Torino, inaugurata la mostra storica documentaria e didattica “Il Mondo di Pannunzio 1949 – 1966”

Il Pluralismo delle idee

Ricorrono quest’anno i cinquant’anni dall’uscita dell’ultimo numero de “Il Mondo”, la prestigiosa e non esagero a definire irripetibile impresa di Mario Pannunzio.

Un pubblico attento e partecipe mercoledì pomeriggio, nei locali della biblioteca civica  centrale di via Cittadella, 5 ha presenziato all’inaugurazione della mostra organizzata dal Centro Pannunzio.

Prima di addentarci nel patrimonio documentale, avvincente e facilmente consultabile, è doveroso risalire alle motivazioni che ispirarono quella scelta editoriale.

Mario Pannunzio e i suoi stretti collaboratori, rappresentavano l’espressione onesta ed integerrima di quel liberalismo puro e duro che scrutava le vicende politiche non con l’occhio limitato al presente, ma volto ad un mondo in continua evoluzione, diffidando dai germi di mezze verità, d’inclinazione al compromesso, alla pochezza  degli orizzonti che lo scenario politico italiano iniziava a porsi quale obiettivo di governo.

“Il Mondo” come scrisse Alberto Ronchey”, era il contrario d’un prodotto di  massa, del rotocalco italiano aveva sola la stampa” e stava alla pari con esempi europei ed americani molto autorevoli.

Per inserirlo nel novero delle riviste italiane, “Il Mondo” ha avuto come capostipite “Il Caffè” dei Verri e “Il Politecnico” di Cattaneo, “La voce” di Prezzolini e il secondo “Politecnico” di Vittorini.

Ad uso dei molti che non hanno vissuto quella stagione, è bene tratteggiarne gli aspetti salienti.

“Il Mondo” era un settimanale di politica e cultura pubblicato a Roma negli anni 1949 – 1966.

Il suo fondatore gl’impose, la linea dell’indipendenza ferma dal potere politico e dai potentati economici, privilegiando l’impegno civile. Così poco dopo il rinascere della democrazia, dopo le barbarie della seconda guerra mondiale e la fine del totalitarismo fascista, sin dall’inizio la neonata rivista è vivificata dall’incontro della cultura crociana con quella salveminiana ed einaudiana, sino a diventare la voce più autorevole della cultura liberale, schierata contro i totalitarismi a difesa della libertà e democrazia.

Il suo emblema ed il suo pregio risiede nel dar ospitalità ed espressione al pluralismo delle idee.

Uomini portatori di culture diverse che per anni si erano fronteggiati, si pensi ai contrasti tra Benedetto Croce e Gaetano Salvemini, trovarono ne “Il Mondo” la casa nella quale poter manifestare la migliore espressione del loro pensiero.

Tra i collaboratori, nomi di assoluto rilievo tra i quali ricordiamo : Ernesto Rossi, Carlo Antoni, Vittorio De Caprariis, Vittorio Gorresio, Luigi Salvatorelli, Ugo La Malfa, Giovanni Spadolini, Nicola Abbagnano,  Guido Piovene, Sergio Ricossa, Vittorio Mathieu, Rosario Romeo,  Renzo De Felice e molte altre prestigiose firme del mondo culturale e del giornalismo.

Ciò fu possibile grazie agli editori illuminati e sostenitori del ruolo e della linea politica del giornale. Da Gianni Mazzocchi sino ad Adriano Olivetti ed all’ambasciatore Nicolò Carandini.

Il perché di questa mostra ricca di documenti d’epoca e di spunti di conoscenza e di cultura, è presto detto. A Torino, sin dal 1967, sorse il Centro Pannunzio, quale gruppo piemontese degli amici de “Il Mondo”.

Nel 1968 prese l’attuale denominazione. L’artefice e il sostenitore della feconda iniziativa fu Arrigo Olivetti, affiancato sin d’allora da Gian Franco Quaglieni. Tra i suoi presidenti ricordiamo Mario Bonfantini, Edoardo Ruffini, Mario Soldati, Alda Croce ed oggi, per rinsaldare le origini Camillo Olivetti, figlio del fondatore Arrigo.

E’ con orgoglio che Gian Franco Quaglieni ancor oggi continua a tenere vivi i valori di quell’Italia civile e lontana dai totalitarismi e dogmatismi, a ricordo e divulgazione dell’esperienza pannunziana, con lo sguardo e l’attenzione rivolti alle nuove generazioni.

Percorrendo la mostra al piano terreno della biblioteca civica centrale, sono consultabili, in originale i numeri più significativi della rivista. Oltre ai testi, “Il Mondo” si distingueva per le fotografie che ancor oggi si presentano come opere d’arte prodotte da più di 500 fotografi poi divenuti famosi.

La fotografie erano corredate da  didascalie “allusive e frementi di humor” ideate inizialmente da Ennio Flaiano e poi dal critico d’arte Alfredo Menzio

Le vignette, altra caratteristica distintiva del giornale, sono opera  del ternano Americo Bartoli Natinguerra e del senese Mino Maccari e s’inseriscono con perfetta sintonia nel piano delle battaglie di cultura e di costume del giornale.

La Mostra è visitabile sino al 18 novembre. Sono previste visite guidate per gli studenti delle scuole superiori.

Nella “buonascuola” il messaggio e l’esperienza pannunziana sono totalmente assenti dai libri di testo. Giovani sensibili e desiderosi di apprendere, potranno trovare, nella consultazione degli articoli e della documentazione, lo stimolo per apprendere e meglio orientarsi.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 21/10/2016