Monte dei Paschi di Siena: L’accusa dei tedeschi “Aggirate le regole europee”

Si sta delineando una truffa di Stato a carico dei contribuenti

Attivato il paracadute pubblico, per Mps e soprattutto per il governo italiano si apre il fronte europeo. All’indomani del varo del decreto che mette a disposizione fino a 20 miliardi a sostegno del sistema bancario, a partire dall’istituto senese, resta ancora da verificare il completo via libera delle autorità comunitarie allo schema di salvataggio messo a punto dal governo.

Qualche mal di pancia già si registra. Secondo il Financial Times, un fronte quasi bipartisan a Berlino non vedrebbe di buon occhio la soluzione adottata dal nostro esecutivo. “È inaccettabile che a pagare siano i contribuenti”, ha detto il social-democratico, Carsten Schneider, membro della commissione finanze del Bundestag.

Ancora più duro Hans Michelbach, parlamentare della Cdu, secondo cui "le regole europee nel caso di Mps sono state aggirate”. Si tratta – ha spiegato al Ft – di “un aiuto di stato illecito da parte del governo italiano”. Dello stesso avviso anche l'europarlamentare verde Sven Giegold che ha accusato il governo italiano di "violare le norme europee sull'unione bancaria". In particolare, a suo giudizio, "questo nuovo bail-out è una violazione inaccettabile del cuscinetto tra governi e banche, che darà un duro colpo alla fiducia nell'unione bancaria".

Non più morbide infine le parole scelte da Christoph Schmidt, consigliere economico di Angela Merkel: "È più che tragico che il governo italiano stia creando un precedente per disattendere gli impegni sanciti con la creazione dell'unione bancaria".

Malumori tedeschi a parte, il piano avrà bisogno di tempo per essere completato per intero. Anche per questo la Consob oggi ha deciso la proroga della sospensione per la contrattazione dei titoli Mps e per gli strumenti "fino a quando, anche in esito alla definizione ed approvazione del programma di rafforzamento patrimoniale di Banca Mps da parte delle competenti autorità, non sarà ripristinato un corretto quadro informativo sui titoli".

Ma è soprattutto a Bruxelles che a questo punto si sposterà la trattativa. Sull’intervento pubblico in sé la Commissione dovrebbe avere poco o nulla da ridire, visto che il piano dell’esecutivo italiano è in linea con quanto previsto dall’articolo 32 comma 4 della direttiva BRRD che disciplina proprio i salvataggi bancari e che ha introdotto il meccanismo del bail-in. La Commissione ha preferito muoversi con molta prudenza, limitandosi - ha spiegato un portavoce dell’esecutvo Ue - a “prendere nota dell'annuncio da parte delle autorità italiane delle varie misure che riguardano le banche italiane”. E ancora: “Siamo in contatti continui e costruttivi con le autorità nazionali. Naturalmente, sosteniamo pienamente l'obiettivo delle autorità italiane di rafforzare ulteriormente il settore bancario italiano, nel rispetto del diritto comunitario".

Niente di più. Anche perché per il momento l’urgenza, a beneficio di tutto il sistema bancario, è assicurare che l’aumento di capitale di Rocca Salimbeni vada a buon fine. Solo il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha provato fin da subito a mettere in chiaro i paletti da rispettare per il governo: Con il piano privato – ha spiegato il suo portavoce - "non si sono raccolti abbastanza fondi, il che significa che ora possono guardare ad altre opzioni, incluso l'intervento statale, ma le regole impongono prima la necessità di un 'bail in' degli azionisti e degli obbligazionisti junior".

È qui che si innesca il vero nodo del confronto con Bruxelles. Il salvataggio pubblico, com’ è noto, contempla che a pagare il conto siano anche gli obbligazionisti subordinati. Per scongiurare pesanti conseguenze per gli oltre 40 mila risparmiatori possessori di questi titoli il governo ha studiato un sistema di rimborso diverso da quello previsto per le quattro banche “salvate” nel novembre 2015.

Secondo quanto illustrato da Padoan i bond in questione saranno sì convertiti in azioni e acquistati dal governo, ma i risparmiatori interessati saranno risarciti dalla banca stessa attraverso delle nuove obbligazioni garantite dello stesso valore di quelle ora cedute al momento della sottoscrizione. Di fatto il coinvolgimento dei privati sarebbe soltanto formale: i risparmiatori salverebbero (in parte) la banca, e lo Stato salverebbe i risparmiatori.

Lo “scambio”, ha assicurato il ministro, tutelerà così “al 100%” i risparmiatori, mettendoli al riparo da eventuali perdite. Una copertura erga omnes che però Bruxelles potrebbe non vedere di buon occhio. Per ora la Commissione si è limitata a ricordare come nel caso di "mis-selling", "le banche possono assicurare che non ci siano effetti avversi sugli investitori al dettaglio in titoli di debito, attraverso "uno strumento di sicurezza".

La precondizione è chiara però: all’origine della sottoscrizione di questi titoli ci dev’essere appunto una pratica scorretta della banca, che ad esempio dovrebbe non avere informato correttamente dei rischi a cui l’investitore sarebbe andato incontro acquistando un titolo subordinato.
Non esattamente un automatismo, come invece è parso fare intendere il governo.

Il quale però, nelle veste di fatto di nuovo proprietario della banca, giocherà in questa partita il doppio ruolo di azionista di maggioranza di Mps e "difensore" dei risparmiatori danneggiati dalla banca stessa.

Huffington post

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Articolo pubblicato il 24/12/2016