Trump lavora alla squadra: Romney vicino alla nomina di segretario di Stato, il generale Mattis verso la difesa.

James 'Mad Dog' Mattis in pole position per la Difesa. Mitt Romney in corsa per il ruolo chiave di segretario di Stato. Per l'amministrazione di Donald Trump si apre una settimana chiave, durante la quale il presidente-eletto potrebbe riempire le 'caselle più delicate del suo governo, anche quella di segretario al Tesoro.

I giochi non sono ancora fatti ma si intravede una schiarita all'orizzonte. Mentre la girandola di incontri di Trump continua al club di golf di Bedminster, sono proprio le parole del presidente-eletto e del suo vice, Mike Pence, a far immaginare che il quadro si stia delineando. "So che Romney è considerato in modo attivo per la posizione di Segretario di Stato" afferma Pence. Più cauto Reince Priebus, il capo dello staff della Casa Bianca: "è in corsa, ma ci sono anche altri nomi".

Nella rosa dei candidati ci sarebbero infatti l'ex sindaco di New York e fedelissimo di Trump Rudolph Giuliani, ma anche l'ex ambasciatore all'Onu John Bolton e il governatore del South Carolina Nikki Haley.

Sono invece la parole dello stesso Trump a lasciare intravedere che per la Difesa la situazione sia fluida.
Confermando le indiscrezioni, Trump afferma in un tweet: "Il generale James 'Mad Dog' Mattis, che è considerato per il ruolo di segretario alla Difesa, è stato notevole ieri. Un vero generale".

La nomina di Mattis, così come quelle di Jeff Sessions per la Giustizia e di Micheal Flynn a consigliere alla sicurezza nazionale, rischia di essere controversa. Mattis, contrario all'accordo per il nucleare con l'Iran, è stato costretto ad andare in pensione prima del previsto per tensioni con l'amministrazione Obama proprio su Teheran. Mattis e la Casa Bianca si erano già scontrati in precedenza per la gestione della Primavera Araba e sul numero delle truppe in Iraq.

Non accennano intanto a placarsi le polemiche su Sessions e Flynn, e le loro posizioni dure su immigrazione e musulmani.
Reince Priebus, capo dello staff della Casa Bianca, le bolla come "scorrette, scorrette politicamente. Poi però conferma la linea dura di Trump. "Non escludo nulla" risponde a Nbc che gli chiede se si può escludere un registro per i musulmani.

Priebus cerca poi di corregge il tiro: "non avremo un registro basato su una religione. Quello che stiamo cercando di dire è che ci sono alcune persone, non tutte, che sono radicalizzate e per le quali dovremmo prevenire l'ingresso nel paese" spiega Priebus. E l'ingresso può essere prevenuto "sospendendo temporaneamente" gli arrivi dai paesi sospettati di terrorismo.
La polemica subito si infuoca.

huffpost.it

 

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Articolo pubblicato il 21/11/2016