Cronache criminali del passato

Il 26 febbraio 1852, a Rennes viene ghigliottinata l’avvelenatrice Hélène Jégado, ancor oggi considerata la maggiore serial killer della Francia: il suo processo ha messo fine a 18 anni di crimini commessi in Bretagna con un numero totale di vittime che ammonta, al minimo, alle tre dozzine!

Attenzione: questo testo contiene descrizioni e immagini forti, che potrebbero urtare la sensibilità di qualche Lettore!

 

Il 26 febbraio 1852, Hélène Jégado viene ghigliottinata sul campo di Marte, a Rennes. Condannata per avvelenamenti e furti, il suo processo mette fine a 18 anni di crimini commessi nella prima metà del XIX secolo nei dipartimenti del Morbihan e dell’Ille-et-Vilaine della regione della Bretagna. Hélène Jégado, nata a Plouhinec nei pressi di Lorient, il  28 pratile dell’anno XI (17 giugno 1803), è ancor oggi considerata la maggiore serial killer della Francia: il numero totale delle sue vittime, ammonta, al minimo, alle tre dozzine!


Ricordiamo questo personaggio sulla scorta delle osservazioni che Myriam Tsikounas ha pubblicato col titolo «Hélène Jégado, la Brinvilliers bretonne », nel sito “Histoire par l’image”.


L’avvelenatrice bretone Hélène Jégado è paragonata a Marie-Madeleine d’Aubray, marchesa di Brinvilliers (Parigi, 6 luglio 1630 – Parigi, 17 luglio 1676), una nobile serial killer francese, processata e giustiziata nel 1676 per aver avvelenato il proprio padre, i suoi due fratelli e sua sorella allo scopo di impadronirsi delle loro parti di eredità. Il pittore Charles Le Brun, presente all’esecuzione della marchesa di Brinvilliers, ne ritrasse il viso in un disegno poco prima del supplizio.

 

Hélène Jégado, la Brinvilliers della Bretagna

 

Un processo in concomitanza col colpo di stato di Luigi Napoleone Bonaparte. - Statisticamente parlando, le avvelenatrici sono particolarmente numerose al tempo della monarchia di luglio e durante il Secondo Impero. Nel 1840 e nel 1844, i clamorosi processi di Marie Lafarge e di Eufemia Lacoste, entrambe accusate di aver ucciso il loro ingombrante marito per mezzo di arsenico, rilanciano l’immagine della strega e lasciano credere, a torto, che l’avvelenamento, arma dei deboli e dei subdoli, sia stato, storicamente, un crimine femminile. Questa convinzione è ulteriormente rafforzata nel 1851 con l’arresto e il processo di Hélèn Jégado, una serva bretone accusata di venticinque omicidi mediante avvelenamento da arsenico e sei tentativi di omicidio.


Il processo di questa serva analfabeta, che si esprime mescolando francese e bretone, si apre presso la Corte d’Assise del dipartimento di Ille-et-Vilaine il 6 dicembre 1851. Nonostante la vibrante arringa contro la pena capitale del suo giovane avvocato, Magloire Dorange, l’udienza si chiude, il 14, con la condanna a morte dell’imputata, che continua a sostenere la sua innocenza.


All’epoca, Rennes non è ancora raggiungibile per ferrovia e il colpo di stato realizzato da Luigi Napoleone Bonaparte, il 2 dicembre 1851, impedisce ai giornalisti parigini di recarsi al tribunale. Priva anche la difesa di diversi testimoni, tra cui il chimico Raspail, che è stato imprigionato, e il medico-deputato Jean-Baptiste Baudin, ucciso su una barricata.


Hélène Jégado viene ghigliottinata sul campo di Marte di Rennes il 26 febbraio 1852. Secondo la leggenda, poco prima di morire, ha confessato i suoi molti delitti al cappellano del carcere, padre Tiercelin, che l’accompagna fino al patibolo.


