Lettera aperta alla Befana

Simpatica testimone della storia di tutti i giorni

Cara ed amata Vecchia Signora, desidero ricordarti con grande affetto e rispetto per il compito che ogni anno ti appresti a completare con dolci e carbone che sapientemente distribuisci ai bimbi ed ai meno bimbi, compresi quelli che continuano a raccontare la storia della Befana in cerca di assensi e consensi.

Quest’anno avrai sicuramente una nutrita scorta di sacchi di carbone per i meno bimbi, per coloro che ci hanno dispensato promesse mai mantenute e sorrisi di convenienza che celano più l’incapacità che la menzogna.

E tu, con pazienza e fermezza, sei simpatica testimone della  storia di tutti i giorni: quella di chi è alle prese con una condizione di vita sempre più precaria, sempre più preoccupante.

Le feste di fine anno, è pur vero, rinnovano speranza, gioia e spensieratezza che tuttavia si risolvono spesso in quei botti luminosi che lasciano velocemente spazio al ritorno alla realtà.

E tu, che vieni ricordata nel giorno “che tutte le feste porta via”, sei ancora una volta qui in mezzo a noi per dare quel tocco di serena ironia in vista dei giorni che ci attendono prima del tuo ritorno, nel prossimo anno, con la tua scopa che non teme limitazioni alla circolazione.

Ma non ti voglio tediare con le solite frasi di comodo e di convenienza, quelle stesse che vengono recitate da attori che si affidano ad altri per paura di travisare il copione, la traccia da seguire per non meritare il carbone per sé e per l’autore dei testi.

Desidero invece raccogliere i tuoi preziosi messaggi che sanno di semplicità e porgerti il mio più sincero sentimento: ciao, unica vera Vecchia Signora; spero di essere sempre meritevole di dolci attenzioni da parte tua, ma se un giorno mi portassi il classico sacco di carbone ti ringrazierò ugualmente perché so che la tua decisione scaturirà dalla schiettezza, quella che non si piega servilmente alle pressioni esterne.

E se un giorno volerò nei cieli con te lo farò con immensa gioia, cara ed amata Vecchia Signora.

 

                                                                                              Massimo Calleri

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 06/01/2017