“Il Credito è morto, l’hanno ucciso i cattivi pagatori”, nelle stampe popolari

Occorre pagare in contanti, e le immagini che illustrano la morte del Credito sono regolarmente affisse sulle pareti delle locande e dei negozi…

Il cartello con la scritta “Non si fa credito” era un classico nei negozi della mia infanzia, negli anni ‘50 del secolo scorso. Non mancavano le interpretazioni ironiche “Oggi non si fa credito, domani sì”, e quello che a me piaceva di più, che mostrava un gallo dipinto con la scritta sottostante “Quando questo gallo canterà / credito si farà”. In tempi molto più recenti mi è ancora capitato di leggere “Si fa credito solo ai novantenni accompagnati dai genitori”.


Così nel corso di questa disamina delle stampe popolari non poteva mancare questo tema, che in francese suona “Il Credito è morto, l’hanno ucciso i cattivi pagatori”, così approfondito da Frédéric Maguet nel sito “Histoire par l’image”.

 

Contesto storico. –  Le crisi economiche – della borsa o finanziarie - che minano regolarmente la Francia (nel 1816, 1826, 1836, 1847 e 1857 per citare le principali crisi della prima metà dell’Ottocento) intaccano fortemente la fiducia del pubblico. Il sistema del credito al consumo, così importante nell’economia di oggi, si mette allora in folle; artigiani e albergatori rifiutano di “mettere in nota”.


Occorre pagare in contanti, e le immagini che illustrano la morte del Credito, tema già antico dal momento che appare nel contesto travagliato dell’Italia del XVI secolo e delle guerre di religione, sono regolarmente affisse sulle pareti delle locande e dei negozi.


Analisi delle immagini. - La composizione più comune nel XIX secolo deriva da una incisione parigina stampata da Crépy  verso il 1720 (anno del crollo del sistema di Law). [Il sistema di John Law era l’uso di carta moneta attuato in Francia dal 1716 al 1720 per liquidare i debiti di Luigi XIV, n.d.t.].

 

Ripresa dalla maggior parte dei centri di produzione di immagini classica, progressivamente modernizzata attraverso il cambiamento dei costumi, presenta tre distinti temi: l’assassinio del Credito al centro, l’oca che porta una borsetta nel becco, l’arrotino che fuma la pipa.


Il Credito è stato assassinato da un artista squattrinato, da un musicista che “rinnega i debiti” e da un maestro di scherma; composizioni successive aggiungeranno un convitato che si rifiuta di pagare in contanti. La figura del Credito che giace a terra è anteriore alla composizione di Crépy perché appariva fin dal XVII secolo in immagini dove il Credito era compianto da “gente per bene”, mentre l’omicidio vero e proprio era mostrato sullo sfondo; compare anche nella “Raccolta dei più illustri proverbi [...] evidenziata da Jacques Lagniet” (1637) e in una incisione di Chalons pubblicata tra il 1635 e il 1640.

 

In questa forma, poi in quella inaugurata da Crépy, il tema circolerà non solo in Francia, ma anche in Germania, in Italia e in Polonia, in coincidenza con le più acute crisi economiche.

 

L’oca appariva intorno al 1670 in una immagine indipendente, intitolata “La Caccia alla mia oca”, gioco di parole tra “Mon oye” (mia oca) e “monnaie” (denaro). È sistematicamente presente nelle immagini del XIX secolo, visto che “La mia oca fa tutto” è la risposta logica a “Il Credito è morto”.


Per quanto riguarda l’arrotino – un tapino che tira a campare – questo rappresenta il lavoratore umile che continua a svolgere il suo compito, con un’apparente indifferenza nei confronti dei problemi che lo circondano.


Interpretazione.- “Lavorare molto, guadagnare poco, vivere contenti della propria sorte”, questo è in breve il significato morale che Champfleury (1869) attribuiva alla figura del lavoratore povero.


L’arrotino rappresenta la categoria delle “persone oneste”; la sua indifferenza tronca i lamenti reperibili nelle immagini più antiche, dove le diverse categorie professionali soffrivano di non poter più ricorrere al credito.


L’impatto sociale è immediatamente decifrabile: sotto la Restaurazione i colpevoli sono gli artisti squattrinati e i soldati, rappresentati dal maestro di scherma. Quest’ultimo ricorda il “capitano Malpagante”, che si considerava, all’inizio del XVII secolo, il principale assassino del Credito.


 

Fonte: Frédéric MAGUET, «Crédit est mort, les mauvais payeurs l’ont tué», Histoire par l’image [en ligne], consulté le 01 Janvier 2017.

URL : http://www.histoire-image.org/etudes/credit-est-mort-mauvais-payeurs-ont-tue

 

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Articolo pubblicato il 28/01/2017