Torino - Grande successo del "No Corrida Day"

La manifestazione per denunciare e combattere l’atrocità della Corrida.

Presidio scenografico nel cuore di Torino: via Roma con l’affaccio su piazza Castello si è letteralmente riempita di persone che hanno accolto con grande interesse e soddisfazione l’evento dando la possibilità di raccogliere tantissime firme.

Tutti pronti con documento alla mano per poter firmare la Petizione Europea per l’abolizione della Corrida e dei Finanziamenti dell’Unione Europea agli allevatori di tori da combattimento.

In una scenografia toccante, tra striscioni e cartelli denuncianti la sofferenza e la morte dei tori per soddisfare la visione di un barbaro spettacolo come la Corrida, Monica Fontana, Responsabile Leal Torino, ha fatto chiarezza su questa pratica inaccettabile, sui tori uccisi ogni anno, sui fondi quantificati in 130 milioni di euro che la Comunità Europea stanzia e distribuisce in Spagna per gli allevamenti di tori da combattimento.

Ribadendo il NO alla Corrida, non accettando la definizione di “tradizione” per una pratica il cui obiettivo è la morte di un essere vivente, ritenendo quindi che questa spettacolarizzazione della tortura e della morte non deve far parte del patrimonio culturale della società di oggi, Monica Fontana ha dettagliatamente esposto ciò che i cittadini chiedono firmando la Petizione Europea.

Ha altresì pubblicamente reso noto il risultato della giornata di mercoledì 26 ottobre 2016 a Strasburgo  spiegando chiaramente la situazione complessa ed appositamente tortuosa che non ha comunque impedito il farsi strada della reale possibilità di cambiare definitivamente la legge in modo da bloccare una volta per tutte il finanziamento per i tori da combattimento che si traduce nel finanziamento alla Corrida.

Con l’approvazione da parte del Parlamento Europeo della mozione che chiede alla Commissione Europea di cambiare la legge eliminando i finanziamenti agli allevatori di tori è iniziato il percorso per porre fine alla tortura dei tori, per porre fine alla Corrida finanziata con soldi pubblici.

Con la speranza che anche i soldi privati non finanzino più un atto di grande inciviltà che non ha nulla a che vedere con la storia e la tradizione dei popoli.

 

 

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Articolo pubblicato il 03/11/2016