Regione Piemonte. Sanità e Trasporti i due settori depotenziati per la cattiva gestione di una giunta di dilettanti

Non diminuiscono le code per cure e analisi. A rischio i lavori sulla Cuneo Ventimiglia?

Ieri in Consiglio regionale si è purtroppo toccato con mano, il cinico disinteresse della Giunta Chiamparino su due aspetti importanti per la vita del cittadino. Il Sistema Sanitario ed i Trasporti.

Era in programma il proseguo della discussione con l’assessore alla Salute circa l’aumento delle retribuzioni per i direttori generali delle ASL, per scongiurare il fuggi fuggi dei manager verso altri lidi, già in corso. La Regione mette male le pezze ed approva aumenti tabellari  senza sindacare scelte dei vertici, la qualità del lavoro svolto da managers,  vincolando i premi ai risultati attesi.

La protesta già divampata sui giornali è stata ripetuta in consiglio.

Il manager ha il potere contrattuale che altre categorie non sono in grado di esercitare, per cui devono tacere ed accondiscendere. Da qui la decisione d’irrobustire gli stipendi apicali.

Sono così emersi, soprattutto negli interventi di Stefania Batzella, Davide Bono,  Vittorio Bertola e Gianluca Vignale, lo sconcerto per lo svolgimento da parte della Regione, di un servizio sanitario sempre più degradato.

Le code per esami e ricoveri, le lunghe attese per ogni prestazione ed il numero consistente di piemontesi che  si recano fuori regione, a carico del Piemonte, per interventi chirurgici. I numeri sono impressionanti. Non bastano certamente le promesse del sermone  conciliatorista di Chiamparino, ad addolcire la situazione.

Il 40% dei pazienti si recano altrove per farsi curare in tempi certi. Poi c’é   quel 10% dei piemontesi che non si cura per mancanza di mezzi di sostegno.

Se si intendeva qualificare in modo appropriato la retribuzione degli amministratori, si sarebbe dovuto far ricorso al premi di produttività, con incluso l’assegnazione di obiettivi ben definiti che non contemplino solamente il numero di terapia effettuate, ma ogni altro elemento idoneo per garantire l’ottimale svolgimento dell’attività sanitaria.

Ma forse è pretendere troppo da un presidente e un assessore che si sono sempre e solo nutriti di servizio pubblico con stipendio garantito e probabilmente non comprendono l’efficacia e  l’appropriatezza di un sistema incentivante.

L’altra faccia della gestione farlocca di settori importanti risiede nelle prospettive del sistema regionale dei trasporti. Nei giorni scorsi l’assessore Balocco, senza fornire dati di sorta, ha illustrato sommariamente  in Commissione la proposta delle Giunta  di non effettuare le gare pubbliche per l’esercizio del sistema trasporti, buttandosi mani e piedi tra le braccia romane di Teenitalia .

Per contestare nel merito e nel principio l’ermetismo dell’assessore, ha preso la parola Gin Luca Vignale per il gruppo regionale di Forza Italia. La Regione Piemonte, a titolo molto oneroso, concede per 4 anni la gestione dei treni a Trenitaiia senza ricevere nessun risposta-

“Alla faccia della tanto annunciata trasparenza: dopo due anni di sotterfugi e promesse  - hanno sottolineato  Gilberto Pichetto, Gian Luca Vignale, Massimo Berutti, Francesco Graglia, Claudia Porchietto, Daniela, Ruffino e Diego Sozzani - la giunta Chiamparino ha consegnato a Trenitalia  un contratto in bianco, del quale si conosce solo durata e costo ma nulla è scritto sul servizio che verrà offerto ai piemontesi. Un vero assegno in bianco di Chiamparino e Balocco intestato a Trenitalia. Con buona pace dei pendolari piemontesi e di chi aveva creduto in questa amministrazione.”.

I consiglieri di Forza Italia ripercorrono durante la conferenza stampa le tappe della giunta regionale dal 2014 ad oggi. Si inizia nel novembre 2014, quando con DGR 1-52, la giunta delibera gli “indirizzi propedeutici all’avvio delle procedure ad evidenza pubblica per l’affidamento dei servizi sulla rete ferroviaria regionale piemontese”. La rete ferroviaria veniva così divisa in tre lotti : il Bacino Metropolitano di Torino, quello di centro Nord ed infine quello di Centro Sud.

Successivamente, nel gennaio 2015, viene sottoscritta una lettera di intenti tra Trenitalia e GTT che prevedeva  la costituzione di un’associazione temporanea d’impresa che avrebbe dovuto trasformarsi, nel giro di qualche mese, in una newco per gestire il servizio ferroviario sul nodo di Torino, per altri 14 anni.  La Regione pur non entrando a far parte della società avrebbe messo a disposizione i propri 40 treni.

“ Si è trattato – spiegano gli azzurri – di un vero e proprio escamotage con il quale di fatto è stato escluso il bacino di Torino dalle gare”.

Successivamente, a maggio 2016, la giunta regionale vota la dgr 38-3346 che modifica i lotti, portandoli da tre a due. L’epilogo, secondo i componenti del gruppo regionale di Forza Italia arriva con la Dgr 8-4053 dello scorso ottobre, con la quale viene approvato lo schema di un Protocollo di Intesa  tra AMP e Trenitalia spa per la prosecuzione del servizio regionale nelle more della conclusione delle procedure di affidamento.

“ L’amaro epilogo delle bugie del centro sinistra sulle gare pubbliche– tuonano- viene di fatto siglato un contratto ponte  dei servizi regionali di cui si conoscono durata, ovvero tre anni più uno di proroga , e costo, ovvero 220 milioni di euro l’anno, ma nulla si dice in merito ai servizi che vengono forniti”.

“La Regione – concludono – aveva stimato che con le gare si sarebbero potuti risparmiare circa 60 milioni di euro in tre anni. Risorse che si sarebbero potute destinare per l’ammodernamento delle tratte o il miglioramento dei servizi, oppure il ripristino di stazioni chiuse. Invece Chiamparino e la sua giunta hanno preferito mettere nelle mani di Trenitalia, senza alcuna contrattazione, tutte le risorse a disposizione a danno, ancora una volta dei piemontesi”.

Quale sarà il risultato immediato? I programmi d’investimento latitano e c’è già chi prefigura, complici i ridotti finanziamenti, il mantenimento nella chiusura di alcune linee ferroviarie, motivate dalle riduzione dei Finanziamenti. Cé poi la questione ansiosissima dell’inizio del lavori sulla Cuneo Ventimiglia che rischierebbero di andare  in fumo.

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Articolo pubblicato il 10/11/2016