Il turista Anis Amri é il terrorista arrivato con il barcone

Vicenda paradossale, ma non si tratta, purtroppo di un caso isolato

La storia di Anis Amri, il tunisino accusato di essere il responsabile della strage di Berlino, e beatamente passato a migliori vita per la prontezza di un poliziotto attento, è l’emblema della totale incapacità, non solamente italiana, ma europea di contrastare delinquenza e terrorismo.

Tutti paralizzati dal politicamente corretto e dalla paura delle reazioni di quella banda di cialtroni buonisti che si considerano una casta privilegiata di opinionisti e di intellettuali.

Il tunisino arriva in Italia con il classico gommone. Quello che, spiegano lorsignori, non verrebbe mai utilizzato dai terroristi. E, in effetti, all’epoca Anis non era un terrorista. Ma non fuggiva da inesistenti guerre in Tunisia. Fuggiva dalla galera perché già al suo Paese aveva iniziato a fare il delinquente.

Davvero una grande risorsa per l’Italia, come sostengono opinionisti e politici di regime. Davvero una grande opportunità, con la speranza che un giorno ci avrebbe pagato le pensioni.

Nel frattempo arriva e mente sull’età, per ottenere l’accoglienza riservata ai minorenni. Ma lui è già maggiorenne. E tanto per farsi notare incendia subito il centro di accoglienza dove è ospitato a spese nostre.

Accumula qualche altro reato e finisce in galera.

Nei quattro anni  di detenzione, l’Italia non è riuscita a convincere la Tunisia a riprenderselo, o forse non ha nemmeno provato.

Questa è la capacità italiana espressa dall’ex ministro dell’Interno oggi approdato agli Esteri per suscitare la compassione e l’ilarità del mondo.

Poi Amri esce, con immancabile decreto di espulsione che non viene fatto rispettare.

Mica è un italiano che deve rispettare le leggi, lui è un’opportunità. Che, per fortuna, decide di andare a far danni in Germania.

Si avvicina ai terroristi e gli inquirenti tedeschi lo sanno. Ma Merkel ha deciso che tutti gli invasori sono i benvenuti, anche se delinquenti con aspirazioni terroristiche.

Dunque niente rimpatrio in Tunisia e neppure un rinvio verso l’Italia. Non ci sono le condizioni, secondo gli accoglienti tedeschi. Che ora scoprono gli effetti devastanti dell’accoglienza.

Ma non dobbiamo chiuderci, ordinano i cialtroni politicamente corretti. Tutt’al più chiudiamo i mercatini di Natale o li blindiamo.

E gli italiani? Possono tranquillamente andarsene all’estero, sperando di non finire schiacciati da un camion a Berlino o sul lungomare di Nizza.

In tal caso, il salice piangente che siede al Quirinale, sarà pronto ad accogliere la salma.

Che schifo!

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 26/12/2016