Cuneo, domenica 18 “Le Province non sono cosa vostra”. Piemonte Stato” organizza un presidio in corso Dante

Le Province affossate da Del Rio, potranno salvarsi dopo il NO al referendum?

L’ormai archiviato referendum di domenica 4 dicembre, ha salvato il Senato. Riuscirà anche per le province condannate a morte dal farneticante ministro Delrio e private del consenso elettorale?

E’ domanda che si pongono in molti, considerate le circostanze in cui si batte un Ente ormai centenario da sempre vicino ai sindaci ed ai cittadini, mentre le regioni rappresentano il trionfo della burocrazia, del record di spese inutili e in quanto ad efficienza, riescono a far rimpiangere il vecchio accentramento.

Dopo la riforma ed il blocco dell’accesso alle elezioni per il rinnovo dei consigli provinciali, secondo la conferma dell’UPI (unione province d’Italia), dal 2013 al 2015 gli investimenti per la sicurezza dei 130mila chilometri di strade provinciali sono crollati da 7.318 euro a 2.170 euro per chilometro. “Negli ultimi due anni – conferma l’Upi, le risorse a disposizione degli Enti di Area Vasta per la gestione delle strade provinciali sono diminuite del 60%”.

Il risultato? “Decine di arterie sono state chiuse e, in alcune regioni, per evitare incidenti è stato necessario abbassare i limiti di velocità (anche fino a 30 chilometri all’ora)”. L’altro capitolo spinoso riguarda la manutenzione degli Istituti scolastici che sono e restano di pertinenza di una provincia che agli effetti della disponibilità delle risorse, non esiste più.

La situazione è drammatica considerata la vetustà degli edifici. Non passa giorno che non si verifichino cadute di calcinacci, con il costante pericolo per l’incolumità degli studenti e disagi all’attività scolastica. Non va meglio per il trasporto degli alunni che vivono in sedi lontane dalle sedi scolastiche.

In concomitanza con l’elezione del consiglio provinciale limitato ai consiglieri comunali del territorio e non ai cittadini, Piemonte Stato si fa carico si sollevare questo vulnus alla democrazia.

“Domenica 18 dicembre, ci dichiara Valter Demichelis, segretario provinciale del Movimento autonomista, torneremo in C.so Dante a Cuneo dove si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale con un presidio dalle 10 alle 12,30 dal titolo eloquente, soprattutto in questo periodo: "Le province non son cosa vostra"! Si tratta d i una replica, in terra Cuneese, dell’iniziativa già brillantemente intrapresa a Torino, nei mesi scorsi, in analoga occasione, con la presenza dei militanti del Movimento Politico Indipendentista Piemontese "PiemonteStato"

“E dire, prosegue DeMichelis, che il 4 dicembre, giornata del memorabile referendum, avrebbe dovuto servire da monito in quanto un secco e abissale NO ha rispedito al mittente, a quella compagine politica che ci governa, che la carta costituzionale non si cambia senza il nostro consenso; la legge sulle province, facente parte di quel Titolo V che il dimissionato premier Renzi voleva modificare tramite il suo Ministro Delrio, come un vestito sartoriale sulla sua persona”.

0lre alla privazione del voto degli oltre 450000 elettori del cuneese, va rilevato che a causa dei mancati finanziamenti da parte dello Stato e della regione, le province non dispongono della possibilità di provvedere alla manutenzione invernale delle strade ed al riscaldamento delle scuole.

“E una legge grottesca, puntualizza Demichelis, che intendeva trasformare le nostre province, il nostro trait d'union con le regioni e più ampiamente ahimè con lo Stato centrale, in anonimi enti di area vasta, derubricandoli a lor dire in enti di secondo livello... Sì di secondo, anzi di ultimo livello, ci sono gli elettori contribuenti che non possono scegliere i propri rappresentanti ne tanto meno chieder loro una rendicontazione in merito al fine mandato”.

Domenica, conclude    saremo lì sul marciapiedi di C.so Dante nel cuore della nostra capitale provinciale con lo stesso spirito dei "bojanen"; cioè di quelli che resistono a coloro che furbescamente pensano di privarci dei nostri diritti. Non facciamo distinzione politica alcuna a chi democraticamente venisse a dimostrare con noi il rispetto delle regole dei Padri Costituenti, anche se noi lottiamo per un Piemont Liber e Sovran”!

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Articolo pubblicato il 17/12/2016