Dopo lo sgombero di Calais, Parigi invasa dai migranti.

Rotta su Parigi, le Ong lanciano l'allarme sul boom di presenze nelle tendopoli della capitale - Molti gli accampamenti di fortuna.

PARIGI - Rotta su Parigi. Nel giorno in cui le ruspe hanno cominciato a spianare ciò che restava della "Giungla" di Calais, le Ong lanciano l'allarme sul boom di presenze nelle tendopoli della capitale. Secondo Heloise Mary, responsabile dell'ufficio di accoglienza e accompagnamento dei migranti, la chiusura della bidonville nel nord della Francia ha avuto un impatto diretto su Parigi.

 

Negli accampamenti di fortuna di avenue de Flandre, Jaurès e Stalingrad - non lontano da Montmartre e dalla Gare du Nord - si è passati da "2000 a 3000 migranti in due giorni", ha detto a Bfm-Tv.

Secondo Secours Catholique, Auberge des Migrants e Médécins du Monde, molti di essi hanno abbandonato la 'Giungla' ancora prima che cominciasse lo sgombero, all'alba di lunedì scorso. Chi ha rifiutato di essere trasferito nei centri di accoglienza e orientamento (Cao) dello Stato è fuggito altrove.

 

Il "numero totale" dei recalcitranti persi 'nella macchia', tra la regione di Calais e Parigi, "oscilla tra 2000 e 3000", precisano le Ong. Per François Guennoc, vicepresidente dell'Auberge des Migrants, non ci sono dubbi: molti di quelli che si sono allontanati "finiranno per tornare". In testa hanno un chiodo fisso: la Gran Bretagna.

Da parte sua, la prefetta Fabienne Buccio - la stessa che ieri ha annunciato la "fine della Giungla" - riferisce che da lunedì oltre 6000 persone sono state messe al riparo nei Cao, di cui 1348 ieri, nella terza (ed ultima) giornata di evacuazione. Un numero che per lei corrisponde a quello recensito inizialmente nel campo anche se per molti esperti erano almeno 2000 di più.

Questa notte la bidonville è stata nuovamente divorata dagli incendi e i pompieri hanno lavorato fino a tardi. Dall'alba ruspe e bulldozer hanno cominciato a smantellare ciò che resta. Un lavoro che secondo Buccio dovrebbe concludersi "lunedì sera". Però, secondo le associazioni, tra i 200 e i 400 esiliati - tra cui molti minori non isolati - hanno comunque passato la notte all'interno o nei dintorni della Jungle. "Altri - assicura Guennoc - arriveranno". Del resto non è un caso se la Gran Bretagna sta spendendo milioni di euro per costruire un muro proprio a Calais.

 

Intanto, speciali pattuglie anti-squatter setacciano la zona per bloccare quei recalcitranti che si sono sottratti alla ripartizione dello Stato. Alcuni ripiegano su Parigi ingrossando la già impressionante distesa di tende dell'avenue de Flandre, Jaurès e Stalingrad. Accampamenti selvaggi sorti già da mesi ma che ora rischiano di implodere.

"Calais si sta spostando qui. Siamo distrutti, la situazione diventa complicatissima", avverte la volontaria Clémence Moinard, intervistata dall'Ansa nella tendopoli di Parigi. "Alcuni - aggiunge - stanno arrivando dalla Giungla, hanno capito che lì non è più possibile, ma anche dall'Italia: oggi ne abbiamo avuti cinque da Ventimiglia".

Alcune tende di Calais sono state smontate da volontari inglesi e trasferite qui. "Le hanno disinfettate e ripulite. Me le hanno consegnate ieri, le ho già date tutte. Presto a Parigi arriveranno anche medici e infermieri che prima stavano nella Giungla", continua la ragazza.

 

Ma la sindaca Anne Hidalgo non aveva annunciato un centro di accoglienza entro la fine dell'estate? "Lo stanno aspettando tutti, e presto effettivamente verrà aperto - risponde lei - ma non facciamoci illusioni: si tratta di strutture da massimo 400 posti. Tutti gli altri dove li mettiamo? Qui sono già in tremila".

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Articolo pubblicato il 28/10/2016