Usa e Arabia Saudita, jihad-connection.

Nonostante le prove su come l'Arabia Saudita armi e finanzi le organizzazioni terroristiche, Usa ed Europa continuano comunque a prestare sostegno militare e politico a Riyadh. Le attuali organizzazioni terroristiche ricevono da Riyadh armi e soldi per intraprendere le guerre per procura al fianco degli USA.

Era il 2002 quando venne catturato Abu Zubaydah. Drogato dall'FBI, rivelò le connessioni segrete tra i vertici di Al Qaeda, alcuni principi reali sauditi e alti ufficiali pakistani, dei quali fornì i telefoni personali sperando di essere liberato.

I personaggi citati erano al corrente dei piani per l'11 settembre. Oggi quei nomi e contatti sono contenuti in 28 pagine di un rapporto del Congresso statunitense sull'attacco che agli USA costò quasi tremila morti. La Casa Bianca le ha appena rese pubbliche portando alla luce un imbarazzante coinvolgimento dei sauditi.

La tutela saudita su Al Qaeda faceva capo ad alcuni predicatori neosalafiti cui aderirono anche membri della famiglia reale, contrari alla presenza militare americana nella penisola arabica consentita da re Fahed dal 1991. Ma anche parte dell'establishment saudita - in particolare i vertici dell'intelligence - continuarono a fornire assistenza occulta al jihadismo.

Ci sono poi episodi particolari come la morte del principe Ahmed Bin Salman bin Abdul-Aziz per attacco cardiaco (22 luglio 2002), del principe Sultan bin Faisal bin Turki al-Saud per incidente stradale (23 luglio 2002) e infine del principe Fahd bin Turki bin Saud al-Kabir per disidratazione nel deserto saudita (30 luglio 2002). Semplici coincidenze? Assolutamente no.

Che 15 dei 19 dirottatori kamikaze dell'11 settembre fossero cittadini sauditi era noto, Fahad al-Thumairy, nel 2001 diplomatico del consolato saudita di Los Angeles e allo stesso tempo imam della moschea Re Fahad di Culver city, in California. Fra i fedeli, un anno prima dell'attacco agli Usa, c'erano anche Nawaq Alhamzi e Khalid al-Midhar, due dei futuri kamikaze, che l'11 settembre precipitarono con il volo American Airlines 77 sul Pentagono.

Mohammed Atta, capo dei dirottatori dell'11 settembre, era in collegamento con sauditi negli Usa, e tra di loro c'era Abdullah Bin Laden, il fratellastro di Osama che lavorava all'ambasciata dell'Arabia Saudita a Washington. Oggi appare tutto più chiaro sull'attacco dell'11 settembre.

Nonostante le prove su come l'Arabia Saudita armi e finanzi le organizzazioni terroristiche, Usa ed Europa continuano comunque a prestare sostegno militare e politico a Riyadh. Le attuali organizzazioni terroristiche ricevono da Riyadh armi e soldi per intraprendere le guerre per procura al fianco degli USA.

Il rapporto del Congresso a quanto pare non è una rivelazione sorprendente ma un'altra prova su come Usa e Arabia Saudita collaborino nel terrorismo non per combatterlo ma per usi personali. Strette connessioni legate alla finanza e agli investimenti nei due Paesi fanno da collante in attesa della prossima mossa sullo scacchiere geopolitico.

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Articolo pubblicato il 24/10/2016