Roma, Il conte Paolo Gentiloni Silverj è il Presidente incaricato di formare il governo

Mattarella lo ha convocato al Quirinale ieri mattina

Con la celerità che la situazione interna ed internazionale impone, com’era nelle previsioni più accreditate il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato ieri mattina al Quirinale l’attuale Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni per conferirgli l’incarico di formare il Governo.

Dopo le bizze di Renzi e la virata obbligata del PD, di fronte al diniego dei partiti di opposizione d’imbarcarsi in una coalizione suicida, dalle dichiarazioni prontamente rilasciate da Gentiloni, s’intravede il sentiero che intenderà percorrere: "Ringrazio il presidente della Repubblica per l'incarico conferito, lo considero un alto onore e cercherò di svolgere il compito con dignità e responsabilità. Il quadro ampio e articolato delle consultazioni svolte dal presidente della Repubblica sarà la base del lavoro per definire composizione e programma del nuovo governo".

Risulta sia già al lavoro sin dal pomeriggio di ieri, incontrando le delegazioni dei partiti. Lega Nord e il M5S annunciano di disertate le consultazioni.

Si prevede lo scioglimento della riserva già in giornata ed entro martedì la lista dei ministri  potrebbe  essere pronta con gli adempimenti costituzionali espletati. Così il neo presidente si presenterà con tutti i poteri accanto ai leaders europei al prossimo Consiglio Europeo del 15 dicembre.

Tra le priorità oltre alla legge elettorale, non appena venga pubblicata la sentenza della Consulta, sono in attesa il decreto per salvare il Monte dei Paschi di Siena dopo i dissesti che il PCI e il PD hanno provocato negli anni, la situazione occupazionale, i dossier economici e i decreti conseguenti al terremoto.

Già di per sé sarebbe un imponente programma pluriennale se poi  si aggiunge l’eredità pesante del governo Renzi, tra cui annoveriamo i guasti operati nel mondo della scuola dalla Ministra Stefania Giannini, i flop di un’altra ministra renziana Marianna Madia con la bocciatura della riforma della Pubblica Amministrazione da parte della consulta, le confuse leggi sul lavoro avulse dal contesto produttivo ed inefficaci del Ministro Poletti, l’insuccesso referendario di Maria Elena Boschi e l’inconsistenza dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin, si comprende come i ministri che forzatamente potranno restare a casa sono in aumento.

Non ci sarà quindi una lista di ministri fotocopia. Così si scatenerà l’arrembaggio tra le correnti PD e i voltagabbana alla Verdini che garantendo al senato la sopravvivenza del Governo, come già avevano fatto con Renzi, stanno già presentando il conto.

Tra i nomi di spicco, come new entri, ha buone chanches Piero Fassino che potrebbe rivestire il prestigioso ruolo di Ministro degli Esteri, lascato vacante da Gentiloni.

Fassino da anni coltiva l’aspirazione a ricoprire una posizione internazionale. Riuscirà con maggior padronanza e competenza in quel ruolo, rispetto ai limiti angusti di Sindaco di Torino e tanto più oggi di consigliere di opposizione.

Tra i sottosegretari di nuova nomina dovrebbe anche esserci Silvia Fregolent la  deputata torinese fedelissima di Matteo Renzi ed ex consigliere provinciale.

Ma il borsino di ministri e sottosegretari è molto mobile. Seguono conferme e smentite per cui nulla è ancora certo.

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Articolo pubblicato il 12/12/2016