Torino, il centrodestra c’è e batte più colpi

I cento giorni della giunta Appendino e le ombre sui conti ereditati da Fassino

La campagna elettorale  per le recenti elezioni amministrative è stata lacerante per i candidati sindaco  del centro destra. Divisi e contrapposti hanno partorito risultati ancor più deludenti. Forse, come diplomaticamente sostengono Alberto Morano, Osvaldo Napoli e Fabrizio Ricca, causa veti romani, ma certe cattiverie e stilettate non se le sono certo lasciate sfuggire.

Oggi si volta pagina e, ad oltre centro giorno dall’inizio della sindacatura Appendino, i contendenti di ieri, dopo aver messo in campo mosse vincenti sono i grado, orgogliosamente di presentarsi uniti, davanti ad un pubblico attento che ieri li ha applauditi al centro incontri della Gam.

La combinazione ottimale è stata la voglia di fare e costruire insieme che ha preso il posto di fazioni e ripicche.

Così il pragmatismo e la meticolosa ricerca messa in  campo dal notaio Alberto Morano, l’esperienza politica e amministrativa di Osvaldo Napoli e Roberto Rosso, come dimostrano le cronache di questi giorni, sono in grado di rappresentare la vera alternativa alla giunta pentastellata ed ai residui del lungo governo della sinistra che, stanno rivelando la loro natura anche in seguito all’intervento della magistratura e alle indagini della Guardia di Finanza sui bilanci di Comune e partecipate.

Il bilancio è  il documento politico, giuridico e contabile che caratterizza l’esistenza e la vita di ogni amministrazione . Il notaio Morano ha potuto accertare e dimostrare il disallineamento nel rendiconto della Città rispetto a quelli di GTT e InfraTo,  società controllate al 100% dal comune.

Il bisticcio sui conti si estende anche ai rapporti tra GTT e Infrato, con diffide infruttuose di quest’ultima, non soddisfatte da parte della GTT. La guardia di Finanza è ormai di casa in Municipio ed il sistema di trasporti torinesi rischia di andare a gambe all’aria.

Sono passati circa cinquant’anni da quando il ragionier Ennio Occella, con padronanza e maestria illustrava i dati di bilancio in consiglio comunale. Ma stentiamo a credere che il mitico ragioniere capo, sia stato sostituito da analfabeti.

Quindi è palese la paternità politica di questa gravissima vicenda. Ma c’è di più. Negli ultimi cinque anni, anche Chiara Appendino era un’agguerrita consigliere comunale e non risulta che abbia impugnato il bilancio durante le discussioni con Fassino Sindaco.

A dire il vero, in opposizione a Fassino c’erano pure i consiglieri della Lega e di Forza Italia, senza che quest’aspetto fosse minimante toccato, perché o, come pare ormai certo, non erano in grado di leggere il bilancio del Comune, oppure si trovavano  in “tutt’altre faccende affaccendati”.

Ma oggi si volta pagina e gli effetti si stanno vedendo, perché, come saggiamente commenta Mino Giachino “ il rilancio di Torino e del Paese può arrivare solo da energie nuove, preparate e competenti”.

Lo scorso luglio, nonostante la denuncia di Morano in consiglio comunale, la Sindaca si è accollata, di fatto ogni conseguenza votando il documento senza avvertire la necessità di accogliere e chiarire quanto le era stato prospettato.

Morano oggi si rimette al giudizio della magistratura, ma con la sua circostanziata denuncia, ha inaugurato un metodo. Quello di accertare gli aspetti essenziali sui quali la politica ha sempre sorvolato. E’ il metodo di lavoro di un professionista serio e si promette di continuare su questa strada, non come solista, ma mettendo in comune il rigore della ricerca con l’esperienza politica dei colleghi di centro destra.

Così Napoli, Ricca e Rosso passano in rassegna l’inazione e le vistose contraddizioni di Chiara Appendino rispetto agli impegni  perentori assunti in campagna elettorale e dribblati allegramente.

Dall’impegno a bonificare Moi e campo rom, nonostante la fiducia che i residenti ponevano in lei, oggi ignorato, alla pronta concessione a Chiamparino della variante del Piano regolatore per la costruenda Città della Salute, contestata invece dai consiglieri  del M5S in regione, sino all’abbandono della difesa dell’Oftalmico.

L’elenco, assicurano gli oratori è destinato ad ampliarsi. Viene anche rimarcato l’asse con Chiamparino, il citatissimo Chappendino,  a tutela e continuità del sistema Torino che invece la sindaca si prefiggeva di annientare.

Per ora, oltre all’approvazione del progetto dell’ennesimo centro commerciale, si diffondono solamente proclami dagli effetti allarmanti.

Sforbiciando il lungo elenco presentato ieri, rileviamo la promessa di adottare la dieta vegana nelle mense scolastiche che ha  contribuito al fuggi fuggi delle famiglie dalla ristorazione scolastica, preoccupate per la crescita sana del figli, alla paventata soppressione di numerose fermate dei mezzi pubblici. Per poi estendere a dismisura le piste ciclabili, con la creazione dell’assessorato al camminamento in sostituzione di quello della viabilità e Traffico,  sino all’estensione della ZTL per l’intera giornata, penalizzando in massima parte il traffico commerciale.

Torino purtroppo sta sorpassando con i segni meno, gran parte delle già infelici medie nazionali, negli aspetti essenziali per la vita e lo sviluppo della città e dei suoi abitanti. Ora famiglie, giovani e coloro che rimangono orgogliosi della nostra città, si aspetterebbero  occasioni vere di sviluppo.

Dall’incontro di ieri pare che qualcuno ci stia pensando ed inizi a costruire, per la città un’alternativa di governo rispetto alle utopie del presente e sulle macerie del triste epilogo di un centro sinistra che ci ha portato a questo livello ed il cui operato é  oggetto d’indagine della magistratura contabile e penale.

L’incontro è stato chiuso da Gilberto Pichetto per Forza Italia e Riccardo Molinari per la Lega Nord che hanno essenzialmente inteso polarizzare l’attenzione degli uditori sul voto negativo al referendum costituzionale del 4 dicembre.

Ma l’attenzione dei più restava ancorata ai temi della città.

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Articolo pubblicato il 23/10/2016