Gli Italiani di Bosnia: storia di una comunità Trentina nei Balcani

Dimitri Piccinini per Civico20News

 Un qualsiasi viaggiatore che si dovesse trovare ad attraversare la Bosnia-Herzegovina potrebbe inspiegabilmente imbattersi in un paese abitato da Italiani. Il villaggio in questione si chiama Stivor.

Stivor si trova immersa nel verde della Repubblica Serba di Bosnia (Republika Srpska), non lontano da Prnjavor nella regione di Banja Luka. Gli Italiani che vivono qui da circa 130 anni sono rimasti fedeli alla propria cultura e alle nostre tradizioni.

La presenza di coloni dell’Impero Romano e di insediamenti medioevali nella regione sono certificati ma la comunità ha origini decisamente più recenti e documentate. Il villaggio nacque prima con la disgregazione dell’Impero Ottomano e poi con il trattato di Berlino del 1878 che concedeva la Bosnia all’Impero Austro-Ungarico.

Gli Austriaci adottarono una politica di ripopolamento della zone interne dei Balcani privilegiando l’immigrazione di comunità cattoliche e ortodosse a sfavore di quelle musulmane contrarie alla dominazione Asburgica. Tra queste va considerata quella Italiana.

I fondatori di Stivor provenivano dal Trentino Alto Adige territorio sotto il controllo di Vienna. Precisamente dalla Valsugana dove in seguito ad una devastante alluvione del fiume Brenta del 1881 numerose famiglie presero la decisione di lasciare la valle per recarsi a coltivare nuove terre. L’emigrazione non fu di massa ma ben organizzata e scaglionata in piccoli gruppi che si mossero in varie ondate dal 1881 al 1884.

I coloni dopo mesi di viaggio arrivarono nei luoghi che erano stati destinati dall’imperatore (Sarajevo, Tuzla, Banja Luka. Mahovljani e nell’odierna Stivor) e si integrarono nel territorio circostante costruendo edifici per la comunità, case rurali e dedicandosi prevalentemente all’attività agricola.

La situazione economica peggiorò drasticamente in concomitanza della crisi economica del 1929 e delle due guerre mondiali tanto da costringere prima parte della popolazione del villaggio a trasferirsi nell’agro pontino per partecipare all’opera di bonifica intrapresa in epoca fascista poi a Trento ritornata a far parte della Repubblica Italiana.

Anche la status politico della piccola comunità di tutti gli immigrati di Bosnia mutò in quanto da cittadini dell’Impero Austro-Ungarico si trasformarono in stranieri. Fortunatamente non vennero sottoposti a vendette o ritorsioni come capitò alle minoranze di origine Tedesche considerate sgradite dal regime comunista.

Con la morte di Tito e con lo scoppio dei conflitti etnici degli anni ’90 nella ex Jugoslavia la maggioranza dei giovani fuggì all'estero per cercare sicurezza e lavoro.

Oggi la popolazione di Stivor circa 270 persone è prevalentemente agricola, l’età media è elevata, possiede la propria chiesa e nella scuola locale viene insegnata ancora la nostra lingua.

La comunità continua a vivere pacificamente con il resto degli abitanti della Bosnia, possiede la doppia cittadinanza e i contatti con la madrepatria vengono mantenuti tramite le associazioni dei Trentini sparsi per nel mondo. 

 

                                                                     Dimitri Piccinini

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 11/12/2016