Governo. Paolo Gentiloni è presidente del Consiglio dei Ministri.

I Ministri giureranno al Quirinale in serata, con la defezione dei verdiniani.

Trattativa sprint, quasi interamente dedicata alla sistemazione delle caselle ed al peso correntizio più che ai  programmi.

Il presidente del consiglio è entrato al Quirinale alle 17,30 per sciogliere la riserva, con ministeri importanti ancora da ricoprire. Alle 18,40 Gentiloni ha letto la lista dei suoi ministri che giureranno in serata alle ore 20.

Così Gentiloni potrà presentarsi giovedì a Bruxelles con tutti i poteri, per cercare di recuperare il tempo perduto.

In assenza delle opposizioni e con Forza Italia che ha concentrato l’incontro con Gentiloni sulla necessità di coinvolgere le forze politiche nella concezione delle legge elettorale, Gentiloni ha consumato il poco tempo a disposizione per concordare con i notabili del PD la lista dei ministri cercando altresì di contenere l’appetito dei transfughi di FI che, suddivisi in più rivoli avrebbero dovuto  sostenere il nuovo Governo al Senato.

Quando già il presidente del Consiglio in pectore era a colloquio al Quirinale, sono emersi gli appetiti incontenibili di Verdini & Soci che denunciano il varo della fotocopia del governo Renzi, pur condotto da Gentiloni, ma in effetti rivendicano posti più ambiti. Non essendo saziati a sufficienza, diffondono in tempo reale un comunicato in cui non ritengono di votare la fiducia al governo.

Ci sono dubbi che la mission del governo si limiti al varo della legge elettorale ed alle problematiche urgenti. Molto probabilmente coadiuvando le aspettative dei peones, in molti cercheranno di far slittare la durata del ministero sino alla scadenza naturale della legislatura. Ci saranno tempi e modi per queste verifiche a prescindere dalle ipotesi.

Sottoponiamo ai lettori la lista dal nuovo governo, perché possano già valutare le manovre e le conquiste tutte determinate non certo per il raggiungimento del Bene Comune, ma per placare e soddisfare regolamenti di conti e clientele

Ecco la lista del nuovo governo Gentiloni:  

Esteri - Angelino Alfano 

Interno - Marco Minniti 

Giustizia - Andrea Orlando 

Economia - Pier Carlo Padoan 

Sviluppo Economico - Carlo Calenda 

Agricoltura - Maurizio Martina 

Ambiente - Gian Luigi Galletti 

Lavoro - Giuliano Poletti 

Scuola - Valeria Fedeli 

Turismo - Dario Franceschini 

Trasporti - Graziano Delrio 

Salute - Beatrice Lorenzin 

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio - Maria Elena Boschi 

 

Ministri senza portafoglio:  

Rapporti con il Parlamento - Anna Finocchiaro  

Semplificazione e P.A. - Marianna Madia 

Affari regionali - Enrico Costa 

Coesione territoriale e mezzogiorno - Claudio De Vincenti 

Sport - Luca Lotti

Matteo Renzi mantiene l’ipoteca sul Governo, piazzando i suoi protetti nei posti chiave per poter condizionare il mansueto Gentiloni ad iniziare da Luca Lotti promosso ministro dello Sport e Maria Elena Boschi sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

La presenza di Angelino Alfano al Ministero degli Esteri, oltre a dare la maggiori dimensione di un immorale mercato, ci espone ancora una volta al dileggio del mondo per la statura mediocre del soggetto e le tanto vicende non certo edificanti del suo clan famigliare sempre molto connaturato a vicende e ruoli politici, pur senza legittimazione.

Così pur nelle criticità dei dossier spinosi in Europa, dal salvataggio del Monte dei Paschi di Siena al deficit di Bilancio ben oltre ai parametri europei, appariremo sempre più l’Italietta del mandolino e del carretto siciliano.

Altro capitolo grottesco emergerà nei prossimi giorni con la designazione dei sottosegretari.

Pare tramontata, nonostante le aspettative, la presenza di Piero Fassino, mentre Maria Elena Boschi, nonostante le promesse di ritirarsi in ermitaggio in caso di vittoria del No, ritorna con sua presenza imponente, ma nei fatti insussistente, addirittura a fianco di Gentiloni.

Come annunciato dal presidente Gentiloni, alle 20 dovrebbe esserci il giuramento dei ministri al Quirinale, salvo colpi di scena. In una breve dichiarazione il presidente del Consiglio non nega le difficoltà incontrate e fa riferimento all’esito del referendum ed alla situazione occupazionale in specie al Sud.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 12/12/2016