Festival Di Sanremo 2017: #facciamoquadrareiconti

La bomba è esplosa con una deflagrazione che neanche la lista dei nuovi ministri del governo “Renzi bis” (inutile girarci attorno, così è), ha provocato, e mancano ancora due mesi all’inizio della kermesse.

Le due liste sono state presentate quasi contemporaneamente, ma è un dettaglio.

Sto parlando naturalmente dei “big”, o presunti tali, che parteciperanno al Festival di Sanremo 2017.

La prima cosa che mi viene da dire è #facciamoquadrareiconti, visto che passano da 20 a 22.

Nessun gruppo o band o complesso (si, lo ammetto, sono un nostalgico degli anni ’70), poco rap, e questo è un bene, visto il livello di casa nostra, tanti, troppi, vincitori di talent e una serie di veterani nazionalpopolari.

Un bel mix, non c’è che dire, anzi, si fa per dire: come al solito il presentatore toscano, sempre più potente in casa di mamma RAI (non mi stupirei fosse nominato prima o poi prossimo Presidente del Consiglio), cerca di accontentare tutti, riuscendo a scontentare i più.

Anche quest’anno il mio coetaneo, con il quale condivido la mancata intervista a Simon Le Bon nel lontano 1985 (ma le similitudini finiscono qui), pesca di brutto fra i “talent” chiamando Elodie, Sergio Sylvestre e Alessio Bernabei (al suo terzo Festival consecutivo e sinceramente si poteva farne a meno) da “Amici”,  Giusy Ferreri, Chiara Galiazzo e Michele Bravi da “X Factor”,  una certa Alice Paba (che si esibirà in coppia con Nesli), da “The Voice”, programma che per fortuna ha chiuso i battenti senza provocare suicidi di massa fra i telespettatori.

Per la serie “accontentisti , buonisti e perdonisti” sbarcano sul palco del teatro Ariston Ludovica Comello (???), conduttrice Sky che ha qualcosa a che fare con una certa “Violetta” (giuro che approfondirò l’argomento), nonché Clementino e Raige (duetto con Giulia Luzi) per la quota rapper.

Basta e avanza.

Il contributo di “Sanremo Giovani” dello scorso anno è garantito da Francesco Gabbani (vincitore nel 2016 con “Amen”, che sinceramente pensavo fosse l’epitaffio alla carriera) e Ermal Meta, che può piacere o meno, ma che scrive fior di canzoni per altri interpreti e chissà che per una volta non risulti profeta in patria.

Tornano a Sanremo Fabrizio Moro, già vincitore anni fa nella categoria giovani, e Marco Masini, che garantisce la “toscana-tax”, dai quali comunque mi aspetto dei gran pezzi.

Veterani che a volte ritornano: Al Bano, sulla salute non scherzo, Ron, Gigi D’Alessio  (secondo chi scrive vincitore sicuro), Michele Zarrillo (per quel che mi riguarda, il più gradito della lista) e Fiorella Mannoia, che si rimette in gioco a trenta anni esatti da “Quello che le donne non dicono”, premio della critica garantito a prescindere.

Chiudono la set-list Paola Turci, Samuel (ex frontman dei Subsonica), per ora non mi pronuncio, e Bianca Atzei che, detto tra di noi, ha una voce che mi piace alquanto.

Insomma il “presentatore lampadato col microfono sempre più alto degli altri” (bisogna dirlo tutto d’un fiato, nda), ci propone il solito tourbillon tipicamente “contiano”, per la gioia soprattutto delle major, che puntualmente verrà messo in secondo piano non appena verrà resa pubblica la lista dei “super-ospiti”,  sempre per la gioia delle major, internazionali e purtroppo nazionali.

Sapete già come la penso al riguardo: odio, detesto, gli ospiti italiani a Sanremo; una cosa di pessimo gusto verso chi, comunque, ci mette la faccia partecipando alla gara, perché di gara, #infindeiconti, si tratta.

Quasi quasi propongo un referendum al riguardo: abolizione dei “super-ospiti” italiani a Sanremo.

Visto che già si parla del Festival, credo di fare cosa gradita agli amici lettori, regalando in anticipo, il primo #stendiamounvelopietoso della stagione: onorificenza che va di diritto agli Statuto.

Oskar & C. sono riusciti nella difficile impresa di essere esclusi dal Festival, senza neanche essersi iscritti.

Fa ridere, ma è così: un’ennesima pietra miliare alla loro “carriera”, strombazzata a caratteri cubitali sui social,  e giocoforza smentita, che va a braccetto con la  millantata querelle riguardo l’inno ufficiale del Toro.

Per ora mi fermo qui, anche se sorge spontaneo, e non poteva essere diversamente, un grido di battaglia: #aridatecepippobaudo.

Posso garantire che, come da qualche anno a questa parte, Civico20 News sarà “sul pezzo”, direttamente dalla sala stampa e in giro per la città dei fiori, digital-rec e camera (nelle sapienti mani di Tina Rossi) sempre pronte all’uso; insieme alla squadra di “supercriticoni-supercattivi” formata da Maurizio Lorys Scandurra, che quest’anno riserverà parecchie sorprese e della quale è un onore-onere far parte ancora una volta.

Quindi, mi raccomando…ne vedremo delle belle…

Stay always tuned !!!

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Articolo pubblicato il 13/12/2016