Torino, Chiappendino presenta il conto e pare che Renzi abbocchi

Si preannuncia il Patto per Torino e il Piemonte con il Governo, ma i conti ad oggi non tornano

Clima delle grandi occasioni ieri mattina in piazza Castello, nella sala stampa della Giunta regionale. Il presidente Sergio Chiamparino, con a fianco la sindaca di Torino Chiara Appendino, certificava le aperture del presidente del consiglio di questi tempi di casa a Torino.

La coppia di fatto che ci governa  ha stilato un elenco di infrastrutture mancanti, di emergenze non risolte e d’investimenti per il futuro, pomposamente definito “ Patto per Torino”. Il conto si aggira sui sei miliardi, di cui solo 600 milioni provenienti dai fondi europei paiono certi. E’ un elenco, come la sindaca precisa, che dovrà ancor essere aggiornato dopo i disastri  causati dell’alluvione dei giorni scorsi.

E' concentrato su 5 assi - Città della Salute, scuole, trasporti, ambiente e infrastrutture. : le infrastrutture, con la Pedemontana biellese e il completamento dell'area di corso Grosseto a Torino; la Città della Salute di Torino, anche con il recupero dell'ex Moi; le scuole, con un check up completo sulla stabilità degli edifici soprattutto in chiave antisismica; i trasporti e l'ambiente, soprattutto sui fronti delle bonifiche e della prevenzione idrogeologica".

E’ un libro dei sogni molto vasto, con le coperture per lo più aleatorie. Nei prossimi giorni certamente prima del referendum, Renzi dovrà trovare il tempo per apporre la sua firma.

Noi siamo testardamente favorevoli al progresso e contro il degrado di Torino e del Piemonte.

Per cui auspichiamo ogni iniziativa o progetto che possa farci recuperare i divari con le capitali europee e le aree di sviluppo.  Non facciamo distinguo sul politico o lo schieramento che s’impegnasse seriamente per realizzare progetti ed infrastrutture valide a vantaggio del territorio e dell’occupazione.

Né intendiamo perderci dietro a sterili querelle sulla riconversione formale o sostanziale di Chiara Appendino rispetto agli slogans della campagna elettorale. Badiamo ai risultati ed alla serietà dell’impegno.

Purtroppo anche con governi retti da personaggi di ben altro spessore o con maggioranze e presidenti della regione del passato, abbiamo assistito ad annunci trionfalistici, magari in buona fede, al taglio di nastri, a impegni solenni.

Poi è rimasto poco o nulla, per le motivazioni più disparate. Talvolta lo Stato non erogava più i finanziamenti perché nel bilancio mancavano le coperture in quanto Il parlamento dirottava altrove  i finanziamenti.

Per non parlare poi della lungaggine e dei trabocchetti burocratici insiti nei capitolati d’appalto. Le aziende che falliscono e la magistratura che blocca i lavori per sospetti di malaffare completano il desolante quadro.

Alla fine il territorio resta con un pugno di mosche in mano. Poi, non dimentichiamo che siamo alla vigilia del referendum e l’attivismo dei presidente del consiglio può apparire un pò sospetto.

C’impegniamo a seguire l’iter delle procedure e a smascherare gli annunci di comodo. Vorremo evitare l’ennesimo scaricabarile tra le molteplici congreghe, con la ragione formale assicurata a tutti gli attori in gioco ed il torto di nessuno.

Intanto il cittadino paga!

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/11/2016