 

«La Brinvilliers» bretone. - Questa stampa, arricchita di una “complainte” [canzone formata da numerosi versi, a contenuto drammatico, con un protagonista reale] e datata al 1852, è uno degli ultimi stampati periodici realizzati dalla Imagerie Pellerin di Épinal. Infatti, pochi mesi dopo, un decreto che regolamenta con severità il commercio ambulante di libri, almanacchi e pubblicazioni varie, dà inizio al declino di questi fogli volanti.


Anche se si trova in tribunale, la Jégado indossa ancora i suoi vestiti da serva. Il suo grembiule blu ricorda che ha lavorato come cuoca, per diciotto anni, in case parrocchiali e abitazioni borghesi. Mentre era china sui fornelli, ha versato l’arsenico, sotto forma di “veleno per topi”, in zuppe e minestre di verdura apprezzate dai suoi datori di lavoro.


Dal momento del suo processo, Hélène Jégado è stata paragonata alla marchesa di Brinvilliers che, anche lei, non ha esitato ad avvelenare vittime di tutte le età e di tutte le condizioni, compresi i componenti della sua stessa famiglia. Non è quindi sorprendente che il disegnatore di Èpinal riprenda lo schizzo di Charles Le Brun, noto come “La Marchesa di Brinvilliers”: le due donne portano la medesima cuffia strettamente legata sotto il mento, come per significare la loro prossima decapitazione; entrambe hanno la mano destra sotto il petto, appoggiata sulla sua mano sinistra, per esprimere una richiesta di misericordia.


L’unica variazione è nel momento del dramma: Hélène Jégado è in piedi davanti a un banco sul quale è posata la toga nera di un avvocato, affiancata da due gendarmi, in attesa del verdetto, mentre la marchesa, a cui qualcuno ha consegnato un crocifisso, sta per essere giustiziata.

 

Una «anomalia della natura». - Curiosamente, in questo disegno, con coloritura manuale, le ombre dei due gendarmi sono proiettate con precisione sulla parete mentre quella dell’accusata non corrisponde alla sua sagoma. L’artista vuole dirci, come l’avvocato difensore e gli esperti psichiatri chiamati a deporre, che Hélène Jégado è «una mostruosità», «un’anomalia della natura» (dottor Pitois, testimone d’accusa, “Gazette des tribunaux” del 9 dicembre 1851) che uccide senza rimorso ogni rivale e chiunque le ha fatto una rimostranza o ha sconvolto i suoi piani?


In Francia, dopo l’istituzione delle Corti d’assise, nel 1810, e l’introduzione di una giuria popolare, la stragrande maggioranza delle donne criminali ha beneficiato, al contrario degli uomini, delle circostanze attenuanti. Hélène Jégado è stata condannata a morte, perché lei non ha esitato a uccidere i bambini che le venivano affidati, due sacerdoti e due parenti, sua zia e sua sorella. Inoltre ha avvelenato altre giovani serve, spiantate come lei. È quindi apparsa ai giudici come «un essere mostruoso e perverso».


Più insidiosamente, i contemporanei sembrano aver rimproverato all’assassina di rifiutare il posto che era assegnato alle donne nella metà del XIX secolo. Secondo le cronache delle udienze, gli articoli della stampa sul caso, dove questa stampa si presenta edificante e moralizzatrice, l’accusata non ha nulla di femminile. Descritta come brutta e deforme, alcolizzata e sporca, senza un marito e senza figli all’età di quasi cinquant’anni, Hélène Jégado appare simile ad una strega che porta la morte invece di dare la vita.


Umile serva nata in una Bretagna ancora arretrata, è anche il capro espiatorio ideale che nessuno, quando  sarà sacrificata, tenterà di vendicare.

 

Fonte : Myriam TSIKOUNAS, « Hélène Jégado, la Brinvilliers bretonne », Histoire par l’image [en ligne], consulté le 02 Janvier 2017.

URL: http://www.histoire-image.org/etudes/helene-jegado-brinvilliers-bretonne

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 26/02/2017