cambio di medico risulta attualmente sospeso. Ecco perché in questi giorni si registra un grande traffico all'Asl di via Pacchiotti.
Gli utenti hanno segnalato al comitato attivo sul territorio TorinoinMovimento, che le lettere sono arrivate tardi, ci precisa Federica, quindi le attese sono elevate per poter effettuare il cambio. Tutto questo è interpretato come l'ennesimo disservizio sanitario locale.”

La ressa di utenti non ha solo interessato gli uffici di via Pacchiotti, ma anche in via san Secondo e in via Monginevro, sono segnalati disservizi, attese snervanti con pochi sportelli aperti.

L’assurdo di questa vicenda, è dovuta all’impostazione del sistema già partito monco. Ci sono stati inspiegabili ritardi nelle segnalazione, da parte dell’ASL agli utenti, della cessazione del loro medico, concedendo brevissimo lasso di tempo per provvedere alla sostituzione, confermando la concezione dispotica del servizio pubblico.

Ma, oltre alle code alle quali il paziente suddito di un potere politico da barzelletta è ormai abituato, si è inserita una beffa vistosa.

Negli anni scorsi il comune aveva  presentato con enfasi il sistema “Torino Facile” . L’utente digitalizzato, comodamente da casa, munito di Password e username avrebbe potuto richiedere certificati e sbrigare pratiche burocratiche, compresa la revoca e la scelta del medico, sgravando di lavoro gli sportelli e risparmiando tempo e inutili code.

Purtroppo alla prova dei fatti, il cittadino che in questi giorni cerca di cimentarsi in tale operazione, ha dovuto arrendersi.

La matrigna regione impone l’obbligo di presenza allo sportello per l’autentificazione,  con documenti validi al seguito. Quindi la proceduta informatica risulta inutile e inefficace.

Quest’assurdità pare sia imposta dalla totale dipendenza della regione ai tempi biblici ed alle procedure antistoriche imposte da quel carrozzone costoso ed inefficiente che si chiama CSI.

L’assessorato è invischiato in illogicità crescenti e inconcepibili.

Non pretendiamo che l’assessore Saitta ed il presidente Chiamparino s’immiseriscano dietro le tortuosità della burocrazia in quanto il loro tempo dovrebbe adoprarsi a perseguire alte strategie delle quali si sente un gran bisogno.

Invitiamo l’assessore Saitta a rendersi conto che tra i sui pretoriani o yes men che siano, prevale la mediocrità assoluta ed il disprezzo sistematico dell’utenza.

Il cittadino utente non dev’essere abbandonato alla mercé degli incapaci. Il rispetto dovrebbe costituire il primo anello nel tessere rapporti civili e corretti, oltre che umani.

Intanto non si placa la protesta dei pazienti che cercano di accedere ai pronto soccorso cittadini. Siamo venuti a conoscenza che i famigliari di persone anziane, non in floride condizioni economiche, dopo aver assistito con trepidazione  i propri congiunti per ben quattro giorni stipati in un corridoio e su barelle malconce, in un ospedale cittadino, hanno deciso di trasferirli a proprie spese in cliniche private per consentire loro si sopravvivere.

Sulla vergognosa situazione denunciata, scende in campo Davide Bono, consigliere regionale del M5S, che accusa senza mezzi termini l’assessore Saitta di essere incapace a gestire l’attività ospedaliera.

“Dopo due anni e mezzo di legislatura Chiamparino, sono ormai evidenti la responsabilità e incapacità di affrontare, pianificare e gestire situazioni che emergenziali non sono in quanto, si ripetono ogni anno in un periodo prestabilito.” “Abbiamo sentito tante parole, prosegue Bono,  sulla creazione di "reparti polmone" con un numero di posti letto atti ad alleggerire i Pronto Soccorso dall'eccesso di affluenza, ma con la delibera 1-600 sono stati tagliati 2230 posti letto in tutta la regione e queste sono le conseguenze più dirette, oltre al mancato riassorbimento con nuove assunzioni del personale che è andato in pensione nel corso degli ultimi cinque anni (oltre 3000 persone)”.  

Bono esprime la vicinanza agli operatori della Sanità che operano in condizioni inaccettabili e s’impegna a chiedere risposte certe sull’accaduto all’assessore, nel corso del prossimo consiglio regionale.

Per la cronaca nei giorni in cui già si profilava il caos nei reparti ospedalieri, il padre di un assessore regionale è stato ricoverato saltando ogni coda in un ospedale nell’hinterland di Torino. In quel caso l’assistenza e la celerità sono state impeccabili. Il nostro, a quanto pare, è un sistema sanitario a prova di assessori e congiunti. Questa è l’efficienza che ci vuole!

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Articolo pubblicato il 10/01/2017